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Antichi, ci sono due vitigni internazionali che in Alto Adige hanno trovato il loro habitat ideale: a celebrarli, “Spatium Pinot Blanc” e “Le Giornate del Pinot Nero” (Appiano & Egna, 3-7 maggio)

Italia
Pinot Bianco e Pinot Nero in Alto Adige

Antichissimi, ci sono due vitigni internazionali che in Alto Adige hanno trovato il loro habitat ideale, acquisendo in questo angolo vitato nell’estremo Nord dell’Italia, ognuno, caratteristiche di particolare pregio, e mettendo radici per metà e metà nel territorio: il Pinot Nero, vitigno “madre” non solo di tutti i Pinot, ma anche di molte altre varietà europee, le cui origini risalgono ad almeno 2.000 anni fa, e il Pinot Bianco, nato da una mutazione del Pinot Nero attorno al XIV secolo. “Dei nostri 5.400 ettari vitati, oggi il 10,2%, pari a 552 ettari, è dedicato al Pinot Bianco e l’8,4%, ovvero 450 ettari, al Pinot Nero - spiega Werner Waldboth, direttore marketing del Consorzio Vini Alto Adige - queste due varietà sono coltivate in diverse aree dell’Alto Adige e in una fascia collinare ad altitudini variabili. Grazie a questi fattori e alle tecniche di vinificazione adottate dalle cantine, è possibile apprezzarle in un’ampia gamma di interpretazioni”. Proprio a questi due vitigni ed alle loro diverse espressioni in bottiglia saranno dedicati due eventi in programma in Südtirol: “Spatium Pinot Blanc” ad Appiano (3-4 maggio; www.spatium-pinotblanc.it) e “Le Giornate del Pinot Nero” (Egna, 5-7 maggio; www.giornatepinotnero.it), con i migliori vini e produttori altoatesini.

Tra i venti vitigni coltivati in Südtirol, le prime coltivazioni di Pinot Nero avvennero tra il 1835 e il 1840, con impianti a Bolzano e poi a Bressanone, Merano, Egna e Appiano. La produzione di questa varietà si concentra oggi nell’Oltradige, e più precisamente nei comuni di Appiano e Caldaro, e sui versanti occidentali della Bassa Atesina, soprattutto a Montagna, Egna e Salorno. Per quanto riguarda il Pinot Bianco, il primo impianto documentato risale al 1852, in un vigneto di Bressanone, cui seguirono immediatamente dopo altri impianti a Nalles, Appiano, Terlano e Marlengo e ancora ad Andriano, Caldaro, Termeno, Magrè, Salorno e Bolzano. Questa grande diffusione dimostra come, già un secolo fa, questa varietà fosse coltivata in modo capillare in tutte le zone vinicole dell’Alto Adige. D’altra parte, per moltissimi anni il Pinot Bianco fu coltivato in vigneti misti insieme allo Chardonnay, senza essere considerato come una varietà a sé stante. Solo a partire dal 1985, sul territorio, si comincia a distinguere in modo sistematico tra i due vitigni.

Sarà possibile avvicinarsi a questi due vitigni grazie a due appuntamenti dedicati ad ognuno: il 3 e il 4 maggio ad Appiano “Spatium Pinot Blanc”, unica rassegna in Europa interamente dedicata al Pinot Bianco, con la regia di Vineum Appiano guidata da Peter Brigl, e l’ideazione di Hans Terzer, dg della celebre cantina San Michele Appiano, e Gerhard Kofler, enologo della Cantina Girlan, all’edizione n. 3, punterà i riflettori su questo eccezionale vitigno a bacca bianca, che colpisce per i suoi spiccati profumi fruttati che ricordano in particolare la mela e la sua vivace freschezza, conferita anche dalla posizione delle vigne che in Alto Adige si sviluppano fino ad altitudini piuttosto elevate. Nei giorni immediatamente successivi, spazio invece al Pinot Nero: vitigno ampiamente diffuso in tante aree del mondo, che in Alto Adige è in grado di regalare vini che spiccano per eleganza, colpiscono grazie al loro profumo di frutti rossi e incantano con il loro sapiente equilibrio tra freschezza e morbidezza. Dal 5 al 7 maggio sono infatti in programma ad Egna “Le Giornate del Pinot Nero”, storico appuntamento all’edizione n. 20.

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