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UN TRIS “DA CAMPIONISSIMI”

Antinori da record: il Tignanello 2016 al n. 1 della “Top 100 Cellar Selection” by “Wine Enthusiast”

Premio, su WE, che bissa quello di Guado al Tasso 2008, nel 2012 (e che si aggiunge al Solaia 1997, n. 1 in Top 100 di “Wine Spectator” nel 2000)

Vincere è difficile, ripetersi lo è ancora di più. Adagio che si sente dire spesso, parlando soprattutto dei campionissimi dello sport. E che in alcuni casi, rarissimi, può valere anche nel mondo del vino. Il campionissimo, in questo caso, è il nome n. 1 del vino italiano, la Marchesi Antinori, capace, con i suoi tre diamanti, di mettere insieme un trittico di primati davvero unico. Perchè, come WineNews è in grado di anticipare, il suo Tignanello 2016 è il n. 1 della “Top 100 Cellar Selection” 2020 della rivista Usa “Wine Enthusiast”, che segnala ogni anno i vini del mondo che escono sul mercato, e che, secondo i critici del magazine (l’Italian editor è Kerin O’Keefe), daranno il meglio di loro tra 10-15 anni.
Un primato - quello per uno dei vini italiani più performanti sul mercato del collezionismo, come raccontato spesso dal Liv-Ex, e tra i più ricercati in assoluto al mondo, secondo Wine-Searcher - che si aggiunge, caso rarissimo per una cantina, all’essere “n. 1” al mondo già conquistato ancora nella “Top 100 Cellar Selection” by “Wine Enthusiast” nel 2012, con il Guado al Tasso 2008, che nasce nella splendita tenuta bolgherese della famiglia Antinori (oltre poi al titolo di “miglior vino del mondo” del Solaia 1997, nel 2000, in “Top 100” dell’altra famosa ed importante rivista Usa “Wine Spectator”, ndr).
Un trittico che è solo la summa di una serie impressionante di riconoscimenti per i diversi grandi vini di Antinori, capaci di esprimere il massimo della qualità e in territori diversi (Tignanello e Solaia nascono dalla Tenuta Tignanello sulle colline del Chianti Classico, Guado al Tasso nei filari di Bolgheri) e per il brand, arrivati negli anni dalla critica internazionale ed italiana, con una costanza nel tempo, e da tante voci diverse, che conferma la continuità nell’altissima qualità che una delle più importanti e storiche realtà del vino italiano, guidata dalla famiglia Antinori e dal dg Renzo Cotarella, è in grado di esprimere. Con una regolarità di risultati di vertice, per tornare al gergo sportivo, davvero da campionissimi. Davvero da record.
“Siamo onorati che, per la seconda volta, un nostro vino - commenta, a Winenews, Albiera Antinori - sia stato riconosciuto al primo posto della “Top 100 Cellar Selections” della rivista Usa “Wine Enthusiast” come vino che non deve mancare nelle cantine di ogni appassionato. Tignanello è un vino a cui la mia famiglia è particolarmente affezionata, proprio come la terra in cui nasce, il Chianti Classico, avendo rappresentato un punto di svolta fondamentale per la nostra azienda e forse anche il panorama vitivinicolo nazionale e internazionale. Questo importante riconoscimento arriva dopo quello di Guado al Tasso Bolgheri Doc Superiore 2008, al primo posto nella classifica nel 2012”.
Ma, oltre al Tignanello 2016 al vertice assoluto, sono tante (21 su 100) le griffe del vino italiano presenti nella “Top 100 Cellar Selection” 2020 di “Wine Enthusiast”, testimonianza di una capacità dei produttori del Belpaese di realizzare vini di grande longevità, tra le caratteristiche più importanti nel segmento dei fine wine, in tanti territori diversi e con tante uve differenti. In posizione n. 10 troviamo il Barolo Bricco Boschis 2016 di Cavallotto, seguito al n. 12 dal Brunello di Montalcino Pianrosso 2015 della griffe Ciacci Piccolomini d’Aragona, e ancora al n. 14 dal Barolo Brea Vigna Ca’ Mia 2016 di Brovia, al n. 1, dall’Etna Mofete Rosso 2016 di Palmento Costanzo al n. 15, dal Soave Classico Contrada Salvarenza Vecchie Vigne 2016 di Gini, e dal Barolo Monvigliero 2016 di Comm. G. B. Burlotto, a chiudere una top 20 in cui l’Italia piazza ben 7 etichette.
Ancora, a raccontare la capacità di invecchiamento dei grandi vini italiani, da tanti territori diversi, il Faro 2014 di Palari al n. 21, il Chianti Classico Gran Selezione Il Grigio 2016 di San Felice, al n. 26, il Valtellina Superiore Sassella Rocce Rosse 2009 di Arpepe al n. 29, il Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2015 de Il Marroneto al n. 33, davanti al Franciacorta Anna Maria Clementi Dosage Zero Riserva 2010 di Ca’ del Bosco al n. 35, al Barbaresco Albesani 2014 di Roagna al n. 37, al Lessona Pizzaguerra 2015 di Colombera & Garella al n. 44, e all’Excelsus Red Igt Toscana 2016 di Castello Banfi, al n. 49.
Nella seconda parte della “Top 100”, ancora tanta Italia con il Barolo Ester Canale Rosso Poderi dell’Antica Vigna Rionda 2016 di Giovanni Rosso al n. 52, al Trentodoc Rosè Extrabrut Pinot Nero 2016 di Maso Martis, al Brunello di Montalcino Riserva 2012 della “culla del Brunello”, la Tenuta Greppo di Biondi Santi, al n. 77, al Vino Nobile di Montepulciano Vecchie Viti del Salco 2016 di Salcheto al n. 79, a La Poja 2013 di Allegrini al n. 83, e ancora al Taurasi Primum 2014 di Guastaferro, al n. 91.

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