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DRINKS INTERNATIONAL

Antinori, Planeta, Frescobaldi, Gaja, Sassicaia e Tignanello: i marchi italiani al top nel mondo

Ecco la “The Most Admired Wine Brands 2021”. La griffe siciliana è quella cresciuta di più in assoluto nella classifica. Familia Torres al n. 1

Antinori si conferma il top brand del vino italiano nel mondo, mentre Planeta, nome icona del vino di Sicilia, è quello che cresciuto di più in assoluto, e nella visione del trade internazionale rappresenta il meglio dell’Italia enoica insieme a grandi nomi come Frescobaldi, Gaja, Sassicaia e Tignanello (ancora di Antinori). È il verdetto, in estrema sintesi, della “The Most Admired Wine Brands 2021” del magazine americano Drinks International. Una classifica 2021 che al top assoluto vede la Spagna, con Familia Torres al n. 1 e Vega Sicilia al n. 3, con i due brand più celebri del vino spagnolo “separati” da un altro grande nome del vino mondiale come Catena, realtà argentina al n. 1 nel 2020.
Una lista (che annovera altre new entry quasi clamorose, come quella del mito di Borgogna, Domaine de La Romanèe Conti, presente per a prima volta, così come Gaja, cantina icona delle Langhe, su tutte) che, come sempre, è stata selezionata da una “academy” formata da esperti, buyer, ristoratori, sommelier, wine writer, educatori e Master of Wine di 48 Paesi del mondo, e che, a guardare i nomi, premia la classicità, i punti fermi del vino, italiano e mondiale. Con la peculiarità, guardando all’Italia, che si tratta di cantine legate a famiglie che hanno fatto la storia del vino italiano.
Come detto, primo marchio italiano in assoluto, al n. 9 della classifica, si conferma Antinori, oggi guidata dalla 26esima generazione della famiglia, ovvero Albiera, Allegra e Alessia, insieme al padre, il marchese Piero Antinori, e al ceo Renzo Cotarella, vertici di un gruppo del vino italiano che fa storia dal 1385, quando la dinastia, Giovanni e Piero Antinori, entra a far parte dalla corporazione dell’Arte dei Vinattieri. Un nome, Antinori, che è sinonimo non solo di Toscana, ma dell’Italia del vino, visto che nelle proprietà della famiglia ci sono realtà come Badia a Passignano, Pèppoli, Antinori nel Chianti Classico, Pian delle Vigne a Montalcino, Tenuta Guado al Tasso a Bolgheri, Tenuta Montenisa in Franciacorta, Prunotto in Piemonte, Castello della Sala in Umbria e da qualche tempo Jermann in Friuli Venezia Giulia (di cui ha acquisito la maggioranza ad inizio marzo, come anticipato da WineNews). Ed unica realtà italiana a contare due brand tra i primi 50 al mondo, visto che al n. 49 c’è Tignanello, uno dei gioielli di Antinori, che proprio per celebrare le 50 annate di un vino italiano entranto nel mito mondiale, ha da poco ricostituito la proprietà integrale della collina che ospita la tenuta Tignanello.
Alla posizione n. 17, invece, c’è Planeta, nome che ha segnato la storia del rinascimento del vino siciliano, realtà fondata agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso da Diego Planeta, e oggi guidata dalla Alessio, Francesca e Santi Planeta, diventata un punto di riferimento del vino di Sicilia nelle sue tante espressioni, da Menfi a Vittoria, da Noto da Noto all’Etna ed a Capo Milazzo. E che è il marchio cresciuto di più in assoluto a livello mondiale, scalando e 22 posizioni sull’edizione 2020. “Inutile dire la gioia e l’orgoglio di essere in una classifica in cui ci sono aziende che per noi sono sempre stati modelli, dal punto di vista organizzativo, di lavoro sul brand e non solo. Ci piace condividere idealmente questo risultato con Diego Planeta, questo riconoscimento - commenta, a WineNews, Alessio Planeta - è anche un tributo al suo ruolo per il vino siciliano, non solo per noi. Un’altra cosa bella di questa classifica è che emerge il valore familiare delle aziende italiane in classifica. Il valore della famiglia è quello a cui da sempre ci ispiriamo, vuol dire lavorare per le prossime generazioni, e anche per questo la sostenibilità, per esempio, diventa un concetto sempre presente ed ampio, che va anche oltre l’aspetto ambientale. Ed è una classifica che fa anche pensare che, in questo anno, in cui non ci siamo visti di persona, siamo comunque riusciti a rimanere presenti nei pensieri della giuria e della critica con gli strumenti dell’esperienza virtuale, ed è importante. Ci dà una grande spinta per ripartire, anche perchè questa è una classifica che guardano in tutto il mondo, dagli Usa all’Asia”.
Posizione n 24, invece, per un altro nome che è storia del vino italiano, quello di Frescobaldi, gruppo guidato da Lamberto Frescobaldi (e a cui di recente “Wine Spectator” ha dedicato la sua copertina nel numero di Aprile 2021), che possiede diverse tenute di primissimo piano (Castello di Nipozzano e Castello di Pomino nel Chianti Rufina, Rèmole a Sieci, Tenuta Castiglioni a Montespertoli, Perano a Gaiole in Chianti, nel Chianti Classico, Tenuta Ammiraglia in Maremma e Castelgiocondo da Montalcino), tutte sotto il cappello della “Tenute di Frescobaldi”, a cui si aggiungono anche aziende che sono diventate icone assolute del vino mondiale, come Masseto ed Ornellaia a Bolgheri, su tutte, o ancora Luce a Montalcino, senza dimenticare Attems, in Friuli Venezia Giulia.
Al n. 26, ancora, una delle new-entry più clamorose, quella di Gaja, brand che da decenni è considerato tra i più importanti del vino italiano, icona delle Langhe con i suoi grandi Barolo e Barbaresco, ma non solo con la cantina guidata da Angelo Gaja, produttore tra i più autorevoli, ascoltati e tal volta provocatori del panorama italiano, insieme alle figlie Gaia e Rossana e al figlio Giovanni, e proprietà che si estendono fino a Bolgheri (Cà Marcanda), Montalcino (Pieve Santa Restituta), e vini che arrivano anche dall’Etna, come Idda (questa cantina è in partnership con Alberto Graci).
Posizione n. 40, invece, per un altro mostro sacro del vino del Belpaese, il Sassicaia della Tenuta San Guido. Vino mito dell’Italia enoica, lampo di genio di Mario Incisa della Rocchetta, costruito in anni di sogni e ricerca, e con il contributo decisivo di Giacomo Tachis, in quella Tenuta San Guido ancora oggi guidata dalla famiglia, con Nicolò e Priscilla Incisa della Rocchetta ed i cugini, e con il direttore Carlo Paoli, che, con l’annata 2018, di recente arrivata sul mercato Uk, ha segnato l’arrivo della vendemmia n. 50 di questo grandissimo vino che, negli anni, è diventato anche una denominazione a sé stante, Bolgheri Sassicaia, caso unico in Italia.
Tutte prestigiose aziende di grandi famiglie del vino italiano, che, insieme ad altre, hanno portato in alto, negli anni, la reputazione dell’Italia del vino nel mondo, dove continuano a mantenerla tale, a beneficio non solo delle loro aziende, ma del Belpaese enoico tutto.

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