“Sentinelle” per eccellenza dell’ambiente, e ora anche “body guard” delle piante: al solo sentire il ronzio delle api, i bruchi, e probabilmente anche altri insetti infestanti che divorano le foglie, avvertono il pericolo e si allontanano spaventati rinunciando al loro pasto. Secondo Jurgen Tautz del Biozentrum Universität di Wurzburg in Germania, i bruchi captano il ronzio degli insetti tramite delle antennine non troppo sensibili, incapaci di distinguere tra api e insetti predatori, e, per paura di essere assaliti, vanno a brucare altrove: un’importante scoperta, resa nota dalla rivista Current Biology, che suggerisce nuovi metodi per ridurre l’uso di pesticidi killer in agricoltura e fare delle api i “pesticidi naturali”.
Preziosissime perché è grazie a loro che avviene l’impollinazione, adesso è emerso anche che le api possono essere considerate a pieno titolo le “guardie del corpo naturali” delle piante. Gli esperti tedeschi hanno messo api e bruchi in un “set sperimentale” con piante di serra. Risultato? In presenza delle api le piante subiscono il 60-70% di danni in meno alle proprie foglie, rispetto a quando i bruchi sono inseriti da soli sul “set”, senza api intorno. I bruchi captano il ronzio e, incapaci di distinguere se si tratti delle vespe predatrici o delle innocue api, non possono far altro che evitare il pericolo potenziale fuggendo via alla ricerca di altre fonti di cibo.
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