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SOSTENIBILITÀ

Asporto, boom del packaging. Gli italiani chiedono che sia riciclabile (a costo di pagarlo di più)

Lo rivela una ricerca di Pro Carton. Reggio Calabria la prima città per takeaway, Milano tra le ultime. Gli uomini ordinano di più delle donne
ASPORTO, CARTONE, DELIVERY, SOSTENIBILITA, Non Solo Vino
Asporto, boom del packaging. Gli italiani chiedono che sia riciclabile (a costo di pagarlo di più)

L’altra faccia del food delivery e dell’asporto, il cui boom nel lockdown ha consentito alla ristorazione italiana di ridurre, per quanto possibile, l’impatto causato dalla pandemia, è stato un aumento di packaging da smaltire, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Imballaggio che la quasi totalità degli italiani (96%) chiede che sia sostenibile e riciclabile, per il 56% anche a costo di pagare un prezzo maggiore. Lo rivela la ricerca, commissionata da Pro Carton, associazione europea che riunisce i produttori di cartone e cartoncino, condotta su un campione di oltre 1.000 persone, che ha voluto approfondire cosa pensano gli italiani sull’imballaggio d’asporto.
Oltre la metà degli intervistati pulisce e ricicla l’imballaggio d’asporto, se possibile, il 34% non lo ricicla o lo fa veramente e per il 10% è un vero tormento.
La prima motivazione che porta a buttare il packaging usato per l’asporto - e possibile da riciclare - nell’indifferenziata è il fatto che sia troppo complicato da ripulire (55%). A seguire troviamo l’ingombro elevato (18%), il non sapere cosa può essere riciclato e cosa invece no (17%), mentre il 12% ammette che l’obiettivo dell’asporto è proprio quello di risparmiare tempo nel ripulire e l’11% che è troppo trambusto dover pulire i contenitori.
L’indagine ha, inoltre, sorprendentemente rivelato che la città in cui si ordina più cibo d’asporto è Reggio Calabria (con una media di circa 5,5 volte al mese), seguita da Cagliari (5,1) e Catania (4,8). Fanalini di coda nell’asporto risultano invece Livorno (1,3 volte/mese), Trieste (2,2), Torino (2,5) e Milano (2,7). La fascia d’età più interessata al takeaway è quella tra i 35 e i 44 anni (4.5 volte al mese), seguita da quella 22-28 e 29-34, con una media di 4,3 volte al mese. A consumarne meno sono, invece, gli over 65 (2,2). Nonostante non ci sia una grande differenza tra uomini e donne, i primi ordinano di più: 3,7 volte al mese contro 3,3 delle donne.
“Questa ricerca fornisce uno spunto di riflessione per i brand che mirano a ridurre l’impatto ambientale, che dipende in parte dalla scelta del packaging per confezionare i loro cibi - spiega Tony Hitchin, dg Pro Carton - gli italiani si mostrano volenterosi ma spesso confusi su cosa e come differenziare l’imballaggio d’asporto. Oggi sempre più contenitori per il takeaway sono in cartone, dai bicchieri, alle coppette del gelato, ai contenitori per insalate o panini, e dunque facilmente riciclabili se puliti dai residui di cibo”.

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