- Australia, Foster’s separa il vino dalla birra
Il gigante mondiale del beverage, l’australiano Foster’s, è pronto a separare l’attività vinicola da quella birraia nei prossimi 12 mesi. La scelta sarebbe operata dalla società per dare alle imprese che si occupano di birra la necessaria flessibilità, mentre per il vino si tratterebbe di trovare una nuova collocazione. Nei fatti ciò significa che la strategia multibevanda (multi-beverage strategy) che la Foster’s aveva messo a punto e praticato negli ultimi anni, cesserebbe definitivamente. “Stiamo sempre più vedendo i benefici di separare operativamente la birra e le imprese del vino”, ha affermato l’amministratore delegato di Ian Johnston. “La birra e il vino sono prodotti leader, ma operano in segmenti di mercato a sé stante, con differenti caratteristiche operative e strategiche”.
I modi e tempi della divisione ora sono da studiare, ma è probabile che se ne parlerà alla fine del primo semestre 2011. L’eccesso di offerta e la volatilità dei cambi ha fatto cancellare all’azienda più di 1 miliardo di dollari australiani di valore dal suo bilancio fiscale 2010.
- Australia, la profonda crisi del vino
Secondo l’autorevole notiziario australiano Abc Rural, l’industria vinicola del paese sta vivendo la peggiore crisi degli ultimi 50 anni. Le previsioni per il raccolto 2010 sono del 20% in meno sullo scorso anno e il calo dei volumi si accompagna al crollo del prezzo di acquisto delle uve negli ultimi due stagioni. A Riverland e Murray Valley, due importanti aree vinicole, già sono stati estirpati 8.000 ettari di vigneto.
“Nella maggior parte delle regioni calde del paese, abbiamo osservato prezzi ben al di sotto dei costi di produzione. Il basso livello dei prezzi si estende anche a regioni che beneficiano di un clima più fresco e si prevede di produrre vini di alta qualità”, ha affermato Mark McKenzie, direttore della Grape Growers’Australia. Attualmente nelle cantine australiane sono oltre 95.000 le casse di vino invendute che appesantiscono non poco la gestione delle aziende.
- India, 17 milioni per salvare Indage Vintners
Ci sono voluti 17 milioni di dollari per scongiurare la messa in liquidazione della Indian Company Indage Vintners, sino a po’ di tempo fa più conosciuta come Champagne Indage, il produttore di vino più noto del subcontinente.
L’amministratore delegato Ranjit Chougule e altri membri della sua famiglia, sostenuti da alcune banche locali, hanno messo la somma sul piatto nella trattativa per la ristrutturazione dei debiti per scongiurare la richiesta di fallimento spiccata dalla Bombay High Court. Ora se il 75% dei creditori accetterà la soluzione proposta, per l’azienda si apriranno nuove prospettive.
Negli ultimi anni, la Indage Vintners aveva fatto una serie di acquisizioni tra cui Tandou Wines, VineCrest e Loxton Winery in Australia così come i distributori del Regno Unito Darlington Wines e Bottling Company Corby imbottigliatori. Le difficoltà dovute alla recessione ha fatto il resto provocando gravi perdite nel bilancio aziendale.
- Uk, cresce il successo del Pinot Grigio
La percentuale di consumatori di Pinot Grigio nel Regno Unito è aumentata del 30% negli ultimi tre anni. Lo afferma una ricerca del Research Group Wine Intelligence effettuata per conto della Wine & Spirit Trade Association, che ha confrontato le abitudini di consumo tra marzo 2007 e marzo 2010. Tra chi consuma vino almeno una volta al mese, il bianco è sceso dal 45% al 37% delle preferenze, mentre il rosato sale dal 10% al 18% e il rosso arriva al 45%, con un aumento dell’1%.
I paesi preferiti sono risultati il Sud Africa in crescita dal 46% al 50% e la Nuova Zelanda, dal 22% al 27%. Il paese leader, l’Australia, è passata dal 70% delle preferenze al 65%, mentre i grandi perdenti sono risultati la Francia - dal 66% al 53% - e la Germania al 18% con una perdita del 7%.
Lo Chardonnay continua nella discesa dei consensi (-8%), mentre il Sauvignon Blanc è leggermente aumentato dal 56% al 57% e il Pinot Grigio ha visto il maggior aumento, dal 43% al 56%.
Tra i rossi, ci sono stati modesti vantaggi per Tempranillo, Malbec, Merlot e Shiraz, con Gamay (e, in misura minore, Cabernet Sauvignon) che diminuisce. Le promozioni sono ancora la leva principale, con il 70% (rispetto al 61%), nella scelta di una bottiglia di vino, seguita da paese di origine (64%, contro il 53%), poi dalla regione (54 %, dal 40%). Sempre maggiore attenzione è rivolta ai vini di bassa gradazione alcolica. La disponibilità a prendere in considerazione un vino tra i 9% e i 10,5% alcolici, è cresciuta dal 54% al 59%.
- Uk, un supermercato pianta vigneti nel Gloucestershire
Il supermercato inglese “The Co-operative Group” ha deciso di produrre in proprio del vino da un vigneto impiantato in una delle aziende agricole della società nel Gloucestershire. La località prescelta è Ampney Down, vicino a Cirencester, dove si produrrà un vino bianco a partire dal 2014. Il vitigno prescelto è l’Ortega, un incrocio tra Müller-Thurgau e Siegerrebe, comparabile al Riesling, creato nel 1948 da Hans Breider del Bayerischen Landesanstalt für Wein- Obst- und Gartenbau di Würzburg.
Il vino sarà venduto tra i prodotti direttamente realizzati dalla Co-operative, nota per le sue pratiche commerciali etiche. Un altro esperimento del genere sponsorizzato dal supermercato concorrente Waitrose è in corso, ma in questo caso si tratta di uno spumante che sarà ottenuto da viti coltivate in una fattoria dell’Hampshire.
Nel Regno Unito a causa dell’innalzamento delle temperature medie annuali sono in crescita gli impianti dei vigneti. Secondo le statistiche del Wine Standards Branch of the Food Standards Agency, che cura una sorta di “albo dei vigneti” (Uk Vineyards Register), si evidenzierebbe che, dal 2004 ad oggi, sono stati registrati 416 nuovi impianti. In realtà a fronte di 1.106 ettari catalogati, ce ne sarebbero altri non ancora entrati in produzione e quindi non rilevati. Stephen Skelton, Mw, autore della Uk Vineyards Guide, intervistato dalla rivista “Decanter”, ha stimato che se la superficie vitata nel 2008 era vicina a 1.250 ettari, a fine maggio 2009, il totale avrebbe raggiunto i 1.350 ettari.
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