Per Banfi, cantina creata dalla famiglia italo-americana Mariani tra la fine degli anni Settanta e gli inizi degli anni Ottanta del Novecento, e che ha segnato il successo commerciale e comunicativo del Brunello di Montalcino, a partire proprio dagli Usa, si apre una nuova pagina, con Cristina Mariani-May, terza generazione dell’azienda, sempre più protagonista della Banfi del futuro, ed al vertice di una governance rinnovata e ridefinita nei ruoli, con l’obiettivo di unire sempre di più all’anima italiana e quella americana dell’azienda, con un passaggio indispensabile per sostenere la leadership aziendale e proseguire nel percorso di continuità culturale e di proprietà familiare.
Nel dettaglio, dal 10 gennaio, Enrico Viglierchio, oltre a mantenere il ruolo di dg del gruppo, assume l’incarico di presidente del cda di Banfi Società Agricola srl. Nel suo nuovo ruolo diviene responsabile dei settori agricolo, enologico e di produzione. Ad affiancarlo, come vicepresidente, è Gabriele Mazzi, cfo di entrambe le società Banfi srl e Banfi Società Agricola srl, oltre a Cristina Mariani-May, Philip Calderone e Jason Arfin. Rodolfo Maralli è stato nominato presidente del cda di Banfi srl e, oltre al nuovo incarico, proseguirà nella sua funzione di direttore commerciale e marketing, comunicazione esterna e relazioni con la stampa. Vicepresidenti della società sono stati nominati Enrico Viglierchio, Gabriele Mazzi ed Elizabeth Koenig, di fresca nomina a direttore hospitality di Castello Banfi Wine Resort. Cristina Mariani-May, Philip Calderone e Jason Arfin sono gli altri membri del cda.
Nel nuovo modello di governance spicca la nascita di un “comitato esecutivo”, con funzioni di pianificazione strategica e indirizzo di medio-lungo termine che, presieduto da Cristina Mariani-May, vedrà al proprio interno i membri dei due cda: il tutto a ribadire il fine ultimo di questo percorso organizzativo: l’integrazione delle due anime, italiana e americana, e la spinta verso l’innovazione e il cambiamento. “I miei ringraziamenti vanno al team Banfi al completo, per il percorso fatto e, soprattutto - ha detto Cristina Mariani-May - per il radioso futuro che ancora dobbiamo scrivere. Un caloroso ringraziamento va anche a Remo Grassi per i suoi oltre 40 anni di passione e dedizione nella nostra azienda. La nuova organizzazione ci proietta verso un nuovo modo di lavorare insieme, come un’unica azienda, per raccogliere e vincere le sfide del futuro: for a better wine world”.
Si apre un nuovo corso, dunque, nel segno della continuità, per una delle realtà leader del Brunello di Montalcino, del vino italiano e non solo. Perchè Banfi, oltre ad essere una grande cantina, un importante distributore di vino a livello italiano e soprattutto in Usa, una struttura ricettiva di alto livello, nel circuito Relaix & Chateaux, con tanto di ristorante stellato, La Sala dei Grappoli, al suo interno, è sempre più unl’azienda agricola a 360 gradi, capace di produrre eccellenze che vanno oltre al vino. Perchè si parla di una realtà dal fatturato 2022 intorno ai 68 milioni di euro, con quasi 400 dipendenti, vini presenti in 100 Paesi del mondo, con quasi 3.000 ettari di terreni di proprietà tra Toscana (soprattutto a Montalcino, ma passando anche per Chianti Classico, Bolgheri e non solo) e Piemonte, di cui più di 1.000 coltivati a vigneto, e oltre 450 ettari a colture diverse, a Montalcino, tra grano varietà Cappelli, da cui si produce una pasta di altissima qualità, e farro, entrambi in biologico, ed ancora olivi, senza dimenticare 100 ettari per la produzione di susine, di cui è tra i leader in Italia, la produzione di miele e così via. Una sorta di “fattoria moderna”, il cui fulcro è il grande vino, ma intorno al quale ruota un ecosistema molto più complesso. E che, dopo aver segnato in maniera decisiva il passato recente del territorio di Montalcino, è pronta a scriverne un pezzo di futuro.
Focus - Banfi, il profilo ufficiale
Banfi, conosciuta in tutto il mondo per il suo Brunello, è di proprietà della famiglia Mariani che, tra il 1978 e il 1983, ha fondato l’azienda a Montalcino. Una tenuta di 2830 ettari in un’unica porzione di cui, circa un terzo, è coltivato a vigneto specializzato e il resto è ricoperto da boschi, olivi, susini, cereali e altre coltivazioni. Nel 1979, i Mariani acquistano, inoltre, una storica cantina piemontese, oggi Banfi Piemonte, che rappresenta la perfetta unione tra la secolare tradizione spumantistica piemontese, e l’esperienza enologica maturata in Toscana. L’amore per la Toscana ha recentemente avvicinato Banfi a nuovi territori, tra i più vocati della regione: Bolgheri, Maremma, Chianti e Chianti Classico. Banfi, da sempre, ha fortemente creduto nell’accoglienza, fino a far diventare il Castello di Poggio alle Mura, meticolosamente restaurato, uno straordinario centro, che offre unl’ospitalità completa ed articolata. I numerosi ospiti, dopo la visita guidata alla cantina, possono apprezzare l’eccellenza dei vini Banfi e assaporare l’autenticità della cucina toscana e gli ingredienti più freschi presso i nostri due ristoranti. Per il pranzo La Taverna, dove tradizione e autenticità si danno appuntamento sotto le antiche volte, e per la cena, l’elegante e raffinata Sala dei Grappoli, Stella Michelin. Inoltre, l’Enoteca ricrea l’ambiente di una vera bottega toscana dove gli ospiti possono degustare la completa selezione dei pregiati vini Banfi, accompagnati a salumi e formaggi locali. Da marzo 2007 l’apertura dell’hotel Il Borgo, con le sue 14 Junior Suite e Suite, ha completato la già ampia gamma di prodotti e servizi offerti. Dal 2019 è parte della prestigiosa associazione Relais & Chateaux. Un binomio molto sentito è anche quello tra Banfi e cultura, che si sviluppa attraverso numerosi eventi, tra i quali spicca l’annuale festival “Jazz & Wine”, seguitissimo appuntamento dell’estate montalcinese, giunto ormai alla ventiquattresima edizione. In questo contesto culturale si inserisce il Museo del Vino e del Vetro, che occupa le sale del Castello e in cui è possibile ammirare una tra le più grandi collezioni private di vetri del periodo della Roma Imperiale, oltre a rarissimi oggetti di epoche diverse, ai giorni nostri. Oggi Cristina Mariani-May, terza generazione della famiglia Mariani, coordina le attività dell’azienda, contribuendo in maniera determinante al suo sviluppo.
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