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LA CRISI NELLA TAZZINA

Bar e caffè: a rischio in Italia migliaia di posti di lavoro e aziende, soprattutto i giovani

Il prodotto simbolo del Made in Italy vale due miliardi di euro. L’allarme dell’Istituto Espresso Italiano
BAR, CAFFE', CORONAVIRUS, Non Solo Vino
Bar e caffè: a rischio in Italia migliaia di posti di lavoro e aziende

Il caffè, uno dei prodotti simbolo del made in Italy, dà occupazione a migliaia di italiani e offre opportunità per tantissime aziende, in particolare i giovani che negli ultimi anni hanno investito sempre di più energie e risorse nel settore. Un mercato che contando bar, ristoranti e hotel sfiora i due miliardi di euro all’anno, in piena crisi dovuta all’emergenza Coronavirus, che adesso deve fronteggiare un’ulteriore preoccupazione. La cosiddetta “Fase 2” del Governo italiano dovrebbe mettere in coda alla ripresa la riapertura di bar e ristoranti.
A lanciare l’allarme, unendosi al coro delle associazioni del settore, è l’Istituto Espresso Italiano (Iei), che tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità.
“Questa situazione drammatica riguarda tutti i lavoratori del comparto, ma noi siamo preoccupati soprattutto per i più giovani - afferma il presidente Iei, Luigi Morello - è naturale che saremo tutti chiamati a rispettare le disposizioni del governo, ma i danni di una riapertura tardiva saranno pagati dalla generazione che rappresenta il futuro dell’ospitalità italiana, tra l’altro quella che ha dimostrato segni di grande vivacità e amore per il proprio lavoro”.
Con quasi 150.000 bar sparsi in Italia, ogni giorno vengono serviti in media 175 caffè (un terzo di fatturato del bar) e il mercato del caffè contando bar, ristoranti e hotel sfiora i 2 miliardi di euro all’anno. In sei Regioni - Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Campania - si concentrano i due terzi delle imprese del settore. Il 54,2% di queste imprese è una ditta individuale e la variabilità regionale intorno a questo valore è assai sostenuta. La forbice va dal valore minimo dell’Umbria (43,1%) a quello massimo della Calabria (77,3%). Il 31,3% delle imprese sono società di persone, mentre la quota delle società di capitale è di poco al di sopra del 13%.
L’Italia è la patria del caffè.
Secondo Coffee Monitor, il primo focus dell’Osservatorio social monitoring di Nomisma sviluppato in collaborazione con Datalytics, il caffè espresso è la principale tipologia scelta dagli italiani (93%).
Chi lo consuma beve principalmente 1 o 2 tazzine al giorno (58%) e preferisce la mattina come momento di consumo: il 77% lo fa tutti i giorni appena sveglio. Residuale la percentuale di chi predilige il caffè americano, orzo o altre tipologie di bevanda (7%). Il 58% di chi beve caffè espresso lo fa per trovare la carica necessaria ad affrontare la giornata. Le altre motivazioni sono il gusto (51%) e l’abitudine (30%). Il caffè espresso evoca nell’immaginario dei consumatori momenti di relax (53%), un piacere (47%), ma al contempo un rito, una tradizione (37%). Anche se non si beve in un solo luogo, il bar resta comunque quello preferito, scelto dal 72% del target di riferimento.

Focus: la “fabbrica” del caffè in Italia

L’industria italiana del caffè è uno dei settori industriali più brillanti del food & beverage del nostro Paese. In Italia, nel Settore Caffè, operano oltre 800 torrefazioni con 7.000 addetti e un fatturato vendite 2017 di 3,9 miliardi di euro di cui 1,35 derivanti dall’esportazione. L’Italia rappresenta il terzo Paese al mondo (dopo la Germania e Belgio) per i volumi di esportazione di caffè in tutte le sue forme. Nel 2017 l’export di caffè torrefatto è arrivato, secondo i dati del Comitato Italiano Caffè, a 249 milioni di kg di caffè verde equivalente, con un aumento del 5% rispetto al 2016. Analizzando i dati storici del Comitato Italiano del Caffè negli ultimi 10 anni le esportazioni di caffè torrefatto si sono più che raddoppiate. L’export italiano di caffè torrefatto ha superato nel 2017 1,3 miliardi di euro.

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