Il vino italiano non è solo nella lotta per una distinzione fattuale, storica e culturale dal resto degli alcolici all’interno dell’Unione Europea, che con il “Beating Cancer Plan” ha messo nel mirino anche il consumo (e non solo l’abuso) di alcol, perché, come si legge nella relazione approvata dal Parlamento Europeo, e che a febbraio passerà al vaglio dell’Assemblea, “non esiste un livello sicuro di consumo di alcol”. Citando le conclusioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), infatti, “il consumo di alcol è un fattore di rischio per molti tumori, come quello della bocca, della faringe, della laringe, dell’esofago, del fegato, del colon-retto e della mammella. C’è la necessità di tenerne conto nella discussione e nell’attuazione delle politiche di prevenzione del cancro”. Il pericolo, adesso, è che la Commissione Europea decida di limitare l’accesso alle risorse per la Promozione del wine & food a vino e carne rossa. A lanciare l’allarme, qualche giorno fa, l’Unione Italiana Vini, che sottolineava come l’Unione Europea ha inserito tra i criteri per l’accesso ai fondi di promozione orizzontale dei prodotti agricoli europei (per un valore complessivo di oltre 176 milioni di euro) l’allineamento ad alcuni documenti strategici, come il “Farm to Fork” e il piano comunitario di lotta anticancro, compreso il “Beating Cancer Plan” appena approvato.
I produttori di vino avranno meno chance di essere ammessi alle graduatorie del bando per la promozione in ambito comunitario, e se dal fronte italiano la levata di scudi è netta e mira ad una presa di posizione del Governo, in Francia la presa di posizione più dura arriva dai Vignerons Indépendants. “Questa decisione è una provocazione, una dichiarazione di guerra e una condanna della nostra industria”, ha tuonato il presidente Jean-Marie Fabre, come riporta “Vitisphere”. Sebbene non abbia una portata legislativa, la relazione potrebbe - come abbiamo visto - comunque portare la Commissione Ue a basare le proprie scelte politiche nell’ottica del piano comunitario contro il cancro. Del resto, sottolinea la eurodeputata alsaziana Anne Sander, “tutti gli emendamenti che potrebbero rivelarsi problematici per l’industria del vino sono stati votati in Commissione. Dovremo costruire il massimo sostegno intorno alla causa del vino nella sessione plenaria di febbraio, ma non sarà facile”.
La strada giusta, secondo i viticoltori francesi, passa per prevenzione ed educazione, perché “nessun consumo significa nessuna produzione, il che significa smantellare un settore strategico per l’Unione Europea. È una scelta politica di cui dovranno farsi carico Parlamento, Commissione e Consiglio”, aggiunge Jean-Marie Fabre, appellandosi al senso di responsabilità delle Istituzioni. “Il cancro è una malattia causata da molteplici fattori. Si tratta di analisi semplicistiche, basate su uno studio parziale del “Lancet”, che riflettono un punto di vista ideologico, dogmatico e utopico”, aggiunge il presidente dei Vignerons Indépendants, attaccando una logica assurda: “per evitare di ammalarsi di cancro ai polmoni causato da polveri sottili, il Comitato è in grado di vietare persone dall’inspirare...”.
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