02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024
ECONOMIA DEL VINO

Bene l’horeca, frenano retail ed e-commerce, corrono gli spumanti: i trend nell’analisi di Masi

Lo stato del mercato per una delle realtà più importanti del vino italiano, quotata in borsa. Renzo Rosso (al 10%) esce dal cda (ma non dal capitale)
BORSA, MASI AGRICOLA, MERCATI, RENZO ROSSO, SANDRO BOSCAINI, TREND, vino, Italia
La famiglia Boscaini, alla guida di Masi Agricola

Una rondine non fa primavera, ma le grandi aziende del vino rappresentano da sempre un osservatorio importante sui mercati. Come Masi Agricola, una delle realtà più importanti del vino italiano, top brand dell’Amarone della Valpolicella, ma anche del Prosecco, con Canevel, e non solo. Una delle pochissime realtà del vino italiano quotante in Borsa, nell’Euronext Growth Milan, e che se, come molte altre cantine importanti ha chiuso il 2022 in netta crescita sul 2021 (a 74,7 milioni di euro, +13%, ed un Ebitda passato da 12,9 a 13,2 milioni di euro, seppure penalizzato in percentuale dall’aumento dei costi operativi), nel tracciare il suo bilancio, spalanca una prima finestra di analisi su un 2023 ormai verso la fine del suo primo quarto, ed iniziato portandosi dietro tutte le incognite geopolitiche e macroeconomiche del 2022, tra guerra, caro energia, caro materie prime, inflazione e rischio di recessione in diverse aree del mondo.
Nelle comunicazioni agli azionisti, infatti, si legge che “guardando all’apertura del 2023 occorre ricordare che il primo trimestre dello scorso esercizio è stato il migliore primo trimestre della storia del Gruppo (ricavi +38% sul 1Q-2021). Esaminando gli ordini ricevuti nei primi due mesi, Masi si attesta a meno del 2022 all’estero, ma molto meglio dei livelli pre-Covid in generale. Peraltro, il primo bimestre 2022 ha registrato ricavi connessi a un prodotto Masi one-off in esclusiva per uno dei più importanti retailer europei: depurando tale elemento dal confronto, l’ordinato di gennaio e febbraio 2023 risulta quasi a parità con il controperiodo. Canevel si attesta, invece, molto al di sopra dell’anno scorso”.
Tra le righe, dunque, si legge di una sostanziale stabilità sul fronte dei vini fermi, e della corsa delle bollicine, vero traino dell’export di tutto il vino italiano anche nel 2022, che sembra non conoscere inciampi. Ma dall’analisi di masi emergono altri aspetti interessanti. “Il canale horeca - si legge - sta lavorando molto bene, a dispetto dell’aumento dei prezzi e della difficoltà nel reperimento e mantenimento di forza-lavoro; il retail, sia monopolistico che libero concorrenziale, sta scontando lo switch del consumo verso l’horeca e un’aumentata prudenza dei consumatori, che si mantengono fedeli al punto-prezzo consuetamente frequentato, o lo abbassano o addirittura rinunciano all’acquisto. Si registra, inoltre, una generale strategia di abbassamento dei livelli di copertura di stock da parte dei retailer: questa attitudine al momento appare come un ristorno della strategia di re-stocking perseguita nel 2022 e derivante dall’elevata propensione dei mercati, soprattutto quelli oltreoceano, ad anticipare gli ordini di acquisto per premunirsi da eventuali aumenti di prezzo e per fronteggiare le accentuate difficoltà dei trasporti internazionali”. Ancora, scrive Masi, “l’online è stabile o recessivo, sull’orma di quanto sta accadendo nell’offline retail; il duty free genera aspettative di ulteriore crescita, soprattutto se l’auspicato futuro abbassamento delle tariffe dei biglietti genererà ulteriore incremento del numero dei viaggiatori; in molti Paesi i media veicolano aspettative di recessione”.
Insomma, un quadro dai toni chiaro scuri, come è inevitabile, e dove è difficile, in ogni caso, fare previsioni, con variabili come i costi di produzione che cambiano in continuazione, e che richiedono più che in passato un monitoraggio costante ed la capacità di reagire rapidamente.
Questo è quello che di più interessante emerge dai numeri e dalle analisi di Masi Agricola, il cui pacchetto azionario è saldamente nelle mani della famiglia Boscaini, con i fratelli Sandro, Bruno e Mario Boscaini che detengono il 24,5% a testa, mentre il 5% è detenuto dalla fondazione Enpaia, un 11,5% è nelle mani del mercato ed un 10% che, invece, fa capo alla Red Circle Investments del patron di Diesel Renzo Rosso che, come si legge nelle comunicazioni ufficiali, il “9 marzo 2023 ha rassegnato le dimissioni da consigliere di amministrazione indipendente, motivandole sulla base di una sua perdita di interesse nel rivestire la carica non essendo riuscito ad “apportare un contributo professionale e innovativo ai processi gestori” e lamentando, al contempo, che il governo societario di Masi non è “in linea con gli standard di riferimento di società con azioni negoziate sui mercati di capitali”. La Società - si legge ancora nella nota - ritiene di sottolineare che al signor Renzo Rosso non è mai stata negata l’opportunità di esprimere le proprie valutazioni nell’ambito del dibattito consiliare, anche con riferimento al governo societario, ricordando peraltro le recenti dichiarazioni del signor Renzo Rosso sul quotidiano “Il Sole-24Ore” sul contributo da lui portato alla Masi, definita “un’azienda ben strutturata”. La società avvierà, nei prossimi giorni, le valutazioni per ogni decisione in merito alla sua sostituzione”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli