Le collezioni hanno valore quando sono composte da pezzi pregiati, e quando sono complete, capaci di raccontare una storia ed un percorso. Come fanno le “verticali”, quando si parla del vino. E, a livello italiano, non sono poi molte le cantine capaci di raccontare con completezza di profondità la loro storia enologica con “library” complete delle loro vecchie annate. Lo sono Biondi Santi, culla del Brunello, a Montalcino, o ancora, Giacomo Conterno, mito di Barolo, per fare solo due esempi eccellenti. E lo è anche Bertani, nome storico della Valpolicella e dell’Amarone, che custodisce una biblioteca unica di 49 annate di Amarone della Valpolicella Classico che coprono sei decadi, partendo dalla 1958. Fino all’ultima che arriva sul mercato, la 2013, prodotta in quantità piccolissime, e che, proprio per questo, gli appassionati ed i collezionisti potranno acquistare, per la prima volta, con una sorta di “exclusive presale”, una vendita in esclusiva in anteprima tra una parte in “prelazione” per i clienti storici, ed una in “assegnazione” per nuovi appassionati che la cantina del gruppo Angelini Wines & Estates apre, a partire da oggi, 1 giugno, consentendo agli amanti dell’Amarone Bertani di aggiungere l’ultimo (in ordine di tempo) prezioso tassello della storia dell’Amarone alle proprie collezioni.
Una novità che è “un atto di responsabilità e rispetto che abbiamo nei confronti dei nostri clienti affezionati abituali che, ogni anno, ci rinnovano la loro fiducia e che, in passato, non siamo riusciti a servire per mancanza di prodotto. A loro daremo la priorità e la possibilità di continuare a coltivare le piccole “library”, verticali che ci sono nel mondo enogastronomico nazionale ed internazionale, di cui siamo particolarmente orgogliosi e alle quali prestiamo grande attenzione. Una piccola allocazione verrà riservata ai nuovi clienti che vogliano conoscere ad apprezzare il nostro Amarone Classico”, spiega Andrea Lonardi, Coo Angelini Wines & Estates. Una novità legata da una vendemmia “speciale, che porta con sé alcuni caratteri distintivi, tra cui le modeste quantità ed anticipa la mancanza di produzione della successiva annata 2014, che non sarà messa in commercio - spiega Lonardi - perché è stata un’annata climaticamente molto difficile, ed il vino non riflette le caratteristiche del nostro Amarone, dal punto di vista organolettico e qualitativo. Una conferma ulteriore della serietà e dell’approccio etico di questo marchio, che vuole essere sempre trasparente con i suoi estimatori”.
Una decisione coraggiosa, quella di non produrre Amarone Classico 2014, presa giù subito dopo quella vendemmia sfortunata, quando alla guida della cantina, in vesti di ad, era Emilio Pedron. Mentre ora, dopo 3.471 giorni di attesa e lavoro, 18 di vendemmia, 99 di riposo in fruttaio, 42 di fermentazione, 3.012 di maturazione in botte e 300 in bottiglia, dopo quasi dieci anni di dedizione e pazienza, di attenzione e cura del particolare, per poter degustare un vino che non teme il tempo, arriva l’annata 2013. Che va, dunque, ad aggiungersi alle altre 48 annate custodite nella “Bertani Library”, e vede il suo carattere legato all’“esuberanza, una delle quattro caratteristiche con cui vengono descritte le vendemmie dell’Amarone Classico di Bertani (esuberanza, eleganza, raffinatezza, delicatezza).
Di queste sono 43 quelle selezionate da Nick Jackson, Master of Wine, già autore di Beyond Flavour, ex buyer Sotheby’s e grande esperto di fine wines per “The Library”: il racconto di come in Bertani lo stile, attraversando i decenni, abbia saputo mantenere la sua identità inconfondibile. Negli anni l’azienda (fondata nel 1857 da Giovan Battista e Gaetano Bertani, e, dal 2011, sotto l’egida di Angelini) ha conservato una ferma personalità indipendentemente da cambiamenti climatici, viticoli e di trend. Un lavoro senza eguali, che mette in luce una precisa cifra stilistica, tale per cui, come afferma Nick Jackson “l’Amarone di Bertani non è un Amarone qualsiasi, è l’Amarone Bertani”. E che, con la vendemmia 2013, vede partire un nuovo modo di gestione del mercato del prodotto di punta della cantina.
“Negli ultimi anni, con piacere, abbiamo riscontrato una forte domanda per il nostro Amarone Classico, superiore rispetto alla disponibilità - spiega il Ceo Angelini Wines & Domains, Ettore Nicoletto - e quindi a volte non siamo riusciti ad accontentare pienamente, nelle quantità richieste, alcuni clienti fidelizzati e storici, che hanno sposato il nostro brand, e che in decenni hanno messo insieme verticali importanti. E quindi introduciamo questo modo diverso di gestire l’offerta. Chi sposa il brand e lo promuove in Italia e nel mondo va guardato con attenzione. È una cosa fondamentale. Non vogliamo creare clienti di “serie” A o di “serie B”, ma chi ci segue da decenni e ci valorizza va premiato con più sensibilità e attenzione, e questo lo si può fare solo controllando al meglio le assegnazioni, visto che il prodotto è limitato. Quindi questo cambio di rotta che nasce anche legato alla scarsità delle vendemmia 2013 e al fatto che la vendemmia 2014 di Amarone della Valpolicella Classico Bertani non l’ha prodotta, segna l’inizio di un nuovo percorso che diventerà strutturale”. Un’iniziativa speciale, dunque, che diventerà una consuetudine, e che nasce con una vendemmia speciale, perchè “la 2013, che ha visto una produzione del 30% inferiore alla media per il nostro Valpolicella Classico, è un’annata “spartiacque”. Una vendemmia storica al pari della 1964 o della 1967, che per me - spiega ancora Lonardi a WineNews - traccia la strada per la potenzialità ed il futuro dell’Amarone, perchè è un vino teso, elegante, con le uve che hanno riposato meno tempo del solito nei fruttai, per altro a temperature più basse, come del resto avveniva in passato. Traccia la strada, così come farà la vendemmia 2022 - dice Lonardi - per un Amarone che per diventare davvero un “fine wine” deve saper rimanere uguale a se stesso ma cambiando qualcosa. Che vuol dire avere vigne vocate e dedicate all’Amarone diverse da quelle per il Valpolicella, riposi sui fruttai delle uve più brevi e con temperature più basse, e arrivare ad un vino che deve essere più territorio e meno metodo”. Così come è stato, dunque, per la vendemmia 2013, “caratterizzata da un inverno con temperature e piovosità di poco al di sopra della media del periodo. Abbondanti piogge e basse temperature in primavera hanno determinato un ritardo del germogliamento di circa dieci giorni. Il maggio - dice Lonardi - è stato particolarmente piovoso, con un regime termico inferiore alla media storica che ha ritardato la fioritura di sette-dieci giorni. Un’estate calda e asciutta con preziose piogge in agosto ha poi creato le premesse per un periodo pre-vendemmiale di rara eccezionalità. I tanto attesi sbalzi termici tra il giorno e la notte, tipici della Valpolicella, registrati tra l’ultima settimana del mese di agosto e la prima decade di settembre hanno assicurato la piena maturazione delle uve dal punto di vista polifenolico e aromatico”. E, secondo il Master of Wine Nick Jackson, nel bicchiere, l’Amarone Classico Bertani esprime “un naso fantastico, di grande ampiezza aromatica e classe. Un palato di grande concentrazione e dalle linee espressive nette: estremamente intenso e focalizzato. Tannini di splendida grana e una nota di cedro a dominare il tutto: un vino monumentale che abbaglia per la sua complessità e bellezza”. “A mio parere - dice Lonardi - è il commento più bello che potevamo ricevere. È assolutamente in linea con il nostro stile di Amarone: fresco, leggero, sapido e di grande bevibilità. Uno stile che non cambia nel tempo e che al contrario vuole esaltare i caratteri di un territorio unico soprattutto quando interpretato per esaltare la longevità e il piacere di poterlo sempre bere”.
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