Un comparto che nel 2023 in Italia ha raggiunto i 437,5 miliardi di euro, registrando un +2,2% sul 2022 e che coinvolge 2 milioni di occupati e 808 imprese innovative attive, che rappresentano il 6,6% del totale delle startup italiane. Parliamo della bioeconomia - un comparto che include settori strategici come agricoltura, silvicoltura, agroalimentare, chimica bio-based, farmaceutica, bioplastiche e molto altro - e che è stato analizzato dal report “La Bioeconomia come motore di crescita sostenibile. Opportunità̀ e strategie”, in occasione di “Terra Next”, il programma di accelerazione dedicato a startup e Pmi innovative nel settore della bioeconomia e parte della Rete Nazionale Acceleratori Cdp Venture Capital, un network presente su tutto il territorio italiano con l’obiettivo di sostenere la crescita di startup specializzate nei mercati a maggiore potenziale.
Lo studio offre una sintesi dello stato dell’arte della bioeconomia in Europa e in Italia e suggerisce delle proposte per attrarre e incrementare gli investimenti: il comparto viene reputato dai promotori del rapporto in grado di trasformarsi in una leva per affrontare le sfide attuali e diventare un fattore di accelerazione molto forte per aiutare a ridurre le emissioni di Co2, sostenere la biodiversità, creare modelli economici resilienti e favorire la transizione ad un’economia circolare. In un’Europa al bivio, costretta a rincorrere il divario con Stati Uniti e Cina, e alle prese con il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 prevista dal Green Deal Europeo, l’Ue deve integrare innovazione e sostenibilità. Come farlo? Il report spiega come la bioeconomia possa giocare un ruolo cruciale: in Europa, gli investimenti nei settori Agrifood, Bio-materiali, Cleantech e Tech & Digital hanno raggiunto 11,6 miliardi di euro nel 2023, con ben 24 Paesi su 27 dell’Ue che hanno destinato capitale di rischio a queste tecnologie, segno della crescente attrattività del settore. Con un valore di mercato di oltre 2.350 miliardi di euro e 16 milioni di persone impegnate nel comparto, la bioeconomia viene reputata un pilastro strategico per l’economia europea anche se nel 2024 si osserva una contrazione degli investimenti nel Climate-Tech a livello continentale, segnalando la necessità di nuove strategie di sostegno.
Anche in Italia, il settore sta crescendo, ma con alcune difficoltà: dopo aver superato i 220 milioni di euro di investimenti in venture capital nel Climate-Tech nel 2023, nei primi nove mesi 2024 si è registrato un calo significativo, con investimenti ridotti a circa 100 milioni di euro. Per quanto riguarda il comparto Agrifood, Bio-materiali, Cleantech e Tech & Digital, nel 2023 gli investimenti hanno raggiunto 132 milioni di euro, pari all’1,1% del totale europeo e al 10% del venture capital nazionale.
La bioeconomia italiana, tuttavia, continua a espandersi. Tra le azioni imprescindibili analizzate dal report il sostegno all’innovazione bio-based attraverso investimenti mirati e fondi di venture capital specializzati, la sperimentazione e lo scale-up tecnologico con strumenti come regulatory sandboxes e living labs, lo snellimento delle normative e maggiori incentivi in procurement verde per agevolare l’adozione di biocarburanti, bioplastiche e biomateriali, e favorire ricerca e sviluppo attraverso programmi come Horizon Europe e Innovation Fund.
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