Se già oggi il bio legato al wine & food in Italia è diventata una realtà economica importane, con un giro d’affari superiore agli 8 miliardi di euro (di cui 4,5 in Italia e 3,6 all’export), il futuro - nonostante i timori legati all’inflazione e quindi al generale calo dei consumi, e al costo delle materie prime, dell’energia e dei trasporti, che resta elevato - secondo gli operatori, è piuttosto roseo. E sono di più le aziende secondo cui il giro d’affari aumenterà nei prossimi 12 mesi, rispetto a quelle che prevedono dei cali (eccezion fatta per la gdo nazionale), secondo quelle sondate da Nomisma per l’Osservatorio Bio by Sana, di scena da ieri al 9 settembre 2023, a Bologna. Guardando al cibo, in particolare, all’export il 38% delle aziende prevede una crescita, il 41% stabilità, ed il 21% in calo. Diversa la situazione in Italia. Sul fronte della grande distribuzione (che muove il 58% del giro d’affari per il consumo domestico di prodotti bio), il 27% prevede un calo del giro d’affari contro un 21% che all’orizzonte vede una crescita, e ad un 52% che ipotizza stabilità. Nella ristorazione, invece, se per il 48% degli operatori il fatturato legato al bio resterà come oggi, per il 27% crescerà, mentre per il 25% è destinato a scendere. Parità assoluta, invece, per quanto rigurda i negozi specializzati: il 50% prevede fatturato stabile, mentre si dividono a metà, con il 25% a testa, coloro che prevedono aumenti e coloro che prevedo diminuzioni. Prospettive ancora più positive per il vino bio, che all’export rappresenta il 20% del valore totale, e con la vite bio che, secondo i numeri di “Bio in cifre 2023” by Sinab, con 135.667 ettari in regime biologico, il 21,3% del totale, (dato 2022, in crescita del +5,9%), è la terza coltura più diffusa dopo cerali (oltre 360.000 ettari) e olivo (273.624 ettari), Sicilia in testa, con 37.650 ettari, seguita dalla Toscana, con 22.820 ettari, e dalla Puglia, con 19.372 ettari di vigneto bio. Ebbene, sul fronte delle esportazioni di vino biologico, ben il 61% degli intervistati pensa che il fatturato aumenterà nei prossimi 12 mesi, rispetto al 28% che non prevede variazioni, e ad un minoritario 11% che prevede cali. A livello italiano, invece, le previsioni sono in negativo nella grande distribuzione, con il 33% che prevede un calo delle vendite di vino bio ed un 24% un aumento, mentre il 48% non prevede cambiamenti. Mentre è decisamente positivo il saldo previsionale nel fuoricasa e nei negozi specializzati. Nella ristorazione, infatti, ben il 49% degli operatori prevede una crescita del giro d’affari legato al vino biologico, contro un 16% che è pessimista, ed un 34% che vede le cose stabili. Percentuali che, sul fronte dei negozi specializzati nel biologico, sono del 36% per chi vede crescita, del 43% di chi predica stabilità, e del 21% per chi prevede cali.
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