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COLLABORAZIONI ILLUSTRI

Bobo e Bibi e la gioia del bere secondo Staino in etichetta de “Il Viaggio di Landò Prima Fermata”

Il grande fumettista e vignettista italiano “presta” i suoi personaggi più amati al nuovo progetto dell’enologo e agronomo David Landini in Toscana

Insieme su di un landò con un calice di vino - lei normale, lui ironicamente esagerato - sospeso tra cielo e terra e trainato dalla potenza della passione, senza briglie né freni: ecco la gioia del bere, della natura e dell’amore universale, per Bobo e Bibi e per il loro creatore, Sergio Staino. Il giornalista, fumettista, vignettista e regista italiano, amante della buona tavola, “presta” al vino i suoi personaggi più amati, tra i più celebri della storia del fumetto e della satira italiana, firmando l’etichetta del Prima Fermata 2020, che riassume la storia del vino frutto de “Il Viaggio di Landò ”, il nuovo progetto dell’enologo ed agronomo David Landini in Toscana.
Prima Fermata 2020 è ottenuto in sole 3.000 bottiglie numerate, vinificando uno tra i più antichi vitigni della toscana, il Canaiolo al 100%, da un piccolo vigneto di oltre 90 anni nella campagna pisana, in località Palaia, ed è il frutto del progetto enologico di Landini, amministratore e direttore tecnico di Villa Saletta, fattoria a Palaia di oltre 1.000 ettari composta da boschi, vigneti, uliveti, campi coltivati a grano ed erbe aromatiche, tartufaie, pioppete, un borgo del trecento e diversi casolari, dopo aver lavorato per Frescobaldi, Antinori e Bertani Domains.
Un progetto che riscopre vecchi vigneti per produrre vini in modo naturale e farli essere specchio fedele del territorio, del clima e dell’uvaggio. “Il Viaggio di Landò rappresenta un paziente e meticoloso percorso di ricerca, dal passo lento e privo di fretta - spiega una nota - come se la strada verso i vigneti più antichi avvenisse su di un’antica carrozza, il landò, il cui nome evoca anche il soprannome di Landini, Lando, e simboleggia insieme l’importanza di un calmo respiro che conduce ad una più profonda ed introspettiva consapevolezza della vita e lo sguardo verso il passato che narra come il vino fosse fatto un tempo, senza artifizi né scorciatoie”.

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