A Bordeaux non è in crisi solo il comparto dei vini entry level pagati pochi euro al litro, che ha portato, tra le altre cose, ad un piano di espianto da 9.000 ettari di vigna nella Gironda, e reso incandescenti le proteste dei viticoltori contro négociant e gdo. Ad essere in difficoltà, da qualche tempo, è anche il sistema dell’“En Primeur”, messo in crisi da diversi fattori. Da un mercato non più ricettivo come in passato per i vini di Bordeaux (che nel 2023, secondo i dati di Business France, hanno visto un calo del -12% nelle esportazioni in volume, ndr), alle difficoltà finanziarie dei négociant a causa dei rialzi dei tassi di interesse, ma anche da un combinato disposto che ha visto produzioni poco abbondanti nelle ultime annate, con la conseguenza che molti châteaux hanno alzato e non poco i prezzi dei loro vini, mentre il mercato chiedeva l’esatto contrario. Situazione che sembra confermarsi, in maniera ancora più netta, in questi giorni, con l’attesa per i primi rilasci “ex château” a chiusura della “Semaine des Primeurs”, andata in scena dal 22 al 25 aprile a Bordeaux, con sotto i riflettori la vendemmia 2023, con la regia dell’Union des Grands Crus de Bordeaux, ed un pubblico dichiarato di 5.000 persone tra operatori, critici e collezionisti da tutto il mondo.
A dire di quanto Bordeaux non sia più brillante come un tempo, c’è anche il Liv-Ex, piattaforma di riferimento del mercato secondario, che sottolinea come, se i grandi vini bordolesi, nel 2018, rappresentavano il 60% degli scambi, oggi la quota sia scesa al 40%, con Borgogna, Italia, Champagne e Stati Uniti che hanno visto crescere il loro share. In ogni caso, a detta di molti, quest’anno sarà un vero spartiacque. I giudizi sulla qualità dell’annata 2023 ancora sono prematuri, ma molti concordano che non saranno raggiunti i livelli di qualità del 2019, se non con le classiche eccezioni. Come, in qualche modo, si evince dalla descrizione che ne dà Millesimà, uno dei principali wine merchant di Bordeaux: “con l’inizio della stagione en primeur 2023 a Bordeaux, le prime impressioni indicano che l’annata è segnata da un clima contrastante e da un’ampia varietà nelle denominazioni. L’inverno mite e piovoso ha portato a un germogliamento precoce, seguito da una primavera costellata da gelate e grandinate. La fine della primavera è stata particolarmente umida, esercitando una forte pressione sanitaria sui vigneti e richiedendo una maggiore vigilanza da parte dei viticoltori per preservare la qualità delle uve. L’estate, calda e soleggiata, ha favorito la maturazione delle uve, ma alcune ondate di calore hanno reso necessaria un’attenta gestione e protezione delle viti dallo stress idrico. Le piogge di fine agosto e inizio settembre hanno garantito una maturazione ottimale delle uve. Le prime degustazioni hanno rivelato vini rossi intensi e ben strutturati con aromi di frutta nera e spezie, con un Cabernet Sauvignon elegante nel Médoc e un Merlot rotondo sulla Riva Destra. I vini bianchi secchi sono freschi e minerali, con aromi di agrumi e frutta bianca, mentre i vini dolci di Sauternes e Barsac si preannunciano eccezionali. Anche se gli esiti finali devono ancora essere confermati, l’annata 2023 promette di essere ben equilibrata, espressiva e con un buon potenziale di invecchiamento, suscitando l’interesse degli amanti dei grandi vini. I viticoltori di Bordeaux hanno saputo affrontare al meglio gli ostacoli climatici e sanitari per produrre un’annata promettente”.
In ogni caso molti wine merchant sembrano sottolineare che, perché il mercato torni a veder girare le bottiglie in quantità, servirà un calo dei prezzi di almeno il 30%. I primi segnali, con i primi rilasci dei listini, sono attesi per inizio maggio, e con ogni probabilità i primi a parlare daranno una direzione chiara alla campagna. Ma c’è un tema di fondo, sottolinea ancora il Liv-Ex: chi acquista “En Primeur”, immobilizzando dunque somme importanti prima che il vino arrivi fisicamente sul mercato, da qualche anno si ritrova con vini che poi entrano nel commercio a prezzi uguali, se non più bassi, di quelli dell’acquisto “En Primeur” stesso. Situazione che, secondo uno studio di “Wine-Lister”, rischia di paralizzare il sistema, tanto che stando ad un sondaggio svolto su 58 player tra négociant, case d’asta e addetti ai lavori, è necessario un vero e proprio shock (al ribasso) sui prezzi per rinnovare l’interesse sul sistema dell’“En Primeur”. In ogni caso, la 2023 che arriverà sul mercato è un’annata prevista non eccezionale dal punto di vista della qualità, e non scarsa dal punto di vista della qualità, e con un mercato già stagnante per l’annata 2022, uscita in molti casi a prezzi elevatissimi. Motivi per i quali, conclude il Liv-Ex, per l’annata 2023, “ulteriori aumenti dei prezzi sono fuori discussione”. I primi rilasci “ex château”, come detto, attesi a giorni, faranno capire un po’ di più, e diranno se il mito di Bordeaux è ancora tale o meno.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024