Anche il mito di Bordeaux, Château Margaux, conferma le difficoltà non solo del grande territorio francese, ma del mercato del vino nel complesso, seguendo il trend generale e quanto fatto da tutti gli altri big, con un prezzo di rilascio dell’annata 2024, comunicato nei giorni scorsi, a 276 euro a bottiglia “ex-négociant”, il più basso dal 2014 ad oggi, e a 3,240 sterline a cassa sulla piazza di Londra, il -25% sul 2023. Un segnale forte e chiaro, e tutt’altro che positivo, quello della “En Primeur” di quest’anno, insieme a tanti altri che abbiamo raccontato in queste settimane (qui e qui), che emerge dai rilasci degli châteaux, e anche dalle diverse analisi sul un territorio, Bordeaux, che pesa tantissimo sul mercato del vino per volumi e valori, e che in qualche modo è lo specchio di molte tendenze del commercio del vino in generale, ad ogni livello.
Perché come evidenzia, per esempio, uno studio di Wine Lister, che è di proprietà di “Le Figaro Vin”, i prezzi di uscita dell’annata 2024 dei 105 vini rilasciati fino al 3 giugno, mostrano un calo medio del -30% anche rispetto a prezzi medi di mercato a tre mesi delle 10 annate precedenti. E se il “peggiore” è Leoville Las Cases, con un -48%, nella “Top 10” di questa peculiare e poco prestigiosa classifica, ci sono anche nomi importantissimi come Margaux, Lafite Rothschild e Mouton Rothschild. In più, a raffreddare gli entusiasmi, c’è anche un giudizio della critica che, pur rimanendo elevato, in media, è meno lusinghiero rispetto all’annata 2023, con l’eccezione dei vini bianchi (i punteggi analizzati sono quelli di Antonio Galloni e Neal Martin per Vinous.com, Bettane + Desseauve, JancisRobinson.com ed Ella Lister de “Le Figaro”). Ebbene, il giudizio medio della critica è di 94,61 punti per i vini 2024, un punto in meno dei 95,61 del 2023,in un trend che riguarda tutte le “Appellation di Bordeaux”, con Pomerol che spunta di poco il risultato migliore (94,83 punti), ma comunque con un giudizio più severo sull’annata 2023, e soprattutto sulla 2022. Tra i singoli vini, gli unici a superare i 95 punti sono Latour, il migliore in assoluto (95,75), Montrose, Haut-Brion Blanc, Lafite, Ducru Beaucaillou, La Conseillante, Mouton, Margaux e La Mission Haut Brion Blanc.
Ma, come detto, nonostante un ribasso dei prezzi mai visto, complice un quadro internazionale, di mercato e non solo, a dir poco complesso, e un responso del calice, per la critica, non entusiasmante, la domanda per i vini di Bordeaux non riparte, anzi: secondo l’analisi della piattaforma inglese Liv-Ex, sembra crescere il disinteresse. E se “in passato, la minaccia di perdere le allocazioni - e di rinunciare così all’accesso ad annate forti - ha protetto le vendite, anche quando i vini erano deludenti e i prezzi erano stravaganti”, quest’anno, nonostante prezzi bassi, le offerte non sono certo fioccate. E la leva delle assegnazioni sembra non funzionare più, visto che, commenta qualche wine merchant, oggi “puoi ottenere ciò che vuoi da chiunque in qualsiasi momento, e tutto sommato è così da anni”. E se questa, sottolinea il Liv-Ex, può essere una visione estrema, emerge che comunque anche chi ha partecipato fino ad oggi all’“En Primeur” è stato piuttosto cauto, tagliando gli acquisti anche del 50%. Tenendo conto anche del fatto che ancora ci sono tanti vini di annate più vecchie e mature a prezzi interessanti, e che fare magazzino, anche a livello finanziario, sta diventando un peso tanto per i commercianti che per i collezionisti.
“Non si può negarlo, la campagna di quest’anno è stata deludente per tutti i soggetti coinvolti. Un sondaggio tra i commercianti del Regno Unito indica che i valori delle vendite quest’anno hanno raggiunto il livello più basso dal 2013. Anche gli châteaux che hanno ridotto i loro prezzi al di sotto di quelli disponibili sul mercato non hanno venduto, nonostante i rendimenti più bassi. Senza dubbio sono stati fatti degli sforzi lodevoli. Ahimè, nella maggior parte dei casi, non è stato abbastanza”, commenta il Liv-Ex. Che aggiunge anche un altro aspetto che vale per tutto il mercato del vino: oggi, rispetto al passato, valutazioni e dati sui prezzi dei vini sono sempre più semplici da ottenere, anche per collezionisti ed i consumatori. Ed i commercianti devono adeguarsi a questo scenario. “Gli acquirenti non sono necessariamente disinteressati a Bordeaux (o al vino in generale, ndr), sono disinteressati ai prezzi che non corrispondono al mercato, e sono doppiamente disinteressati ad essere abbindolati”.
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