La primavera non ha voluto bene alle api italiane: a causa delle avverse condizioni climatiche e della varroa, il principale parassita di questi insetti, il raccolto dei mieli primaverili nel Belpaese registra un bilancio negativo. Adesso la speranza degli apicoltori si rivolge ai millefiori estivi, mentre altre due importanti produzioni nazionali sono in crisi. Grave sofferenza per il castagno (in Italia ci sono oltre 800.000 ettari), e per l’eucalipto (oltre 60.000 ettari) che sta subendo una progressiva distruzione da parte dei parassiti. Il timore degli apicoltori è che la sofferenza delle piante martoriate dalle infestazioni non consenta la produzione di nettare da parte dei relativamente pochi fiori pronti a sbocciare. “La situazione è preoccupante - commenta Francesco Panella, presidente dell’Unaapi, Unione degli apicoltori italiani - a causa sia dell’andamento meteorologico invernale, sia degli effetti negativi conseguenti all’azione della varroa, quest’anno si è giunti alle soglie della nuova stagione con un numero relativamente ridotto di alveari in buono stato di salute e di sviluppo”. Per il bilancio definitivo del raccolto 2012 si dovrà aspettare la fine dell’estate: se ne parlerà alla “Settimana del Miele” di Montalcino (7-9 settembre), gli “stati generali” dell’apicoltura italiana.
L’estremizzazione delle temperature medie invernali, con un febbraio di forte gelo perdurante e poi un marzo con punte di calore estive, non ha certo favorito l’uscita dall’inverno degli allevamenti apistici. Poi pioggia, freddo e vento hanno praticamente annullato la produzione di miele di agrumi in Sicilia. Fortunatamente la fioritura in Calabria e lungo la costa ionica degli agrumeti si è scaglionata in tempistiche più favorevoli alla produzione, garantendo quindi una buona media produttiva del pregiato e profumato miele d’arancio.
Nel resto della penisola, come in Sardegna, le condizioni meteo non hanno consentito né la produzione dei rari e ricercati monoflora di tarassaco e asfodelo, né quella di millefiori primaverili. Solo qua e là si sono realizzate modeste produzioni di miele di sulla. La fioritura dell’acacia è stata flagellata da vento e nottate fredde, e nonostante la lunga tempistica di fioritura le produzioni sono state da scarse a nulle. Il 2012 rispetto allo scorso anno registra solo un terzo della produzione in Toscana, una media intorno ai 10 kg ad alveare in Piemonte, con medie ancora più limitate nell’astigiano e nel cuneese e una produzione intorno ai 15 kg in Lombardia così come negli areali vocati del Veneto. Scarsa, se non nulla, la produzione in Friuli e in Emilia Romagna. Per la scarsa produzione di miele in Italia e in altri Paesi, da sempre grandi produttori che, a causa dei pesticidi hanno ridotto le proprie capacità produttive, è prevedibile un incremento delle quotazioni all’ingrosso.
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