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VINO E ARTE

Ca’ del Bosco e Fondazione Venetian Heritage “restaurano” l’Assunzione della Vergine del Moretto

Opera del Cinquecento in Duomo Vecchio a Brescia. Con la gemma della Franciacorta che, dopo l’arte contemporanea, investe in conservazione del passato

Ca’ del Bosco, il gioiello della Franciacorta creato dalla famiglia Zanella, con Maurizio Zanella alla presidenza, è stata una delle cantine pioniere di quel movimento che ha visto tanti nomi (da Castello di Ama a Planeta, da Ceretto al Carapace-Tenute Lunelli a Feudi di San Gregorio, da Fontanafredda a Lungarotti e CastelGiocondo, e non solo) investire nella valorizzazione dell’arte contemporanea. Un legame “tangibile” in tutta la splendida tenuta di Erbusco, dove fin dall’ingresso dove si viene accolti dal “Cancello Solare”, l’opera commissionata ad Arnaldo Pomodoro nel 1985, che si apre su una vera e propria galleria d’arte diffusa, tra gli spazi esterni e la cantina, con oper di assoluto valore come tra le altre, “Eroi di luce” di Igor Mitoraj, “Codice Genetico” di Rabarama, “Il peso del tempo sospeso” di Stefano Bombardieri, “Blue Guardians” di Cracking Art, “Water in dripping” di Zheng Lu, “Il Testimone” di Mimmo Paladino e “Sound of Marble” di Tsuyoshi Tane, e, dal 2024, “handandland” di Irene Coppola, vincitrice della prima edizione del “Premio Scultura Ca’ del Bosco”, dedicato agli artisti under 40, di cui è in corso la seconda edizione, come abbiamo raccontato qui.
Ma ora la cantina franciacortina ha deciso di prendersi cura anche dell’arte del Passato, annunciando, insieme alla Fondazione Venetian Heritage, l’inizio dei lavori di restauro della tela raffigurante l’Assunzione della Vergine, dipinta tra il 1524 e il 1526 da Alessandro Bonvicino detto Il Moretto, collocata sull’altare maggiore del Duomo Vecchio a Brescia, nel cinquecentesimo anniversario di realizzazione della pala d’altare. Con i lavori, promossi e sostenuti da Ca’ del Bosco (con un contributo importante, superiore ai 100.000 euro, da quando apprende Winenews) e Fondazione Venetian Heritage, col patrocinio della Diocesi di Brescia, che saranno coordinati a livello scientifico e organizzativo da Davide Dotti, e condotti dal laboratorio di restauro Antonio Zaccaria.
A causa delle grandi dimensioni della tela (472 per 310 centimetri), posta a 4,5 metri di altezza, incorniciata da una monumentale ancona lignea scolpita, policroma e dorata, che sarà anch’essa oggetto di restauro, si è deciso di eseguire l’intervento in loco, spiega una nota, per evitare trasporti e eccessive movimentazioni che avrebbero potuto provocare variazioni termo-igrometriche.
“Il legame di Ca’ del Bosco - afferma Maurizio Zanella, fondatore e presidente di Ca’ del Bosco - con il mondo dell’arte e della scultura, in particolare, è ormai noto. Questa è la prima volta che ci dedichiamo all’arte antica, al contributo per il restauro di un’opera dal profondo valore simbolico per la città di Brescia. Sono inoltre lieto di proseguire la collaborazione con Venetian Heritage anche oltre il Premio Scultura Ca’ del Bosco, giunto alla seconda edizione. Il lavoro che la Fondazione e il suo direttore Toto Bergamo Rossi conducono sul patrimonio artistico e culturale veneziano muove dalle stesse motivazioni che guidano l’azione di mecenatismo di Ca’ del Bosco: un Rinascimento che costruisce la cultura del futuro attraverso le intuizioni d’avanguardia delle nuove generazioni che sono chiamate in causa in questo progetto. Il motto di Venetian Heritage è “Restoring the past, building the future”, un concetto che non è molto diverso dall’equilibrio fra la tradizione e l’innovazione che, da sempre, guida la rinascita della nostra cultura del vino”.
“È un onore per me e per la Fondazione da me diretta - dichiara Toto (Francesco) Bergamo Rossi, direttore Venetian Heritage - stringere una partnership con un’eccellenza italiana come Ca’ del Bosco. Dal 1999 Venetian Heritage promuove la cultura veneziana attraverso una vasta campagna di interventi di restauro effettuati a Venezia, ma anche nei territori che anticamente facevano parte della Serenissima Repubblica. Brescia fu parte integrante dei domini veneziani dal 1426 fino all’invasione napoleonica avvenuta nel 1797. La pala d’altare del Duomo Vecchio testimonia chiaramente come la pittura veneziana del grande Tiziano influenzò il giovane Alessandro Bonvicino detto il Moretto”. La pala dell’Assunta, capolavoro giovanile di Moretto, si compone di due piani narrativi sovrapposti, separati - come da tradizione nelle pale d’altare del maestro bresciano - da una coltre di nuvole. Nella parte superiore si trova la Vergine. Ai suoi lati, dalle nuvole, spuntano quattro angeli, alle cui spalle si nota una fitta schiera di angioletti. Nell’ordine inferiore, i dodici apostoli, le cui gestualità rivelano un atteggiamento di forte stupore e devozione, guardano Maria assurgere al cielo. Gli imminenti lavori di restauro insisteranno sulla pulitura della superficie e sul rafforzamento della struttura. Questi sono già stati preceduti da una serie di indagini diagnostiche non invasive che hanno rivelato lo stato di conservazione del quadro e interessanti scoperte come tracce di disegno a pennello e diversi aggiustamenti in corso d’opera. Per consentire al pubblico di seguire da vicino il restauro in progress, sarà messo a punto un calendario di visite al “cantiere Moretto”.
“Non solo dal punto di vista artistico, ma anche spirituale e religioso, questo restauro dà rilevanza e visibilità alla storia della nostra città - ricorda Monsignor Gianluca Gerbino, parroco della Cattedrale - i significati teologici e religiosi aiutano tutti a scoprire l’arte come espressione dei sentimenti e della fede non solo dei fedeli, ma anche dello stesso artista. Questo ha permesso, nell’avvicendarsi della storia, di aprire e apprezzare i contenuti della fede, letti e spiegati nella liturgia, ma anche resi plastici dalla pittura. Inoltre, questo dipinto di Moretto, così pregiato e prezioso, lo si restituisce ancora più prossimo e apprezzabile a ciascuno di noi grazie al recupero che in questi mesi sarà realizzato. Un grazie da parte mia a tutti coloro che hanno voluto, non senza difficoltà, realizzare quest’opera”.
“È un grandissimo onore - sottolinea Davide Dotti - coordinare a livello scientifico e organizzativo un evento di così alta rilevanza artistica e culturale come il restauro di una delle più importanti opere della prima maturità del Moretto, da annoverare tra i protagonisti della pittura italiana rinascimentale. La pala con l’Assunzione della Vergine non è soltanto un capolavoro della storia dell’arte che godette nei secoli di un’ampia fortuna critica, ma è anche un simbolo per tutti i bresciani, laici e credenti, conservato in uno dei luoghi più iconici della città”.
Un nuovo impegno importante nel mondo dell’arte, ed ancora un investimento sul territorio da parte di Ca’ del Bosco, oggi tra le aziende leader nella produzione di Franciacorta, “posizione raggiunta grazie all’entusiasmo, alla passione, alla ricerca, alla fatica e al lavoro di Maurizio Zanella e proseguito anche con l’ingresso della famiglia Marzotto nel 1994 (oggi ai vertici di Herita Marzotto Wine Estates, che, oltre a Ca’ del Bosco, riunisce alcune delle tenute più importanti del vino italiano, da Santa Margherita in Veneto a Kettmeir in Alto Adige, da Lamole di Lamole e Vistarenni in Chianti Classico a Cà Maiol nel Lugana, da Torresella nel Veneto Orientale a Sassoregale in Maremma, da Cantine Mesa in Sardegna a Roco Winery, in Oregon), che hanno permesso di trasformare una casa in un bosco di castagni in una delle più moderne e avanzate cantine. Con un unico principio che comanda e definisce tutta la produzione, dalla scelta in vigna alle attività in cantina: la qualità. O meglio, solo il livello più alto della qualità: l’eccellenza.

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