Nelle “cattedrali sotterranee” di Canelli patrimonio Unesco, Carlo Gancia, nella seconda metà dell’Ottocento, ha inventato lo spumante italiano, e dato i natali a quel fenomeno della spumantistica dolce che è l’Asti. E Canelli, presto, da sottozona dell’Asti e del Moscato d’Asti Docg, diventerà una vera e propria Docg a se stante. È quello che prevede la modifica al disciplinare, approvata nei giorni scorsi dal Comitato Vini, che ha dato il via ad “un iter normativo che, concludendosi entro l’anno, renderà possibile la prima vendemmia ufficiale di Moscato bianco per “Canelli” nel 2022”, spiega una nota congiunta del Consorzio di tutela dell’Asti Docg e dell’Associazione Produttori Canelli. In un percorso simile a quello che, negli anni passati, ha portato alla nascita del Nizza Docg, vertice qualitativo della Barbera d’Asti.
La procedura prevede infatti che, a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo disciplinare “Canelli” che ne sancisce ufficialmente la nascita, spetti poi all’Unione Europea approvare in via definitiva la nuova Docg, stabilendone di fatto la relativa protezione. Al momento sono oltre 40 le aziende che, nella denominazione Asti Docg, rivendicano il proprio Moscato d’Asti Docg come sottozona Canelli, per oltre mezzo milione di bottiglie. “La nuova Denominazione rappresenta sicuramente una ulteriore opportunità di crescita qualitativa per i produttori di una zona storica come quella di Canelli”, commenta Lorenzo Barbero, presidente del Consorzio dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti Docg.
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