Come per Natale, anche il Capodanno di quest’anno sarà in chiaroscuro, nonostante le restrizioni più leggere rispetto al 2020. L’incertezza della variante Omicron, l’impennata dei contagi degli ultimi giorni e i tempi imposti dalla quarantena stanno moltiplicando le disdette nei 70.000 ristoranti italiani che apriranno le porte a chi vorrà celebrare l’arrivo del 2022 con una cena fuori casa: si tratta del 25-30% dei locali, rivela Fipe/Confcommercio, la Federazione dei Pubblici Esercizi, che, nelle ultime ore, sta raccogliendo il grido d’allarme di centinaia di imprenditori. Un forte cambio di scenario rispetto al periodo prenatalizio, quando secondo la Fipe/Confcommercio 4 milioni di italiani erano pronti a festeggiare l’ultimo dell’anno al ristorante, con una spesa totale prevista che si sarebbe attestata intorno ai 325 milioni di euro (a fronte dei 445 milioni spesi due anni fa), ma, a questo punto, da rivedere fortemente al ribasso.
“Che ci fosse una flessione rispetto al 2019 era previsto - sottolinea la Fipe - anche perché sapevamo di dover fare a meno di una larga fetta di turisti stranieri, ma qui siamo di fronte a un quadro inaspettato fino solo a pochi giorni fa. Ci sono locali che in tre giorni hanno visto disdire la maggior parte delle prenotazioni, senza riuscire a rimpiazzarle. Questo significa che dicembre, il più importante dell’anno che da solo vale il 10% del fatturato dei ristoranti, è in buona parte compromesso e si aggiunge ad un periodo prolungato di crisi che stava finalmente vedendo una via di uscita. Ecco perché non esitiamo a chiedere al governo di dispensare misure urgenti, come ad esempio le proroghe delle moratorie bancarie e della cassa integrazione. Interventi che dovranno sostenere quei comparti che stanno soffrendo di più. Come la ristorazione nei luoghi turistici, quella legata agli eventi o alle feste private o le discoteche e i locali da ballo, letteralmente mortificati dall’ultimo provvedimento che li ha chiusi senza alcun preavviso fino al 31 gennaio”.
Per favorire la ripresa, incoraggiati dalle stime prima di Natale, i ristoratori avevano previsto una riduzione dei prezzi rispetto al 2019: 78 euro in media per il cenone rispetto agli 80 euro del 2019, mentre per cena e brindisi di mezzanotte con sottofondo musicale il calo era più evidente, 90 euro contro 105 euro.
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