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IN VIGNA

C’è chi è in vacanza e chi... vendemmia: dalla Sicilia alla Franciacorta i primi grappoli in cantina

Il fascino della raccolta sull’Isola di Mozia, nella Tenuta Whitaker, di Tasca d’Almerita, e le preziose uve di Pinot Nero della Guido Berlucchi

Mentre l’Italia si prende una pausa, gli uffici e le fabbriche si fermano, e milioni di famiglie si concedono una o due settimane di vacanze, riversandosi al mare, in montagna o nei tanti borghi del Belpaese, c’è già chi, sotto il sole di agosto, ha cominciato a vendemmiare. Unendo, almeno simbolicamente, due territori distanti sia dal punto di vista geografico che enologico, i primi grappoli sono arrivati nelle cantine di Franciacorta e Sicilia, due tra i territori più affascinanti dell’Italia del vino: ieri mattina, alle prime luci dell’alba, è iniziata la vendemmia sull’Isola di Mozia, nella Tenuta Whitaker, di proprietà di una delle più importanti realtà del vino siciliano, Tasca d’Almerita. Un momento intenso e faticoso dal punto di vista logistico, perché le uve, raccolte a mano durante le prime ore del giorno, vengono poi trasferite velocemente sulla terraferma con delle piccole imbarcazioni a fondo piatto. Una volta attraversato lo Stagnone di Marsala e raggiunta la costa, ad attenderle c’è un camion refrigerato diretto alla Tenuta Regaleali per la vinificazione. È in questo scenario, ricco di fascino e storia, che nasce il Grillo di Mozia, vino capace di raccontare il carattere dell’isola, dal mare, delle vigne ad alberello, degli scavi archeologici che raccontano la storia dei Fenici in Sicilia.

In Franciacorta, invece, è il Pinot Nero la prima varietà vendemmiata alla Guido Berlucchi, la cantina in cui è nato il Metodo Classico lombardo, che apre le danze di un’annata che si prospetta molto positiva, grazie alla cura e all’attenzione quotidiana in vigna e in cantina, insieme a studio e ricerca continua. I primi grappoli arrivano dal vigneto Brolo, e daranno origine alla Riserva Palazzo Lana Extrême, che si potrà assaggiare solo tra 12 anni. “Ormai da diversi anni, a causa dei cambiamenti climatici, la sfida in vigna è costante: richiede continua ricerca, nuovi mezzi e grande impegno da parte del team del reparto agricolo. La nostra esperienza viene messa a disposizione anche di tutti i viticoltori partner, con il Protocollo Berlucchi di Viticoltura Sostenibile, frutto di oltre 20 anni di ricerca e che insieme ad altri progetti come ad esempio Biopass, Life Vitisom e F.A.Re.Su.BIO, è volto a contrastare la perdita di biodiversità del terreno e migliorare la qualità dei nostri prodotti. Ma non avremmo qualità in bottiglia senza il rispetto per l’ambiente, di cui tuteliamo l’ecosistema con la viticoltura Bio certificata su tutti i nostri vigneti dal 2016”, commenta Arturo Ziliani, ceo e direttore enologo della Guido Berlucchi.

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