Alzi la mano chi, nell’ambiente, non ci ha pensato, scherzando con amici e colleghi, magari dopo ore ed ore di assaggi e di “spreco”, almeno una volta. Ecco, come battuta, e anche di cattivo gusto, l’idea di distillare il vino sputato da sommelier ed assaggiatori, così da non sprecarlo, è venuta a tutti. Questo però non la rende necessariamente una buona idea. O almeno non a prima vista. A pensarla diversamente, sfondando il muro di ogni pregiudizio, e forse anche quello del buonsenso, è stata un’azienda australiana, la Tasmanian Belgrove Distillery, che ha dato senso compiuto alla lotta allo spreco. Recuperando i 500 litri di vino sputato durante il Rootstock festival, a Sydney, ha prodotto le prime 80 bottiglie di “Kissing a Stranger”, nome che la dice lunga. A quanto pare, però, messe da parte le remore, del resto assai comprensibili, il risultato è apprezzabile: ricorda un brandy non invecchiato, dice chi ha avuto il piacere di assaggiarlo. Di assurdità, del resto, il mondo del vino è pieno, ed è di pochi giorni fa il lancio sul mercato di “Skin Flick”, un vino bianco, blend di Vermentino (62%), Roussanne (23%), Verdelho (12%), Pinot Gris (2%) e Trousseau Gris (1%), prodotto dalla californiana Tank Garage Winery. Fin qui nulla di strano, se non fosse che si tratta di un’etichetta pensata e lanciata per “celebrare l’età d’oro del porno”. Ossia quella decade fortunata che, a cavallo tra la seconda metà degli anni Settanta e la prima metà degli anni Ottanta, fece grande l’industria del porno, tra glamour decadente e reminiscenze di una rivoluzione sessuale passata da anni. Ed è proprio nell’etichetta la peculiarità: fotogrammi di pellicola in cui si susseguono scene, non così hard da meritare la censura, dei grandi del genere e dell’epoca, da John Holmes a Seka.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024