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Chianti Classico Collection 2020: i nostri migliori assaggi di Riserva e Gran Selezione 2017

Le criticità dell’annata si riflettono anche nel bicchiere. Non mancano, però, le sorprese, soprattutto per vini dalle zone più alte e fredde
ASSAGGI, CHIANTI CLASSICO, GRAN SELEZIONE, RISERVA, vino, Italia
Chianti Classico Collection 2020: i migliori assaggi di Riserva e Gran Selezione 2017

Riserva e Gran Selezione 2017 sono i co-protagonisti, insieme ai Chianti Classico delle annate 2018 e 2017 della Chianti Classico Collection 2020. Come già anticipato dagli assaggi 2019, anche nelle sue declinazioni più importanti - che sono la Riserva e la Gran Selezione - il 2017 nel Chianti Classico si conferma un millesimo non esente da critica. Tra gelate tardive che hanno contribuito alla riduzione del potenziale produttivo e una vera e propria siccità che ha preso le mosse fin dai mesi primaverili, la 2017 è stata proprio un’annata complicata. Evidentemente, il discorso è un po’ diverso se puntiamo l’attenzione verso quei vini originati in zone di altura e/o più fredde, ovvero nelle sottozone del Chianti Classico, dove la qualità è più leggibile, o meglio, dove si sono trovati equilibri più marcati. Tuttavia, i tratti più maturi sono diffusi e i vini sono un po’ pesanti e alcolici, con i tannini a rivelarsi un po’ imprecisi: a raccontare insomma tutti i limiti di un’annata calda.
Lo dimostra anche il deciso calo quantitativo della produzione fermo a 206.000 ettolitri (il quantitativo più basso negli ultimi 40 anni), ovvero in termini di bottiglie sotto i 28.000.000, contro una media che si attesta intorno ai 35.000.000. Un’annata che ha costretto i produttori ad un grosso lavoro nel vigneto per raccogliere una quantità di uva in alcuni casi davvero risicato, non solo a causa delle alte temperature che hanno ridotto nettamente peso e dimensioni dei grappoli, ma anche a seguito di severe selezioni per non portare in cantina uve surmature o addirittura appassite. Detto questo - che vale solo in generale, come è ovvio, perché in un territorio vasto come quello che comprende il Chianti Classico, ripetiamolo, le situazioni pedo-climatiche sono assai variegate - non mancano le eccezioni.
Fra queste senz’altro il Chianti Classico Vigna Barbischio Riserva 2017 di netti profumi di piccoli frutti rossi e spezie ad accompagnare, con dolcezza e tonicità acida a rincorrersi, un sorso ritmato e invitante. Gustoso anche se con qualche dettaglio olfattivo da meglio registrare il Chianti Classico Riserva 2017 di Riecine. Trova un buon equilibrio gustativo il Chianti Classico Il Campitello Riserva 2017 di Monteraponi, dai profumi ben centrati. Solido ed austero il Chianti Classico Riserva 2017 del Castello di Volpaia, dal naso affumicato e dal gusto sapido.
Ben riuscito il Chianti Classico Gran Selezione La Corte 2017 del Castello di Querceto di bella pulizia olfattiva e dalla bocca ben bilanciata. Fitto e generoso il Chianti Classico Gran Selezione Vicoregio 36 2017 del Castello di Fonterutoli, che insieme all’altra novità “Badiola” (e al già presente “Castello di Fonterutoli”) porta a tre le Gran Selezione dell’azienda di Castellina in Chianti.
Uscendo dal millesimo 2017, colpisce il Chianti Classico Gran Selezione Vigna Il Poggio 2015 del Castello di Monsanto, forse in una delle sue interpretazioni più riuscite dai profumi intensi e dalla progressione gustativa succosa ed articolata. Concludiamo il report sul Chianti Classico con una digressione ad Igt: il Baron’Ugo 2016 di Monteraponi è vino affascinante nei suoi aromi di fiori leggermente appassiti e spezie ad introdurre un sorso delicato e fragrante, tonicizzato da tannini incisivi e croccanti.

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