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SOSTEGNO AL VINO

Chianti Classico, le misure di sostegno ai viticoltori: dal fondo di solidarietà al pegno rotativo

Tra le azioni previste dal Consorzio, guidato da Giovanni Manetti e Carlotta Gori, anche l’acquisto delle eccedenze per combattere la speculazione
CARLOTTA GORI, CHIANTI CLASSICO, FONDO DI SOLIDARIETA, GIOVANNI MANETTI, PEGNO ROTATIVO, Italia
Il territorio del Chianti Classico

L’accesso preferenziale al credito bancario riservato ai viticoltori grazie all’accordo con il Monte dei Paschi, che garantisce ai produttori un prestito garantito dal vino prodotto esclusivamente da uve di proprietà e preferibilmente dell’ultima annata, per un importo pari all’80% del prezzo medio delle mercuriali, pubblicate dalle Camere di Commercio; lo stoccaggio del prodotto fuori della zona di produzione, ma rimanendo nelle province di Firenze e di Siena; il posticipo dell’immissione al consumo dell’annata 2019, che potràpertanto essere immessa sul mercato solo a partire dal 1 gennaio 2021, anziché dal 1 ottobre 2020; la costituzione di un fondo di stabilità fino a 1,5 milione di euro per la denominazione Chianti Classico, che sarà sostenuto dalle aziende imbottigliatrici, che verrà usato per integrati i contributi che stanzierà il Governo per la riduzione volontaria delle rese e, in estrema ratio, per acquistare partite di vino sfuso Chianti Classico 2019 per salvaguardare il lavoro dei viticoltori. Ecco le misure, alcune delle quali inedite ed uniche nel panorama enoico e consortile nazionale, messe in campo dal Consorzio del Chianti Classico per sostenere i produttori del territorio colpiti dalla crisi Covid-19, perché, come ha spiegato il presidente del Consorzio del Chianti Classico Giovanni Manetti a WineNews, “compito dei Consorzi è sia la valorizzazione che la tutela, anche di ci che è stato costruito in anni di duro lavoro. Non ci limitiamo a chiedere aiuto alle Istituzioni, ma proviamo a trovare soluzioni”.
“Quello che abbiamo proposto è un aiuto organico alle nostre aziende, cercando di proporre misure diverse che possano rispondere alle diverse esigenze”, continua Giovanni Manetti.“Abbiamo chiesto un sacrificio agli imbottigliatori, che pagheranno un centesimo in più a bottiglia, per costituire un fondo di stabilità della Denominazione per difenderne il valore. Dobbiamo decidere nelle prossime settimane come usare queste risorse: come estrema ratio, se il prezzo del Chianti Classico sfuso 2019 dovesse scendere dai valori attuali, interverremo acquistando vino per calmierare prezzi, intervento inusuale, per noi è una misura estrema, ma siamo pronti a farlo. Il vino come garanzia per accedere al credito bancario - continua Manetti - è invece uno strumento previsto dal Cura Italia, che permetterà ai nostri viticoltori di ottenere prestiti agevolati a 12 mesi, che in un momento come questo è comunque una risorsa in più”. La scelta di ritardare l’uscita sul mercato dell’annata 2019 del Chianti Classico, dal 1 ottobre 2020 al 1 gennaio 2021, va invece letta come una scelta previdenziale: “con la chiusura del canale Horeca dovuta alla pandemia, assistiamo ad un vero e propri sfasamento temporale, cui cerchiamo di porre rimedio riequilibrando domanda ed offerta”. Ma non finisce qui, perché, come aggiunge la direttrice del Consorzio del Chianti Classico, Carlotta Gori, ancora a WineNews, “stiamo aspettando - ma è questione di giorni - i decreti attuativi che ci dicano quante risorse verranno messe nella riduzione volontaria delle rese, e come vi si potrà accedere, che attraverso il fondo di stabilità integreremo, anche per stimolare le aziende nell’applicazione della misura”. E poi, chiosa la direttrice del Gallo Nero, “abbiamo previsto una campagna promozionale e di comunicazione molto significativa, per agire dal lato della domanda”.

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