Nella Cina che sta ripartendo dopo il Covid, il peso dell’e-commerce, nel suo complesso, cresce sempre di più: secondo i dati Nielses, dal 25% del totale della prima metà 2019 si è passati al 32% nel 2020, e addirittura al 40% in giugno. Un’accelerazione data, ovviamente, dalla pandemia, e che coinvolge anche il vino, che per il 30%, in Cina, già si vende on line. Con il Belpaese, però, che deve recuperare terreno in questo canale: secondo i dati MiBD Analytics sulle referenza di oltre 50 on line store di vino in Cina sui vini bianchi fermi, comparto in cui il Belpaese eccelle con tante produzioni e denominazioni, l’Italia è praticamente assente dalle posizioni di vertice tanto tra i brand (dove dominano big mondiali come Penfolds, Casella e Concha y Toro), che tra territori e denominazioni (che vedono al vertice Bordeaux e la Central Valley in Cile), dove l’unica bandiera italiana è “piantata” dal Moscato d’Asti, presente nel 40% delle wine list dei negozi enoici on line di Cina.
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