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ANALISI WINE INTELLIGENCE

Ciò che avremmo potuto fare, ciò che bisogna fare: il vino di fronte al Covid-19

Diversificazione dei mercati e dei canali di vendita, ma anche strategie di lungo termine e risposte veloci alle dinamiche di breve periodo
CIGNO NERO, CORONAVIRUS, ECONOMIA, RESILIENZA, vino, WINE INTELLIGENCE, Mondo
L'aperitivo diventa virtuale ai tempi del Coronavirus

In economia, si definisce “cigno nero” - dall'omonimo saggio (“The Black Swan”) pubblicato nel 2007 dallo studioso Nassim Nicholas Taleb - un evento raro e imprevisto, con effetti rilevanti, che a posteriori sono erroneamente giudicati prevedibili. Esattamente ciò che sta succedendo, un po' in tutto il mondo, a seguito dell'emergenza, ormai pandemica, Covid-19. Da tanti punti di vista - politico, amministrativo, economico - non mancano gli “avremmo dovuto o potuto fare”, ed il vino non ne è certo esente, come sintetizza bene l'analisi di Wine Intelligence. Che tra i tanti condizionali si focalizza su due che, in effetti, sono da tempo tra i propositi, solo parzialmente realizzati, di tante cantine, in Italia e nel mondo: la diversificazione dei mercati, per non trovarsi, come in questo momento, a dipendere dalle dinamiche di un singolo Paese (prima la Cina, ora gli Usa, ndr); la diversificazione dei canali, con l'online (e la Gdo, aggiungiamo noi) che si dimostrano salvifici per il business enoico in tempo di lockdown.
Misure che, col senno di poi, sembrano quasi doverose, e forse è proprio questo il messaggio che il settore enoico deve cogliere: bisogna imparare a prevenire i problemi, approfondendo la conoscenza dei mercati, dei rischi e dell'analisi dati, per prendere decisioni di lungo termine capaci di rispondere anche nel breve periodo in maniera dinamica. Come accaduto in altri settori, dall'abbigliamento ai superalcolici, che hanno riconvertito le proprie aziende alla produzione di mascherine e gel igienizzanti. La parola d'ordine, in questo momento è: adattamento. E capacità di rispondere velocemente a dinamiche nuove cambiando le proprie strategie. Cosa che, comunque, il vino sta cercando, in alcuni casi riuscendoci, di fare. A partire dalle decine di iniziative di “virtual socialising” lanciate da aziende e Consorzi in Italia e ristoratori e distributori in Usa e Uk, attraverso le quali intere comunità di wine lover si sono ritrovate a brindare, tutti insieme, ma ognuno dal proprio divano.
Allo stesso modo, in Inghilterra tante caffetterie si sono riconvertite alla vendita al dettaglio, mentre in Usa, dove per cultura e tradizione cucinare è cosa per pochi, sono migliaia i ristoranti che continuano a lavorare consegnando a domicilio. E poi ci sono le raccolte fondi online di locali e aziende in difficoltà e le linee guida aziendali sulla sicurezza sanitaria sempre più stringenti. Interessante anche il caso, in termini di resilienza, della Portugal Wine Week, andata in scena online, con una serie di interviste ai produttori portoghesi. Ma a cambiare sono anche le regole, con Australia e Uk che hanno allentato la stretta delle rispettive leggi sulla concorrenza per permettere alle catene della Gdo di condividere dati ed analisi, così da ottimizzare la catena dell'approvvigionamento e della distribuzione dei prodotti agroalimentari in un momento tanto delicato.

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