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AGRICOLTURA

Coldiretti: Giornata della Biodiversità, 25 milioni di italiani fanno la spesa dai contadini

A Roma la prima mostra mercato della “World Farmers Market Coalition”, con i prodotti rari salvati dagli agricoltori di tutto il mondo
Coldiretti, GIORNATA MONDIALE DELLA BIODIVERSITÀ, WORLD FARMERS MARKETS COALITION, Archivio
Giornata della Biodiversità: i prodotti salvati dai contadini del mondo

Sono 25 milioni gli italiani che acquistano cibo dai contadini trainati da una nuova sensibilità verso i cibi salutari ma anche dalla volontà di recuperare un contatto diretto con chi coltiva i prodotti che portano in tavola. A dirlo un’analisi Coldiretti (su dati Censis), diffusa nella prima mostra mercato “internazionale” promossa dalla “World Farmers Market Coalition”, con Campagna Amica a Palazzo Rospigliosi a Roma per la Giornata Mondiale della Biodiversità, che si celebra oggi 22 maggio, proclamata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, insieme alla mostra dei prodotti salvati dai contadini in tutto il mondo.
“L’Italia - spiega Coldiretti - è il Paese della Unione Europea con la più estesa rete organizzata di mercati contadini con 15.000 agricoltori coinvolti in 1.200 farmers market di Campagna Amica per un fatturato nazionale della filiera corta con vendita diretta che raggiunge i 6 miliardi di euro all’anno. Un sistema organizzato da nord a sud del Paese che non ha solo un valore economico ma anche occupazionale ed ambientale. Lo sviluppo dei mercati Campagna Amica ha consentito la creazione di quasi 40.000 posti di lavoro, necessari per affiancare gli imprenditori agricoli nella gestione dell’attività di coltivazione e di vendita”, secondo l’analisi Coldiretti. Ma la rete dei farmers market svolge anche un’importante funzione sociale spingendo la riscoperta della vita di comunità, sostenendo la libertà di scelta e la consapevolezza dei consumatori nella scelta dei prodotti, promuovendo l’educazione alimentare, diffondendo la conoscenza dei territori.
A spingere la spesa dall’agricoltore, spiega ancora l’indagine, è soprattutto la possibilità di trovare prodotti stagionali, a km zero e di qualità. “Nei mercati dei contadini è possibile anche trovare specialità del passato a rischio di estinzione che sono state salvate grazie all’importante azione di recupero degli agricoltori e che non trovano spazi nei normali canali di vendita dove prevalgono rigidi criteri dettati dalla necessità di standardizzazione e di grandi quantità offerte”. Ma le vendite dirette con gli acquisti a km zero tagliano anche del 60% lo spreco alimentare rispetto ai sistemi alimentari tradizionali secondo l’Ispra e garantiscono un contributo importante alla lotta contro l’inquinamento e i cambiamenti climatici che provocano danni e vittime in tutto il mondo. È stato calcolato che - sottolinea la Coldiretti - un chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole italiane deve percorrere quasi 12.000 chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l’emissione di 21,6 chili di anidride carbonica, mentre un chilo di mirtilli dall’Argentina deve volare per più di 11.000 chilometri con un consumo di 6,4 kg di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica per ogni chilo di prodotto, attraverso il trasporto aereo.
“Il successo dei farmers market è frutto della legge italiana che premia la multifunzionalità dell’agricoltura e che abbiamo fortemente sostenuto per avvicinare le imprese agricole ai cittadini e conciliare lo sviluppo economico con la sostenibilità ambientale e sociale” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “siamo di fronte a una svolta epocale con la quale si riconosce che nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura non c’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona”.
Ma il lavoro dei contadini, ovviamente, è determinante e fondamentale, in tutto il mondo. E così, dall’olio di Perilla della Corea del Sud al Maca peruviano usato come afrodisiaco, dalla gelatina d’erba taiwanes al Taro, super tubero ghanese, sono tanti i curiosi prodotti salvati nel mondo dall’estinzione grazie al lavoro di generazioni di contadini esposti alla mostra mercato internazionale promossa dalla World Farmers Market Coalition nella sede della Coldiretti e di Campagna, alla presenza tra gli altri, di Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare, Qu Dongyu dg Fao, Ettore Prandini, presidente Coldiretti, Richard McCarthy, presidente World farmers Markets Coalition, Ali Al M, Ministro del Commercio Interno dell’Egitto, Frida Krifca, Ministro dell’Agricoltura dell’Albania e presidente Ciheam, Maurizio Martina, Assistant Director General Fao, Milagros De Hoz, Food policy Office New York, Salina Hayat Ivy, sindaco di Dacca, il cardinale Mauro Gambetti, presidente della fondazione Fratelli Tutti, Volli Carucci, direttore World Food Program.
“Le specialità che i contadini vendono nei mercati locali del mondo hanno tutte delle caratteristiche assolutamente preziose, sapientemente custodite contro l’omologazione e la banalizzazione alimentare”, sottolinea la Coldiretti. E così dal Ghana, in Africa, viene il Taro, un vero e proprio superfood, un tubero tropicale a forma di botte, simile ad una patata pelosa con una buccia ruvida e una polpa bianca che tende a diventare grigia una volta cotta. Ricco di carboidrati, è una fonte non indifferente di amidi, sali minerali (soprattutto potassio e calcio), fibre e vitamine del gruppo B. L’olio di Perilla è, invece, un prodotto della Corea del Sud particolarmente ricco di Omega3. Da Taiwan arriva, invece, la gelatina d’erba a base di una pianta erbacea, la Mesona. Conosciuta anche come xian cao, chin chow o erba divina, è un dolce popolare nell’Asia orientale, normalmente consumato sotto forma di gelatina o bevuto come bevanda. Il Sumac israeliano è la polvere delle bacche essiccate e triturate del sommacco. Ricco di oli essenziali con effetto antibatterico, ha un potentissimo potere antiossidante e ipoglicemico, e un gusto acidulo che ricorda le foglie dell’erba limoncina.
Ma sempre da Tel Aviv viene anche il miele di datteri, chiamato Silan, usato per insaporire il pane, i dolci e altri alimenti fra cui il muhallebi e un rotolo di pollo con sesamo o noci dal sapore dolce. Dalla martoriata Ucraina arriva la Pastila, un antico dolce a base di miele, zucca candita e il piatto nazionale ucraino il borscht, una minestra a base di barbabietola. Il Sulguni georgiano è, invece, un formaggio ottenuto dalla filatura manuale della pasta e dalla sua immersione in salamoia, dal sapore sapido e acido. Si coltiva in Alaska, negli Stati Uniti, l’Alga Kelp, un’alga bruna molto usata nel settore dietistico-salutista. Sempre dal Nordamerica arrivano poi i tartufi di mare, un vegetale marino che cresce sulle coste oceaniche della Nuova Scozia in Canada dal sorprendente odore di tartufo. Dal Perù, oltre alla Maca, arrivano, anche le pannocchie arlecchino, un tripudio di colori tutto al naturale, con i chicchi che assumono tonalità molto accese, dal giallo all’arancione dal verde al rosa ma anche toni del viola e del blu. Questo mais, per il suo alto contenuto di amido, viene quindi principalmente per la preparazione di farine e per fare pop corn.

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