Tutto inizia da un invito ricevuto dalla protagonista, Clara, alle prese con una recente catastrofe sentimentale ed economica, e forse anche sociale, ad una festa per la fine della vendemmia, organizzata da un produttore di Franciacorta nella sua settecentesca villa immersa tra i vigneti delle prestigiose bollicine italiane “dove le strade si arrotolano su se stesse”. Ma, poi, saranno serviti calici di Franciacorta, e bicchiere dopo bicchiere, succederà una magia. È l’incipit di “Magia in Franciacorta”, nuovo racconto di Camilla Baresani, che ha scelto la Franciacorta, la sua terra di origine, come espressione territoriale del concetto di “magia”, pubblicato su “K - Volume VI”, ultimo numero della rivista letteraria di “Linkiesta” curata dalla scrittrice Nadia Terranova e da Christian Rocca, direttore del quotidiano digitale.
Un racconto che, nei giorni scorsi, al Teatro Comunale di Erbusco, ha ispirato il talk show “Magia in Franciacorta”, un dialogo tra la scrittrice Camilla Baresani e l’attore Neri Marcorè, con Christian Rocca, tra vino, letteratura, cinema, musica, teatro, ma anche ironia, voluto dal Consorzio del Franciacorta, guidato da Silvano Brescianini, e dalla Strada del Franciacorta, nel palinsesto di eventi di “Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023”, ed il cui ricavato è stato interamente devoluto alla Lega del Filo d’Oro.
“Girando in lungo e in largo l’Italia con il mio lavoro, capita di tornare più volte nello stesso posto. Ma non in Franciacorta, dove questa è la mia seconda volta, spinto anche dal fatto che qui fate dell’ottimo Prosecco”, ha scherzato Neri Marcorè. Tra i suoi primi programmi in tv, Marcorè ha condotto “Per un pugno di libri” su Rai 3, tra i pochi spazi televisivi dedicati ai libri ed alla lettura, seguitissimo quiz a premi sui classici della letteratura internazionale, con in palio libri ed i cui concorrenti erano gli studenti delle scuole italiane. “La letteratura è una delle mie grandi passioni e ricordo che la prima parola che ho scritto nella lavagna è stata “Carosello”, perché lo seguivo tutte le sere in tv e che, in seguito, ho anche fatto io stesso, e questo era un lavoro dal quale potevo imparare tantissimo - ha ricordato l’attore - ma è anche grazie a questo programma che il regista Pupi Avati mi ha chiamato per interpretare Nello Balocchi”, il professore di latino di un liceo di Bologna, appassionato dei suoi studi umanistici, protagonista del film “Il cuore altrove” (2003).
Nata a Brescia, Camilla Baresani è “autoctona” della Franciacorta, come i suoi vitigni, e il suo è un rapporto intimo e familiare con questo territorio. “Che è parte della mia vita - ha spiegato la scrittrice - perché i bresciani, a differenza della loro immagine di instancabili lavoratori, amano molto la convivialità, e si dividono in due categorie: quelli che il sabato e la domenica vanno sul Lago di Garda, e quelli come me che invece vanno in Franciacorta fin da piccoli. Nella mia vita, oltre a scrivere narrativa, mi sono appassionata al vino ed al cibo dei quali ho scritto e scrivo molto, e la Franciacorta è entrata nella mia vita anche professionale. Amo berlo come si deve, e mi considero una “testimonial” del mio territorio: se Brescia è tra le ambientazioni dei miei romanzi, c’è sempre anche un calice di Franciacorta, lo Champagne italiano”. Su “Magia in Franciacorta”, ha ricordato come “una delle cose belle che possono capitare ad uno scrittore è quando ti viene dato un tema obbligato dal quale far nascere l’idea di un racconto. In questo caso la magia, termine oggi abusato dalla pubblicità, se si pensa ai profumi o alle auto, e Franciacorta. Pensando a come unirli, mi è venuto in mente il tempo trascorso a Monte Rossa con l’amico proprietario (la storica azienda del Franciacorta della famiglia Rabotti, guidata da Emanuele Rabotti, ndr), partecipando a feste che erano davvero magiche. Ho iniziato allora ad immaginare una storia che parte con un umore catastrofico, ma che magicamente cambierà”.
Il nome Franciacorta ci riporta a una storia lontana, avvolta da un enigma su cui ancora si ama fantasticare. L’ipotesi più accreditata è quella che lega il territorio alla presenza di monasteri cluniacensi e cistercensi che giunsero in Franciacorta da Cluny nel XI secolo. Monasteri molto potenti che, grazie alla bonifica e coltivazione dei vasti appezzamenti che amministravano in questi territori, riuscirono attorno al 1100 ad ottenere l’esenzione dal pagamento del dazio. Erano, quindi, delle Francae Curtes, cioè delle corti libere dalle tasse. Da Francae Curtes nacque il toponimo “Franzacurta”, apparso per la prima volta negli annali del Comune di Brescia già nel 1277. Nel suo repertorio, Neri Marcorè ha parodie divertenti legati ai soldi, come quella del grande cantautore Angelo Branduardi che canta “Soldi” di Mahmood, per il quale potrebbe chiamarsi “Pecunia” e nella quale berrebbe Franciacorta al posto dello Champagne. Ma anche “quando sono in ristoranti di un certo livello e il maître ti versa il vino aspettando la tua approvazione per sapere se va bene, e io assaggiandolo mi diverto a far finta che non mi piaccia pur dicendo che è ottimo”, ha raccontato.
Musica che “è la forma di arte più alta perché non necessita di traduzione o di un lettore abituato a leggere come la letteratura: arriva a chiunque e ovunque nel mondo, entrando nel cuore ed emozionando senza bisogno di mediazioni. Ma ci sono autori per i quali le parole devono cantare, e cantanti come Paolo Conte per i quali la scrittura è musica”, secondo Baresani. “Quando nel cinema associ la musica alle scene di un film ti colpisce ancora di più - ha aggiunto Marcorè, che scrive anche canzoni come “Per luoghi comuni” in cui cercare “antiche certezze” e nella quale “alla maniera di Francesco Guccini” canta “qui una volta era tutta campagna” e “mangiavi più sano”, ma dei quali ci siamo anche un po’ rotti - perché ci piace il fatto che ci sorprenda”. Come un grande vino, come il Franciacorta. “Nel mio racconto insieme al Franciacorta - ha spiegato la scrittrice - anche la musica gioca un ruolo importante nello scatenare la magia”.
Artista poliedrico, per Neri Marcorè, nelle sale con il film “Quando”, diretto da Walter Veltroni del quale è protagonista, e regista di “Zamora”, pellicola in uscita nell’autunno 2023 ispirata al romanzo di Roberto Perrone - le imitazioni non possono prescindere dalla satira, ed avere una chiave comica, e “tra i personaggi che ho fatto negli anni e che hanno avuto maggior successo c’è Alberto Angela, per il quale tutto ciò che è moderno si trasforma in qualcosa di antico, e anche un calice di Franciacorta non sarebbe un semplice bicchiere, ma un gioiello che indossavano un tempo in questo territorio”.
“Inventando la mia storia - ha concluso Camilla Baresani, che sta ultimando il suo ultimo libro “Tu”, scritto in seconda persona, come pochissimi altri casi nella letteratura internazionale, a partire da “Le mille luci di New York” di Jay McInerney, che oggi è diventato un esperto di vino, nonostante il grandissimo successo del suo romanzo - ho pensato al bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto che fa parte delle nostre vite, in questo caso di Franciacorta. Sappiamo tutti che si può vedere la vita in un modo o nell’altro. Nel mio racconto la festa inizia con la protagonista che lo vede mezzo vuoto, ma ben presto cambierà opinione”. Grazie alla magia del Franciacorta e della Franciacorta.
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