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NUOVA MOSTRA DIFFUSA

Con “A(rt) message in a (Chianti Classico) bottle” il Gallo Nero si conferma un distretto dell’arte

In uno territori del vino più belli al mondo grazie anche al connubio con l’arte contemporanea, bottiglie giganti diventano una tela per gli artisti

Il Chianti Classico ispira gli artisti dai tempi di Vasari e Leonardo, che lo hanno immortalato e reso famoso già nel Cinquecento. È stato il celebre biografo dei più grandi pittori e sculturi a sugellare il binomio arte-Gallo Nero, con la sua celebre “Allegoria” nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze, in cui è ritratto il Chianti come un imponente vegliardo sul cui scudo campeggia un Gallo Nero. Oggi è l’arte contemporanea ad offrire una nuova lettura di uno dei territori del vino più belli al mondo (che punta al riconoscimento Unesco), vero e proprio “museo a cielo aperto” con le opere dei più importanti nomi della scena artistica mondiale ospitati tra i vigneti e nelle cantine, e sempre di più distretto non solo del vino, ma anche dell’arte. La conferma, arriva da “A(rt) message in a (Chianti Classico) bottle”, una mostra diffusa (e gratuita, fino al 20 settembre) nella quale la bottiglia bordolese tipica del Chianti Classico, nel suo formato artistico di quattro metri di altezza, diventa la “tela” di 7 artisti internazionali - per 7 diverse interpretazioni del prodotto più nobile della terra del Gallo Nero nei suoi 7 Comuni, in un nuovo progetto artistico, promosso dal Consorzio Chianti Classico, con TerraMedia Aps ed i curatori Davide Sarchioni, Fiammetta Poggi e Isaco Praxolu.
Diversi per generazione, provenienza, tecniche e linguaggi, ispirandosi liberamente alle suggestioni dei vini e dei paesaggi del territorio del Chianti Classico e assecondando le specificità della propria ricerca artistica, Francesco Bruni, Corn 79, Camilla Falsini, Thomas Lange e Eliseo Sonnino, hanno eseguito i rispettivi interventi pittorici e materici sulla riproduzione tridimensionale in legno di una bottiglia bordolese gigante, la tipica forma con cui sono conosciuti i vini Gallo Nero in tutto il mondo, utilizzando la superficie come fosse una tela bianca e trasformandola in un’opera d’arte urbana. Clet invece ha realizzato ex novo una scultura trasformando la bottiglia in una fantasiosa abitazione, mentre per Numero Cromatico la bottiglia è diventata di un grande stendardo.
Ogni opera è collocata in esposizione temporanea in ognuno dei sette Comuni del Chianti Classico dando luogo ad una mostra diffusa che disegna un itinerario eno-artistico, tra arte contemporanea e vini da degustare. Il visitatore può così scoprire l’opera di Bruni a Gaiole in Chianti, di Clet a San Donato in Poggio - Comune di Barberino Tavarnelle, di Corn79 a Castelnuovo Berardenga, di Falsini a Radda in Chianti, di Lange a Greve in Chianti, di Numero Cromatico a Castellina in Chianti e di Sonnino a San Casciano Val di Pesa.
Il progetto “Meet Chianti Classico Art” si inserisce nel contesto artistico più ampio del territorio, che ospita anche “Chiantissimo”, la rassegna di installazioni con i Comuni di San Casciano in Val di Pesa, Greve in Chianti e Barberino Tavarnelle, e le numerose opere d’arte in esposizione nelle collezioni permanenti delle aziende vitivinicole. “Il Consorzio mette a disposizione del proprio territorio un progetto ampio di promozione in sinergia con le tutte le altre iniziative che toccano l’arte, la musica, il teatro e il vino, rivolte ai turisti e ai cittadini con lo scopo di esaltare la vocazione culturale del Chianti e delle sue produzioni di eccellenza. Questa terra è fonte di ispirazione per gli esponenti di varie forme artistiche da secoli - spiega il direttore del Consorzio Carlotta Gori - come un vino che trae le sue caratteristiche identitarie dal luogo da cui proviene, anche queste opere sono fortemente connotate dal loro legame con la loro musa, la bottiglia di Chianti Classico, e per questo vivono in dialogo con i luoghi in cui sono state installate, nei nostri bellissimi borghi, per raccontare con forme nuove una storia secolare”.

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