Promozione sui mercati, d’Italia e del mondo, e tutela dei marchi, sono sempre più fondamentali per la crescita del business del vino italiano, e sono ormai i due ambiti di intervento più consistenti per i Consorzi che sovrintendono tutte le principali denominazioni del vino italiano. Non fa eccezione quello dei Vini della Valpolicella, a tutela di uno dei territori e di alcuni dei vini italiani più conosciuti e di maggior successo nel mondo, che proprio in queste due voci di spesa vede quelle principali del bilancio 2018, di 2,1 milioni di euro di fatturato, approvato nei giorni scorsi.
E di quanto sia fondamentale l’azione di lotta alla contraffazione, lo dicono i numeri: grazie alla partnership tra Consorzio e Icqrf sono state emesse 150 diffide in tutto il mondo, frutto dell’azione di contrasto ai falsi on line, e sul fronte delle azioni legali, negli ultimi 3 anni, spiega il Consorzio, sono stati 36 i casi perseguiti (16 ancora in corso) di cui oltre la metà riguardanti l’Amarone e circa il 42% tra Valpolicella Ripasso e Valpolicella Doc nei principali mercati di sbocco, terzi e comunitari. Per la promozione all’estero il brand Valpolicella è stato protagonista in 9 Paesi con 15 tappe gestite dal Consorzio in Germania, Usa, Inghilterra, Hong Kong, Canada, Polonia, Repubblica Ceca, Ucraina e Svizzera.
“Il bilancio 2018 - ha detto il direttore del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, Olga Bussinello - da un lato certifica un ulteriore miglioramento della solidità strutturale dell’ente, dall’altro evidenzia una migliore efficienza nella gestione dei crediti e della liquidità a fronte di investimenti effettuati per la nuova sede, oggi anche luogo di cultura e conoscenza del vino per wine lover e professionisti internazionali con Valpolicella Wine Planet. Un concept multisensoriale di 200 metri quadri a Villa Brenzoni Bassani - ha concluso il direttore - oggi area permanente anche per la formazione degli Wine Specialist nell’ambito del Vep, Valpolicella education program”.
Ma intanto, il Consorzio guarda anche al futuro vinicolo in vigna ed in cantina, con l’assemblea che ha già ratificato delibere consiliari mirate a politiche di contenimento delle produzioni della Denominazione, e ora al vaglio della Regione Veneto: approvate la riduzione per la vendemmia 2019 della resa totale per ettaro (110 quintali, anziché 120) e la riduzione della cernita per la messa a riposo delle uve per la produzione di Amarone e Recioto al 40% (da disciplinare è al 65%), cernita che però può crescere del 5% per le aziende certificate bio o RRR (il protocollo Riduci-Risparmia-Rispetta, adottato da 150 cantine, su oltre 1.100 ettari vitati).
“Si tratta di misure contenitive strategiche per garantire qualità e redditività di una filiera che, negli ultimi 10 anni - ha commentato il presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, Andrea Sartori - ha visto crescere di quasi il 30% la superficie dei propri impianti. Per questo motivo, a salvaguardia dell’esclusività in particolare del nostro prodotto di punta, l’Amarone, stiamo dialogando con la Regione per importanti decisioni legate alla gestione in equilibrio del nostro vigneto”.
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