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IN FRANCIA

Contro la crisi, le organizzazioni della Côtes du Rhône fissano un prezzo indicativo dello sfuso

Incentrato esclusivamente sui vini rossi di due denominazioni (bio e Hve) per aiutare a mantenere “la competitività del settore”
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I vigneti della Côtes du Rhône (ph: Facebook/Inter Rhône)

La crisi del vino in Francia, tra calo dei consumi e prezzi ritenuti bassi, da molti produttori, senza dimenticare il fenomeno delle estirpazioni dei vigneti (si parla di 25.000 ettari interessati nel 2025) per riequilibrare l’offerta, e per il quale è arrivato anche un assist dall’Europa con il “Pacchetto Vino”, continua a tenere banco. Tanto che, di fronte alla pressione della distribuzione e al calo dei consumi, c’è chi decide di intraprendere azioni per garantire la sostenibilità per i costi di produzione. L’accordo, stabilito da Inter Rhône, Le Syndicat des Vignerons des Côtes du Rhône e L’Union des Maisons de Vins du Rhône (Umvr), incentrato esclusivamente sui vini rossi (sfusi, ndr) delle denominazioni Côtes du Rhône e Côtes du Rhône Villages (senza denominazione geografica), mira a definire i prezzi per la prossima stagione vitivinicola, per i vini bio e sostenibili, dopo aver condotto analisi approfondite sui costi di produzione, realtà di mercato e margini di sostenibilità economica. “In un contesto di profonda crisi del settore vitivinicolo, caratterizzato da un calo strutturale dei consumi, da una crescente pressione sui prezzi e da importanti sfide per la redditività delle aziende agricole impegnate in approcci ambientali, il settore dei vini rossi Côtes du Rhône e Côtes du Rhône Villages compie un passo decisivo”, si legge nella nota che è stata diffusa. Per i vini rossi Côtes-du-Rhône, il prezzo indicativo è di 170 euro a ettolitro per il biologico, 130 euro/ettolitro per l’Hve (Alto valore ambientale, ndr), ma che può superare anche i 160 euro. Per i vini rossi Côtes-du-Rhône Villages, le cifre salgono a 200 euro/ettolitro per il biologico e 155 euro/ettolitro per l’Hve (con la possibilità di andare oltre i 185 euro/ettolitro).
Tali linee guida, viene specificato, tengono conto dei costi aggiuntivi associati alle certificazioni ambientali e mirano a garantire una giusta remunerazione, mantenendo al contempo la competitività del settore. Le fasce di prezzo definite per l’Hve consentono di integrare la diversità delle situazioni economiche con un’elevata variabilità dei costi di produzione, in particolare per l’Hve Côtes du Rhône, e di offrire maggiore flessibilità nelle trattative. L’accordo complessivo è inizialmente previsto per un periodo di due anni. Tuttavia, le associazioni professionali, si riservano il diritto di rinegoziare i prezzi di riferimento in base a variazioni significative dei costi di produzione, delle rese, delle condizioni di mercato o della normativa.
Un accordo che, per Philippe Pellaton, presidente Inter Rhône, “ci consente di intervenire laddove le sfide economiche, ambientali e di immagine sono più significative, in un contesto difficile. Il quadro è chiaro, collaborativo e progressivo. Servirà come strumento per sostenere e guidare la transizione (tra produttori e acquirenti, ndr), integrando le iniziative già intraprese a livello locale da numerosi viticoltori e associazioni di produttori”.
Samuel Montgermont, presidente Umvr ha aggiunto che “non vogliamo congelare il mercato; vogliamo impedirne la fratturazione, sostenendo al contempo una produzione sostenibile. Questi prezzi guida non sono vincolanti; sono una base comune. Ognuno è libero di trarne ispirazione, ma è impossibile ignorarne le conseguenze per l’equilibrio del settore”.
Damien Gilles, presidente Unione dei Viticoltori delle Côtes du Rhône, ha affermato che “questo accordo segna una linea rossa: la sostenibilità non è più un peso lasciato esclusivamente ai viticoltori. Ci rifiutiamo di permettere che il valore venga costruito da una parte e distrutto dall’altra. Queste linee guida non sono un limite massimo o un limite minimo: sono una base. Un punto di riferimento collettivo per impedire che il settore si indebolisca ulteriormente e per garantire che la transizione ambientale rimanga possibile. Ignorare questi segnali significherebbe voltare le spalle al futuro delle Côtes du Rhône. Questo risultato è il culmine di oltre due anni di lavoro dell’Unione dei Viticoltori delle Côtes du Rhône, con un obiettivo chiaro: garantire un prezzo equo e remunerativo per i viticoltori impegnati in pratiche ambientali o biologiche”.

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