La piemontese Terre del Barolo, da anni tra le cooperative italiane ai vertici della critica italiana ed internazionale, davanti alla abruzzese Cantina Tollo, e alla veneta Cantina Valpolicella Negrar: ecco il meglio del meglio della cooperazione enoica italiana secondo l’autorevole rivista tedesca Weinwirtschaft, che dal 2010 dedica una classifica dedicata ad un comparto quello della cooperazione vitivinicola italiana, che sviluppa un fatturato di 6,8 miliardi di euro, il 47% del totale, pesa per il 62% sull’export e per il 35% di quello domestico. Nella top 10, seguono la trentina Mezzacorona (che con un balzo di 15 posizioni è quella che cresce di più rispetto al 2019), ancora l’abruzzese Codice Citra, e di nuovo trentino, con Cavit, mentre a chiudere il troncone delle prime 10 cooperative per qualità complessiva dei vini, ci sono due ex aequo, il primo tutto veneto, diviso tra la veronese Cantina di Soave e la trevigiana Colli del Soligo, il secondo diviso tra Toscana e Trentino, con la Cantina dei Vignaioli del Morellino di Scansano (che un balzo di 11 posizioni sul 2019 entra tra le prime 10) e la Cantina di La Vis e Valle di Cembra. Ma a testimoniare che una cooperazione sempre più di qualità e ricerca e non più di ammasso è una realtà sempre più importante per il vino italiano, va ancora dal Piemonte alla Sicilia il resto della classica, dove si trovano, nell’ordine, realtà come Vinchio Vaglio Serra, Cantina Santadi, Cantina Valpantena, Vivallis, Cantina Clavesana, Cantine Ermes, Pertinace, Cantine Settesoli, Vitevis, Cantina di Venosa, Cantina di Carpi e Sorbara, La Guardiense, Caviro e Marchedoc (Colonnara).
Capitolo a parte, come sempre, per l’Alto Adige, considerato da sempre case history di eccellenza assoluta sul fronte della cooperazione del vino. Al vertice assoluto si conferma Cantina di Terlano, realtà pioniera nella produzione di vini bianchi da lungo invecchiamento, seguita da alter perle come Kurtatsch, Andrian. Girlan, Bozen (Bolzano), Tramin, Kaltern, St. Paulus, Erste + Neue, Schreckbichl (Colterenzio) ed Eisacktaler (Valle Isarco).
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