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Corriere Della Sera / Italie

Il re dei prefabbricati che sa come andare a “gonfie vele” ... Vittorio Moretti tra edilizia, vigne, hotel di charme e un cantiere nautico... La concretezza per lui è un valore, “ma ho un Dna da lazzarone, perché mi piace il buon vivere, le cose belle e la qualità”. Lo svela Vittorio Moretti, che in Franciacorta da mezzo secolo vive e lavora (le sue attività oggi sono raccolte nella holding Terra Moretti, circa 500 addetti, oltre 130 milioni di fatturato complessivi) combinando un sano senso pratico a un gusto innato. La praticità arriva dalla famiglia, dall’attività edile messa in piedi da zero dal padre da cui lui prese spunto quando, poco più che ventenne, si trasferì da Milano a Erbusco, zona di origine della sua famiglia: “lui iniziò come manovale, io feci altrettanto: apprendista mentre studiavo. E poi decisi di fare da solo; venni qui e con i debiti - un milione di allora - partii da zero. Avevo le cambiali appese in casa “. Lavoro duro, abnegazione e tenacia. E in pochi anni una sua impresa. E la voglia, da subito, di fare qualcosa di nuovo: “Le costruzioni si basavano su metodi vecchi, e quindi mi venne l’idea dei prefabbricati, vincente ancora oggi”. Era il 1967 e lui aveva 26 anni. Di li a poco la nascita della Moretti, l’impresa tuttora al vertice della sua attività. Ma poi c’è il gusto per il bello che torna fuori prepotentemente, e anche quello proviene dalla sua famiglia: “Mio padre intagliava benissimo il legno. Aveva una vena artistica più forte di quella da imprenditore”. In otto anni l’attività è avviata e Moretti si sente stabile nel lavoro e negli affetti (“Avevo una casa, una bella moglie e due bambine, l’auto e un’azienda con oltre 200 dipendenti”) e allora la decisione: “Pensai che potevo valorizzare il territorio. L’idea iniziale fu investire sulla terra per creare un’azienda agricola e una piccola produzione di vini di qualità. Andai nello Champagne a vedere come i francesi fossero riusciti a dare un’anima al vino. Tornai qui, acquistai i terreni giusti e creai l’impianto delle vigne con i criteri che avevo visto in Alsazia e, pioniere in Italia, pensai anche alla qualità del “vestito”: una bella bottiglia come un pregiato flacone di profumo”. Nel 1977, dall’ampliamento della prima cantina “di famiglia” l’inizio di Bellavista, il marchio vinicolo di punta (“Oggi continuiamo a fare ricerca sulla qualità: le nostre riserve competono con i grandi Champagne”) a cui nel 1987 si aggiunge la Contadi Castaldi: “Vini rivolti a un target diverso, piacevoli e nuovi, pensati inizialmente per aiutare il territorio a consumare le uve in surplus”. Perché in tutto quello che Moretti fa rimane la costante dell’attenzione alla “sua” Franciacorta. E l’abilità di riuscire attraverso un filo conduttore di un territorio e della filosofia del bello attività molto diverse fra loro. Come il Golf di Franciacorta, progettato nel 1985 vicino al lago d’Iseo con un hotel, una club house e due percorsi su 60 ettari tra alberi e specchi d’acqua: “È stato un modo per dare a questa zona anche una dimensione turistica”. E poi l’Albereta: “Avevo il chiodo fisso di un albergo di qualità che esprimesse il senso del vivere bene. Questa era una villa padronale di inizi Novecento e la conoscevo fin da piccolo. Così l’acquistai”. Mobili d’epoca, atmosfera e attenzioni da vecchia casa di famiglia (solo 9 camere nel 1993, oggi 57 dopo l’ingresso tra i Realis & Chateaux) e poi l’arrivo di Gualtiero Marchesi e con lui l’attribuzione delle 3 stelle Michelin. Passione e tensione verso il meglio sono gli ingredienti da cui nasce anche la realtà più inaspettata: a Erbusco, nascosto in un capannone all’interno della Moretti, c’è il cantiere nautico Maxi Dolphin che realizza barche a vela e a motore “su misura”, uniche nel design e nella cura artigianale quanto innovative nelle prestazioni. “Amo la vela, e le regate, il silenzio e la velocità”: dalla prima barca a vela, la sua, alla nascita del cantiere più di vent’anni fa; da tre anni l’innovazione si gioca anche sulle barche a motore “nate dalla ricerca sui materiali (fibra di carbonio, kevlar e composti) e sulle tecnologie produttive, e dal know-how della vela: “pesano la metà, quindi consumano meno e vanno più veloci”. Quasi un format, quello di Vittorio Moretti, che dalla Franciacorta è arrivato anche in Maremma: l’antica tenuta La adiola con il relais assieme allo chef stellato Ducasse, un campo da golf in realizzazione e, in più, i vini con la cantina Petra firmata dall’architetto Mario Botta. Manca solo il cantiere nautico ma, chissà, potrebbe essere il suo prossimo sogno.

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