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VINO E TERRITORI

Cortona, già “capitale” italiana della Syrah, vuole diventare centro internazionale della varietà

Da “Chianina & Syrah” (da oggi al 13 marzo) la candidatura, tra approfondimenti scientifici, masterclass e degustazione “stellate”

Nella Toscana del vino Cortona e Syrah diventano un binomio inscindibile, e, in questi giorni, la città diventa capitale di questo vitigno straniero che ha trovato nel cortonese il suo luogo d’elezione. Tanto che la “capitale italiana” della Syrah, varietà che qui è moderna ma in un territorio antico, dove la cultura del vino è presente fin dagli Etruschi, come racconta la “Tabula Cortonensis”, considerato il primo “atto notarile” della storia del vino, reperto che risale al II secolo a. C., si candida a diventare la “capitale mondiale” di questa varietà. Il messaggio che arriva al via della tre giorni “Chianina & Syrah”  n. 5 (dall’11 al 13 marzo), che si rinnova con un programma di approfondimenti culturali per portare Cortona sotto i riflettori come laboratorio di innovazione nel mondo del vino nazionale ed internazionale dedicato a tecnici, ricercatori e produttori, in una giornata che si chiude con la premiazione di Luigi, Francesco e Massimo D’Alessandro, che, insieme al professor Attilio Scienza dell’Università di Milano e luminare della viticoltura italiana, ebbero l’intuizione della Syrah.
“Un’intuizione che ha messo in discussione tutta l’agricoltura della Doc” dice Stefano Amerighi, presidente del Consorzio Vini di Cortona “vista l’evidente specializzazione sul vitigno Syrah che oggi domina il 75% delle vigne dell’area di Cortona. I 37 produttori della Doc con i loro 400 ettari e le 500.000 bottiglie aspirano alla Docg fondata sulla Syrah, e per questo hanno portato avanti uno studio di zonazione che ha individuato 8 areali omogenei, che variano molto in funzione dei fattori pedoclimatici, quali la composizione del suolo e le escursioni termiche, distinguendo i territori della Valdichiana e le aree collinari fino al Lago Trasimeno”.

Importante per il futuro viticolo ed enologico del territorio anche la presenza dell’Istituto Agrario Vegni, i cui giovani rappresentano i professionisti del futuro del comparto agricolo cortonese, come sottolineato anche dal Sindaco del Comune di Cortona Luciano Meoni: “le cantine non producono solo vino ma contribuiscono con la cura dei vigneti alla bellezza del paesaggio e allo sviluppo dell’enoturismo. Cortona con la sua storia, l’arte e la cultura brilla in questi giorni alla luce del vino grazie al lavoro delle aziende che hanno gestito al meglio le proprie attività nonostante gli ultimi due anni della pandemia. Il comparto agricolo in questi anni ha sviluppato un progetto di sinergia e in questo contesto è nata la celebrazione dei vini Syrah in abbinamento con la chianina, un altro emblema dell’eccellenza del territorio”.
L’intervento centrale è stato, chiaramente, del professor Attilio Scienza, che ha ripercorso la storia della Syrah facendo luce sulle affascinanti leggende tramandate in passato e chiarite dagli studi genomici che hanno stabilito i rapporti genetici con gli altri vitigni. “La Syrah prima degli studi genomici si raccontava come un vitigno orientale, per l’assonanza con la città di Shiraz in Persia. In realtà il vitigno proviene dalla Savoia, originato dalla Mondeuse Blanc e Dureza, ed è un cugino di Teroldego e Aglianico, con cui ha in comune alcuni precursori aromatici, e, in particolare, il Rotundone”. E proprio di questa molecola protagonista tra i descrittori pepati dei vini Syrah parlano gli interventi di Silvia Carlin (Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di San Michele all’Adige) e di Annita Toffanin dell’Università di Pisa e del dottor Thomas Baerenzung dell’École d’Ingénieurs de Purpan, Tolouse, Département Sciences agronomiques et agroalimentaires. Quest’ultimo, in particolare, ha presentato i risultati degli studi sulla Syrah fatti insieme al professor Olivier Geffroy, per la modellizzazione dei fattori ambientali (biotici e abiotici) e delle pratiche viticole che influenzano la concentrazione di rotundone nei vini.
Il rotundone è una molecola che è stata scoperta nel 2008 ma ha un’importanza chiave perché è il precursore aromatico principale della nota pepata particolarmente apprezzata dai consumatori, e la sua presenza nell’uva Syrah si modifica secondo l’ambiente (per fattori biotici e abiotici), le scelte agronomiche ed enologiche. In sintesi, il rotundone ha una maggiore concentrazione se le uve sono coltivate in terroir dai climi più freschi e se sono raccolte a piena maturazione, e si manifesta spesso in risposta a stress biotici quali la presenza di infezioni come l’oidio, ma soprattutto è influenzato da piovosità e ore di luce mentre non c’è impatto da diradameto, età e rese della pianta. A riportare l’accento sulla centralità della città toscana di Cortona come culla elettiva della Syrah l’intervento di Federico Staderini, enologo fiorentino di fama internazionale che, in oltre 30 anni, ha seguito il nascere e l’evolversi della Syrah di Cortona, firmando alcune delle bottiglie più prestigiose della Doc Cortona. A lui il confronto sull’evoluzione enologica della Syrah in un parallelo con lo stato dell’arte nell’altro grande territorio europeo, quello del Rodano, grazie alla testimonianza di Paolo Michaut rappresentante in Italia della maison Chapoutier, storico produttore di Syrah a Tain-l’Hermitage. E, passando dalla teoria alla pratica, il Consorzio dei Vini di Cortona ha organizzato un’interessante degustazione delle Syrah della Doc insieme a rappresentanze d’Italia e del Rodano, di fatto lanciando, per il prossimo anno, la realizzazione di un’ambiziosa Anteprima Internazionale del Syrah, “per la quale - sottolinea il presidente  presidente del Consorzio Vini di Cortona, Stefano Amerighi - sarà formato un Comitato Scientifico, che selezionerà già a partire da giugno i vini Syrah del mondo da presentare accanto ai Syrah della Doc Cortona, per affermarne sempre di più la centralità come Capitale di questo vitigno”. I cui vini, come detto, saranno abbinati ad un’altra eccellenza del territorio, la carne di Chianina. Che sarà al centro di una conferenza dedicata alla “Chianina Patrimonio Mondiale”, insieme a banchi degustazione e piatti pensati da grandi chef a base della pregiata Chianina (da Paolo Gramaglia a Luca Marchini, da Salvatore Bianco ad Alessandro Ferrarini, da Silvia Baracchi a Cristiano Tomei, da Maria Probst a Sergio Mei, passando per il maestro pasticcere Gianluca Fusto, per citarne solo alcuni), ma anche wine & food experience e masterclass, tra i palazzi ed i teatri di una delle più belle città della Toscana e d’Italia.

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