Il Brasile, per l’Italia del vino, è ancora un mercato piccolo, ma promettente. Secondo i dati di Nomisma Wine Monitor e Vinitaly, nel 2017 il vino made in Italy ha registrato un balzo notevole, con un incremento del 48,6% a valore, per 34,6 milioni di euro e una quota di mercato del 10,6%. Bene anche nei primi 8 mesi di quest’anno: con il sorpasso, secondo le dogane, del Belpaese sulla Francia e un’ulteriore crescita del 15,9% a quasi 20 milioni di euro, valore che pone l’Italia al quaeto posto tra i fornitori del Paese dietro a Cile (market leader con 79 milioni di euro), Argentina e Portogallo. Ed è in questo quadro che è di scena “Wine South America” , la prima edizione della fiera organizzata da Vinitaly-Veronafiere attraverso la sua controllata Veronafiere do Brasil a Bento Gonçalves, fino al 29 settembre, che domani sarà “battezzata” dal Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio. Fiera che “ha l’obiettivo di legare nel nome del vino il Sud America con l’Europa: da una parte le esportazioni dei Paesi produttori verso il Mercosur, dall’altra la creazione di joint venture e collaborazioni tra aziende brasiliane e italiane, e non solo”, spiega VeronaFiere.
“Il vino è la chiave che ci apre le porte del mondo - afferma il Ministro Centinaio - una vera e propria cultura, il racconto del nostro saper fare, che iniziative come queste evidenziano al meglio. Ho detto da subito che era necessario un cambio di passo per compiere un salto di qualità. Le nostre imprese non possono farlo da sole. Ecco perché sono al loro fianco. Per stringere nuove intese, per rafforzare i rapporti commerciali già esistenti, esplorare insieme nuovi mercati e sfruttare le sfide dell’innovazione. Abbiamo tutte le carte in regola per farlo ed esportare così non solo le nostre produzioni ma l’intero sistema Italia”.
“È un evento, questo, a cui crediamo molto - sottolinea il vice presidente di Veronafiere Romano Artoni, dal Brasile - perché il nostro Paese non è solo in grado di aumentare il proprio mercato del vino verso il Sudamerica ma anche di creare le condizioni per un’enologia importante in queste aree. I 25 milioni di italo-brasiliani sono un punto di partenza culturale fondamentale, ora dobbiamo lavorare per far sì che il know how italiano possa fare matching con questo valore aggiunto”.
Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, “siamo alla prima edizione ma la propensione a lavorare insieme è comprovata dalle presenze sempre maggiori degli operatori presenti a Vinitaly: solo nella scorsa edizione abbiamo contato circa 2.200 operatori del Sud-Centro America, di cui un migliaio brasiliani. Ora puntiamo ad un upgrade, dal made in al made with, ben condiviso dal ministro Centinaio”.
A livello di mercato, complessivamente, lo scorso anno i Paesi dell’area Mercosur, insieme al Cile, hanno importato vino per un totale di oltre 444 milioni di euro, con il Brasile protagonista della domanda a 325 milioni di euro, seguito dal boom di ordini di Argentina (57 milioni di euro) e Paraguay (44 milioni di euro), cresciute nel biennio 2015-2017 rispettivamente del 779% e 76%.
Quasi 200 gli espositori di “Wine South America”, provenienti da 9 Paesi (Brasile, Cile, Argentina, Australia, Italia, Uruguay, Slovenia, Austria e Svizzera) per 10.000 visitatori sudamericani attesi tra importatori, esportatori, distributori e operatori di Gdo, Horeca e hotellerie.
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