In una BolognaFiere che diventa sempre più “hub fieristico” dei piccoli produttori e degli artigiani del vino, dopo l’annuncio che sarà proprio Bologna ad accogliere il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti (Fivi) dal 2023 (dal 25 al 27 novembre), da domani inizia il percorso di avvicinamento alla “Slow Wine Fair” n. 2, a BolognaFiere, dal 26 al 28 febbraio 2023. Una serie di conferenze online focalizzate sui grandi temi al centro della manifestazione, in calendario l’8, 15 e 22 febbraio, che coinvolgeranno appassionati, tecnici, professionisti e delegati della “Slow Wine Coalition”, anticipando il programma di incontri che animerà la “Slow Wine Arena”, realizzata in collaborazione con Reale Mutua, main partner della manifestazione e sostenitore ufficiale di Slow Food Italia.
“Se, nell’edizione 2022, i convegni digitali si erano concentrati sui cardini del Manifesto Slow Food per il vino buono, pulito e giusto, ovvero la sostenibilità ambientale del vino, la tutela del paesaggio, e ancora l’equità sociale nel lavoro in vigna e il ruolo sociale del vino, in questa seconda edizione le conferenze online pongono l’accento su tre temi di grande attualità: la crisi climatica, il sistema delle denominazioni e l’importanza del biologico”, spiega Slow Wine. Mercoledì 8 febbraio (ore 18) sotto i riflettori ci saranno “Il vino e la crisi climatica”, con Adriano Zago, una laurea in Agraria all’Università di Padova e una specializzazione in Viticoltura ed enologia a Montpellier, e da vent’anni consulente agronomico ed enologico, Martina Broggio, consulente di viticoltura sostenibile, Franco Meggio, docente all’Università di Padova, e Alberto Acedo, imprenditore biotecnologico ed esperto della Commissione Europea. “Parleremo di tre ambiti - spiega Adriano Zago - la pianta, il suolo e l’uomo. Cercheremo di spiegare che cosa sta succedendo, con la crisi climatica, nel suolo e nella pianta, e di come l’uomo, inteso come organizzazione aziendale, sta reagendo. Non basta più fare un vino buono e preoccuparsi di portare a casa un’uva sana, obiettivi divenuti troppo deboli in un tempo storico molto diverso dal passato. Una cosa è certa, la crisi climatica sta portando all’attenzione il tema della fertilità del suolo”. Altro tema caldissimo e trasversale al settore, è quello che sarà al centro del dibatto mercoledì 15 febbraio (ore 18), ovvero “Le denominazioni, bene comune? Una visione europea”. “Una conferenza dedicata a esplorare i motivi della crescente sfiducia in questo sistema, ma anche a riflettere su come rivederlo e adeguarlo alla situazione presente”, spiega ancora Slow Wine. Ne parleranno Alberto Grandi, scrittore e professore associato di Storia dell’integrazione europea e Storia economica e Storia dell’alimentazione all’Università di Parma, Matilde Poggi, presidente Cevi - Confédération Européenne des Vignerons Indépendants, Iacopo Di Teodoro, importatore e distributore dell’azienda statunitense Artisanal Cellars, e Chiara Bolner, della direzione generale dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale della Commissione europea, moderati da Gabriele Rosso, vice curatore della Guida Slow Wine. Infine, mercoledì 22 febbraio (ore 18) si parlerà di “Bio e vita”, una riflessione sul biologico, insieme alla Federazione italiana agricoltura biologica e biodinamica (Federbio), che “a partire dall’analisi della situazione attuale, disegni anche gli scenari futuri di questo settore”. Con gli interventi di Emanuele Busacca di Ifoam Europa, Carlo Bazzocchi, presidente AtBio - Associazione Nazionale dei Tecnici e Ispettori per le Produzioni Biologiche, Michele Bono, del team viticoltura ed enologia dal FiBL - Istituto di ricerca dell’agricoltura biologica Svizzera, Eduardo Tilatti, certification manager di Demeter Latin America, e Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio.
Questi argomenti introdurranno, come detto, alla “Slow Wine Fair 2023”, vera e propria, dove sono attesi oltre 650 cantine espositori da tutta Italia: da San Salvatore 1988 a Barone Pizzini, da Pievalta a Domenico Clerico, da Ettore Germano a Borgogno, da Casa Eredi di Mirafiori a Giacomo Fenocchio, da Vietti a Centopassi, da Donnafugata a Planeta, da Baglio del Cristo di Campobello a Le Chiuse, da Lisini a Panizzi, da Patrizia Cencioni (Solaria) a Ridolfi, da Tenuta di Capezzana a Tenuta Col d’Orcia, da Tenuta Sette Ponti ad Abbazia di Novacella, da Decugnano dei Barbi a Tenuta Castelbuono (famiglia Lunelli), da Bertani a Secondo Marco, da Speri a Ceretto, da Il Colombaio di Santa Chiara ad Ar.Pe.Pe., da Cupano a Ca’ del Baio, solo per citarne alcune.
Focus - “Slow Wine Fair 2023”, ecco tutte le masterclass
In “Slow Wine Fair 2023”, di scena dal 26 al 28 febbraio, a BolognaFiere, ci sono sei appuntamenti da mettere in agenda, in cui conoscere i vini della “Slow Wine Coalition”, la rete internazionale che riunisce i protagonisti della filiera del vino, degustare i grandi vini rossi e bianchi di Francia importati in esclusiva da Tannico, ripercorrere annate importanti per la storia del vino italiano, come la 2010, attraverso le grandi etichette di Barolo, Amarone e Brunello, ma anche esplorare l’affascinante mondo degli amari, novità della “Slow Wine Fair” 2023, un modo in più per dare spazio ai prodotti artigianali che esaltano i Presìdi Slow Food e le materie prime del territorio.
La prima masterclass è “Caucaso, la culla della viticoltura”, di scena il 26 febbraio (ore 13.30), con i vini georgiani, armeni e russi della Slow Wine Coalition, nata nel 2021 con il lancio del Manifesto per il vino buono pulito e giusto, e che da allora si è rafforzata nei numeri (conta 1.000 adesioni tra produttori e appassionati in 37 Paesi) e con le idee. A seguire (ore 15:30) largo alla degustazione più attesa, quella dedicata alla “2010: la vendemmia perfetta”, dedicata ad una di quelle annate che, grazie a un meteo e a un clima ideale, ha rasentato la perfezione. Il 2010 è stato, per molti vini, un millesimo eccezionale, specie nelle tre denominazioni rossiste più prestigiose e iconiche del Belpaese: Barolo, Amarone della Valpolicella e Brunello di Montalcino, da riscoprire nelle bottiglie che la Banca del Vino di Pollenzo ha offerto dal sui scrigno. Lo stesso giorno (ore 17:30) ci sarà anche spazio per “I grandi bianchi e rossi di Francia”, una masterclass in cui Tannico propone alcune grandi etichette importate in esclusiva per degustare le eccellenze di uno dei Paesi con la tradizione vitivinicola più antica e d’Europa, grazie alla presenza di suoli e microclimi molto differenti, 14 Regioni vitivinicole e grandi vitigni, che permettono ai vini francesi sono in grado di offrire caratteristiche organolettiche e sensazioni completamente diverse da zona a zona.
Il 27 febbraio (ore 11) si parte con la masterclass “Alla scoperta dei distretti biologici italiani con Federbio”, occasione per conoscere i territorio italiani che hanno scelto la via della certificazione bio con l’obiettivo di migliorare radicalmente la vita dei cittadini, e di affrontare la sostenibilità ambientale non solo dal punto di vista strettamente agronomico. In degustazione, sei vini di sei terroir differenti, in un viaggio lungo la Penisola, dalla Valpolicella a Cormons nel Collio, dalla Toscana di San Gimignano e Panzano al Piceno, fino al Cilento. Si prosegue, quindi (ore 13), con “La grande degustazione di Champagne Lombard”: protagonista della masterclass è la Maison Lombard (importata e distribuita da Tannico), azienda condotta da Thierry Lombard e da suo figlio Thomas, proprietaria di 5,5 ettari vitati, principalmente classificati Premier Cru, situati nella parte ovest della Montagne di Reims. Nei calici, sei grandi Champagne vinificati da uve Chardonnay e Pinot Noir in purezza, espressioni dell’identità minerale di ogni singolo terroir. Dallo Champagne al mondo degli amari, il passo è relativamente breve: alle ore 15, c’è “Amarezze sui monti d’Abruzzo: Scuppoz e la Genziana delle pecore”, alla scoperta della genziana di Scuppoz, storica realtà abruzzese a conduzione familiare che, dal 1982, produce liquori valorizzando l’artigianalità e la qualità dei prodotti tipici della regione. Il giorno successivo, il 28 febbraio (ore 13), l’altro appuntamento dedicato al mondo degli amari, con “Amarezze siciliane: Paesano e l’amaro al carciofo”, andando idealmente a Niscemi, in Sicilia, dove l’azienda Paesano esalta con i suoi liquori e amari le materie prime isolane, tra cui proprio il carciofo di Niscemi, Presidio Slow Food, di cui l’azienda utilizza solo il cuore e i gambi, le parti più pregiate. Infine, sempre il 27 febbraio (ore 17), “La biodinamica secondo Emma Gao”, alla scoperta dei vini di Silver Heights Vineyard, pioniera nella produzione biodinamica nella Regione di Ningxia, stella nascente del panorama vinicolo cinese e mondiale.
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