02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)
LO SCENARIO

Crisi del vino, la Germania propone un piano “paneuropeo” di estirpazione dei vigneti

La proposta nell’ultimo Consiglio Agrifish, sul modello di quella del 2009-2011, che fu finanziata con 1 miliardo di euro dall’Ue
AGRIFISH, CONSIGLIO UE, ESTIRPAZIONE VIGNETI, FEDERVINI, FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, FRANCIA, Germania, ITALIA, MINISTRO DELL'AGRICOLTURA, PACCHETTO VINO, SPAGNA, UE, UNIONE ITALIANA VINI, VIGNETI, VINO EUROPEO, Mondo
Crisi del vino, la Germania propone un piano “paneuropeo” di estirpazione dei vigneti

Nel 2009 il mondo e l’Europa provavano a ripartire dopo la crisi finanziaria del 2007-2008, in un contesto difficile, quello della “Grande Recessione” che gli economisti fanno finire nel 2013, e di cui uno dei momenti simbolo fu il crack della banca americana Lehman Brothers. Anche allora i consumi di ogni tipo di bene soffrirono, vino incluso, e l’Unione Europea di allora approvò un piano triennale di espianto dei vigneti, tra il 2009 ed il 2011, finanziato con un budget importante, di 1 miliardo di euro, per riallineare una produzione troppo abbondante rispetto alla domanda effettiva. E oggi, che tra guerre, dazi, inflazione e salutismo, la difficoltà dei consumi sembra ancora più strutturale, con una riduzione prevista da tutti gli studi da qui ai prossimi anni, c’è chi propone qualcosa di simile, un piano di estirpo dei vigneti “paneuropeo”, dopo iniziative di singoli Paesi come la Francia, che da qualche tempo, a Bordeaux e non solo, ha messo in atto un piano di estirpo da circa 90.000 ettari di vigneti. A proporre esplicitamente la misura a livello comunitario, è stata la Germania, nel quadro del Consiglio Agricoltura e Pesca (Agrifish), del 19 settembre, e dove si chiedono misure ancora più incisive rispetto a quelle già previste dal “Pacchetto Vino” approvato dallo stesso Consiglio Ue lo scorso giugno, e che, in particolare, in qualche modo, già prevedeva la possibilità, ma lasciando la gestione, anche finanziaria, ai singoli Paesi membri.
Nel documento presentato dalla Germania al Consiglio Ue (qui la versione integrale), oltre al riepilogo delle tante difficoltà della filiera, ed al ribadire il sostegno al “Pacchetto Vino” (che sta facendo il suo iter in Parlamento Ue, ndr), si legge, dunque, come “per attenuare i crescenti problemi strutturali e socioeconomici del mercato del vino, sono necessari ulteriori sforzi a livello europeo, oltre il “Pacchetto Vino”. Una opzione chiave sarebbe un programma paneuropeo di estirpazione (grubbing-up) simile a quello attuato tra il 2009 e il 2011. Oltre alle misure permanenti, dovremmo anche consentire misure temporanee di estirpazione nel settore vitivinicolo, integrate da misure di sostegno ecologico da attuare sulle superfici estirpate. Ciò aumenterebbe l’accettazione del programma e potrebbe anche avere un impatto positivo sull’ambiente, a seconda delle modalità di attuazione. Allo stesso tempo, il programma potrebbe prevenire l’abbandono su larga scala dei vigneti non più coltivati, che comporterebbe effetti fitosanitari indesiderati nelle aree circostanti”.
Ma quello che conta, in realtà, è che il tema degli espianti è arrivato sul tavolo come proposta ufficiale a livello comunitario. E tra i grandi Paesi produttori, se è inutile dire che la Francia, che è già andata avanti per conto proprio e più volte ha richiesto ulteriore supporto all’Ue, sarebbe d’accordo, meno netta è la posizione italiana, sia sulla misura degli estirpi in sé, che sulla possibilità eventuale di finanziarla con fondi pubblici (come abbiamo raccontato qui). A livello di Governo, come più volte ribadito dal Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, infatti, quella degli estirpi dei vigneti, non è vista come la via maestra: “sugli estirpi non sono molto favorevole, semmai si può pensare a riconvertire, ma abbandonare il terreno spendendo anche risorse no, sarebbe anche contrario alla visione dell’agricoltore come custode del territorio”, ha detto, nelle settimane scorse, Lollobrigida. Una visione in buona parte condivisa, tra le altre, dall’Unione Italiana Vini - Uiv, e dalla Federvini. Con una situazione, quella italiana, molto simile a quella che si vive in Spagna, altro grande vigneto dell’Unione Europea.
Ma il dibattito su una misura che sarebbe strutturale ed inciderebbe in maniera profonda non solo sulla filiera del vino europeo, ma anche sul paesaggio, è sempre più concreto.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli