Quasi 1 persona su 4 cucina di più (23%), in famiglia e per la famiglia. E lo fa sprecando molto di meno (17%). Per fare la spesa, ci si rivolge con maggiore frequenza ai negozi di vicinato, dagli alimentari alle botteghe degli artigiani del gusto, dove il 19% ci va più di prima, ma c’è anche un 14% che ora fa i propri acquisti online con più disinvoltura. Parola di una ricerca di Altroconsumo presentata al “Festival del Giornalismo Alimentare”, di scena da oggi a Torino, sulle nuove abitudini alimentari degli italiani che rimarranno dopo la pandemia, dalla quale emerge come il cibo ha assunto ulteriormente un ruolo centrale nella nostra vita e come gli italiani mostrano maggiore attenzione a diversi aspetti nello sceglierlo ed acquistarlo. Scelte che sono sempre più guidate dalla sostenibilità (il 30% presta più attenzione a questo aspetto) e dalla ricerca di prodotti di origine locale (+27%).
Secondo la ricerca di Altroconsumo - condotta tra il 9 e il 15 settembre 2021 su un campione di consumatori di età compresa tra 25 e 79 anni, distribuiti come la popolazione generale per quanto riguarda sesso, età ed area geografica - terminata la fase di lockdown, l’uso di alimenti a lunga conservazione, come cibo in scatola e surgelati, è tornato sugli stessi livelli del pre-Covid: il 90% degli italiani afferma infatti di acquistare questo tipo di prodotti con la stessa frequenza di prima (il 7% più spesso e il 3% meno). Inoltre, rispetto a prima della pandemia, l’indagine mostra come ci sia più attenzione verso le proprietà salutari (+19%) e nutritive (+14%) degli alimenti. Il costo, invece, è la voce che il 17% delle persone tiene ora maggiormente in considerazione. Nel complesso, un intervistato su cinque (20%) ritiene che le proprie abitudini alimentari siano più salutari oggi rispetto a quelle precedenti alla pandemia, e, tra i giovani tra 25 e 34 anni la percentuale sale al 32%.
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