In che modo la televisione trasforma il messaggio comunicativo del cibo e della cucina? Da “Viaggio nella valle del Po” di Mario Soldati, storico programma della fine degli anni Cinquanta del Novecento, al successo di “MasterChef” (l’edizione n. 14 al via il 12 dicembre su Sky, ndr) il ruolo del cibo sul piccolo schermo si è evoluto nel corso delle varie epoche. Se ne è parlato a Milano in occasione dell’incontro “Telecucina”, organizzato dalla Fondazione Gualtiero Marchesi, con la partecipazione di Salvatore De Riso, maestro pasticcere e volto televisivo, Riccardo Monco, chef del ristorante Tre Stelle Michelin Enoteca Pinchiorri e personaggio tv, Anna Sfardini, direttore del Master “Fare TV - Management del broadcasting e dello streaming” Università Cattolica del Sacro Cuore, Davide D’Addato, autore televisivo e conduttore radiofonico, insieme a Enrico Dandolo, presidente Fondazione Gualtiero Marchesi e Carla Icardi, direttore Accademia Gualtiero Marchesi.
Enrico Dandolo ha raccontato un momento storico del Maestro Marchesi che, negli anni ‘90, insieme al suo giovane allievo Davide Oldani, portava in tv la cultura della cucina attraverso la spiegazione di alcune ricette nel programma Rai “É sempre Mezzogiorno”. É intervenuta poi Carla Icardi che ha chiesto a Riccardo Monco: “perché hai accettato di partecipare al programma “Celebrity Chef” condotto da Alessandro Borghese? Hai mai pensato che questa avventura avrebbe potuto modificare il percepito che la gente aveva di te e della tua professionalità?”. La risposta è stata “perché mi piacciono le sfide e mettersi in gioco senza la giacca da cuoco era qualcosa che mi intrigava molto”. Molto interessante la visione storica della cucina in tv ricordata da Anna Sfardini, dal programma di Mario Soldati, “Viaggio nella valle del Po”, che apre la cucina italiana alla televisione enfatizzando l’importanza del cibo, non più visto come fonte di sopravvivenza, ma come cibo che racconta l’Italia e la sua storia, ricercando la genuinità del prodotto. Davide D’Addato ha posto invece l’attenzione sul programma “MasterChef”, di cui lui è uno degli autori, dove i cuochi sono considerati delle star della televisione e che mantiene ancora il primato di audience come trasmissione di cucina. Il programma, che “racconta in modo diretto le storie di personaggi e la loro evoluzione parlando anche dei prodotti e dei territori”, è cambiato dalla prima edizione ad oggi, dalle cucine un po' marziali delle prime edizioni con piatti che volavano e un clima molto teso ad una realtà molto più equilibrata, più realistica. Nelle prime edizioni il vincitore apriva quasi sempre un ristorante mentre negli ultimi anni i vincitori il più delle volte scelgono di fare gli chef a domicilio o diventano degli influencer, cucinando sui social. Salvatore De Riso, considerato “l’angelo dei dolci” e uno dei più grandi pasticceri d’Italia, racconta la propria esperienza di vita: a 21 anni decide di seguire la sua passione e apre il suo primo laboratorio di pasticceria, trasformando la produzione tradizionale della pasticceria campana. Nei primi anni Duemila lavorò per il Maestro Gualtiero Marchesi, realizzando per lui delle monoporzioni di dolce per la compagnia Costa Crociere. Importante la sua testimonianza legata alla figura di testimonial per aziende alimentari, che sceglie solo in base alla qualità dei loro prodotti e non al peso economico dell’offerta ricevuta.
L’incontro “Telecucina” fa parte del calendario de “I Martedì di Bonvesin de la Riva”, che una volta al mese si tengono presso la Fondazione Gualtiero Marchesi a Milano.
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