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LA COVER STORY PER “VINITALY”

Dai Supertuscans al tartufo bianco d’Alba, ecco perché gli Usa amano così tanto l’Italia

“Wine Spectator” mette in copertina di Aprile 2022 le “101 Reasons We Love Italy” che spingono la passione per il Belpaese nel mercato n. 1 del vino

Dai Supertuscans, simbolo del “rinascimento” del vino italiano e dei massimi livelli raggiunti nella ricerca della massima qualità da parte dei produttori del Belpaese, alla cerca del tartufo bianco d’Alba nelle Langhe Patrimonio dell’Unesco, da una tappa obbligata come Piazza San Marco a Venezia (in assoluto, il motivo n. 1) ad un “Gran tour” nella Costiera Amalfitana, dall’incredibile varietà dei vitigni autoctoni simbolo delle Regioni italiane ai piatti del tristellato chef Massimo Bottura, passando per la magia del Palio di Siena. Tra vino, cibo, viaggi e cultura, cliché e motivi originali, sono queste alcune delle “101 Reasons We Love Italy” che spingono l’amore per il Belpaese nel mercato n. 1 del vino italiano, gli Usa, messe in copertina da “Wine Spectator” nel numero di Aprile e raccontate tra le sue pagine. Una nuova “cover story”, tra quelle ormai tradizionalmente dedicate all’Italia nei giorni di “Vinitaly” a Verona (10-13 aprile) e per il prestigioso prologo “OperaWine”, la degustazione di Veronafiere che vede protagoniste le 130 cantine selezionate dal più diffuso magazine americano.
Che sono anche tra i motivi per cui gli americani amano così tanto l’Italia, grazie a produttori che hanno fatto la storia, da Marilisa Allegrini a Lamberto Frescobaldi, da Riccardo e Renzo Cotarella ad Angelo Gaja & Family, passando per Piero Antinori & Family, per citarne alcuni, accanto alla bellezza di territori unici e inconfondibili, come le Cinque Terre o la Sicilia dell’Etna. E, poi, ci sono i vitigni più amati, ovviamente, dalla Corvina della Valpolicella al Pinot Grigio che in America ha fatto fortuna, dal Sangiovese al Montepulciano d'Abruzzo, dalla Garganega al bianco Cortese, dalla Barbera al Nebbiolo, dal Timorasso al Friulano, dal frizzante Lambrusco al Verdicchio marchigiano, dal Vermentino dei “due mari” all’Aglianico, dal Trebbiano al Primitivo, fino al Nero d’Avola, “the king” tra i vitigni siciliani, senza dimenticare la crescente “bubbles mania” per le bollicine italiane.
Di certo non si può venire in Italia, senza provare almeno una volta l’esperienza di un ristorante tristellato, dall’Enoteca Pinchiorri a Firenze a La Pergola a Roma, o al Piazza Duomo di Alba, o senza entrare in un “tempio del vino” come l’Antica Bottega del Vino a Verona o in una delle tante enoteche di Signorvino in tutta Italia, e “del gusto” come all’Antica Macelleria Cecchini del macellaio-poeta Dario Cecchini che recita Dante in Toscana. Ma tra i motivi della passione Usa per il Belpaese, c’è il cibo in tutte le salse, dalla pasta (Amatriciana, Carbonara, Cacio & Pepe …) al risotto, dai salumi all’espresso, dall’olio extravergine di oliva al Parmigiano Reggiano, dall’Aceto Balsamico di Modena al panettone, dal pesto alla pizza, per cui gli americani, si sa vanno, matti, tanto quanto per il gelato.
Le cose da fare assolutamente una volta venuti in Italia? Dalla scoperta delle antiche rovine di Roma, magari su una vespa come in un film, ad una visita a Firenze a caccia delle rinascimentali “buchette del vino”, dall’ammirare il Duomo di Milano ad un cammino mistico ad Assisi, da un soggiorno in una camera con vista Canal Grande a Venezia, sul Lago di Como o a Portofino, ad una passeggiata a Taormina, magari gustando un arancino e facendo shopping di souvenir. Come da copione.

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