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BIBLIOTECA ENOGASTRONOMICA

Dal Barolo al risotto alla milanese, storie di successi nati per caso. Raccolte da Oscar Farinetti

“Serendipity” (già ribatezzate post virus): così le chiama il patron di Eataly nel volume per Slow Food Editore. A raccontarle, i nomi più curiosi

Con l’inizio della fase 2, anche Eataly ha riaperto i ristoranti, da Milano a Roma, coniugando piacere dell’eperienza e sicurezza, tra grandi dehors all’aperto e nuove proposte enogastronomiche studiate nell’emergenza Covid, Fico Eataly World ha aspettato simbolicamente il 2 giugno, Festa della Repubblica, per tornare ad accogliere i visitatori nel parco dedicato al cibo più grande del mondo, e il loro creatore e patron Oscar Farinetti, che nel lockdown, a tu per tu con WineNews, pensava già alla ripartenza dell’Italia e al futuro del Paese, tra una, “chiamamola con il suo nome”, patrimoniale per dare liquidità alle imprese, e italiani “straordinari”, stimati e famosi, per convincere il mondo a tornare in Italia, ora esce in libreria con un nuovo volume. Dove ad essere straordinarie sono scoperte di successo nate per caso, ovviamente nel mondo del cibo che è il pane quotidiano del vulcanico imprenditore. Farinetti le definisce “Serendipity. 50 storie di successi nati per caso”, dando il titolo per Slow Food Editore ad una riflessione sul senso della vita, sull’importanza della ricerca continua, su quanto conti non mollare mai, soprattutto nei momenti di grande difficoltà. E, per questo, già ribatezzate, e non poteva essere altrimenti, “Serendipity post virus”.
“D’altra parte, la perfezione non esiste e, se mai esistesse, sarebbe noiosa e priva di stimoli per crescere - spiega Farinetti a proposito del “bello di sbagliare, spiegando che l’idea di scriverci un libro viene dal figlio Francesco Farinetti (Slow Food Editore, pagg. 304, prezzo di copertina 16,50 euro) - l’imperfezione ci sprona a migliorare, per migliorare occorre sbattersi, sbattendosi si sbaglia. Poi esistono le fatalità, eventi indipendenti dalla nostra volontà, con i quali dobbiamo convivere ed adattarci, magari prendendo nuove strade. A volte addirittura si verificano accadimenti che cambiano il corso della storia”. Anche noi umani “siamo il frutto di una serie di imperfezioni che hanno riscosso un certo successo. Almeno così pare, o ci pare. Siamo arrivati a questo punto grazie alle nostre invenzioni”. A coniare il termine “serendipity” fu, nel 1754, lo scrittore inglese Horace Walpole, prendendo spunto da un’antica favola persiana.
Quali sono? Quelle in cui, Farinetti si è imbattuto nella sua vita professionale: “piatti e bevande di grandissimo successo e diffusione, nate letteralmente per sbaglio, come la Coca-Cola o il gorgonzola. Ma anche cose molto buone prodotte semplicemente per rimediare ad un errore o una disgrazia, come il panettone, l’insalata russa o la Guinness. Altre storie si riferiscono a piatti, materie prime o bevande la cui origine è talmente rocambolesca, come il peperoncino, il Barolo o il risotto alla milanese, da meritare di essere riferite”.
Dall’acciuga del Mar Cantabrico la cui storia è legata ad un naufragio all’aceto balsamico di Modena la cui origine si deve ad una naturale fermentazione della saba, dall’Amarone, “vino sbagliato”, al brodo di giuggiole che in realtà è un liquore, dallo Champagne la cui storia inizia nell’antica Grecia, al Gallo Nero del Chianti “insonne e affamato”, dal gianduiotto nato per arginare un editto di Napoleone, al Marsala, dalla Nutella alle patatine fritte, dalle “raviole al plin” al Sauternes, dagli spaghetti alla bolognese al tartufo bianco.
A raccontarle con l’autore sono produttori, gastronomi, cuochi, pasticceri, artisti e scienziati, e non solo, da Carlo Petrini a Marilisa Allegrini, da Massimo Bottura a Gennaro Esposito, da Andrea Berton a Francesca Lavazza, da Bruno Paillard a Gino Fabbri, da Edoardo Bennato a Marco Pallanti, da Guod Gobino a Renato Invernizzi, da Peppe Zullo a Teo Musso, da Carlo Cracco a Giovanni Ferrero, da Alberto Balocco a Antonia Klugmann, da Piero e Ugo Alciati a Davide Oldani, da Joe Bastianich, da Angelo Gaja a Bruno Barbieri, da Antonino Cannavacciuolo a Roberto Vecchioni, da Attilio Scienza a Vittorio Sgarbi (per citarne solo alcuni).
Ma, tra le pagine del libro, c’è anche la serendipity “assoluta, la più importante di tutte. Ne ho parlato, chiedendo aiuto ad un formidabile scienziato - scrive Farinetti nell’introduzione - ma non ve la anticipo ... ”.

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