Gli enoturisti all’epoca del Covid-19 sono italiani e vogliono sentirsi al sicuro: dall’ultimo sondaggio di Enit - Agenzia Nazionale del Turismo risulta che 9 italiani su 10 hanno intenzione di trascorrere le proprie vacanze nel Belpaese. E mentre molte aziende stentano a riprendere le attività, emerge la necessità di ripartire, proteggendo collaboratori e turisti, e di fare chiarezza nella giungla di norme e linee guida per la sicurezza trasmesse a livello internazionale, nazionale e locale, tenendo conto della specificità del settore. Nasce in questo contesto di difficoltà la “Carta dell’Enoturismo ai tempi del Covid-19”, ideata e scritta a quattro mani da Unione Italiana Vini (Uiv) e Movimento Turismo del Vino (scaricabile da www.unioneitalianavini.it), un progetto organico di supporto alle aziende e tutela per imprenditori, lavoratori e enoturisti, in un documento in 38 punti, che raccoglie tutte le raccomandazioni utili per gestire l’accoglienza enoturistica e un servizio personalizzato dedicato alle imprese per operare in tranquillità.
La “Carta dell’Enoturismo ai tempi del Covid-19” integra in modo coerente le norme nazionali e i protocolli e linee guida di carattere generale di emanazione pubblica con il protocollo internazionale “Tranquillamente Enoturismo: Linee Guida e Buone Pratiche per un Enoturismo Covid-Free” sviluppato dalla professoressa Roberta Garibaldi insieme al Movimento Turismo del Vino attraverso un confronto con esperti e rappresentanti delle principali organizzazioni e istituzioni dell’enoturismo internazionale. “L’enoturismo - spiega Ernesto Abbona, presidente Uiv - Unione Italiana Vini - è un’attività certamente più complessa in questa fase post-pandemica rispetto al produrre o vendere vino. Per questo ci siamo messi a disposizione delle aziende enoturistiche elaborando il primo servizio specialistico in Italia per aiutarle a riportare i turisti in cantina. Un vademecum e un servizio di assistenza alle imprese per riaprire nelle condizioni di massima sicurezza. La sicurezza degli operatori è, oggi, la sicurezza dei clienti: un valore dell’accoglienza che sarà strategico per rilanciare le nostre attività”.
“Le linee guida elaborate insieme a Uiv - commenta Nicola D’Auria, presidente Movimento Turismo del Vino - rappresentano un aspetto fondamentale di servizio alle nostre imprese per riuscire ad aprire bene, presto e con tutte le cautele necessarie, tutelando gli imprenditori e offrendo l’opportuna tutela e tranquillità ai clienti”. Ma la Carta va oltre il mero elenco di raccomandazioni perché intende essere “un supporto concreto per tutte le aziende che operano nel settore dell’Enoturismo delle diverse regioni e, più in generale, che svolgono attività connesse all’ospitalità nel settore vitivinicolo - come evidenzia Sebastiano de Corato, consigliere Uiv e vice presidente Mtv Italia -. Si tratta, infatti, di un documento di carattere operativo pensato per fornire risposte concrete alle domande di imprenditori e direzioni aziendali durante questa delicata fase di riapertura e nei mesi a seguire”.
Focus - La Carta dell’Enoturismo ai tempi del Covid-19 in 38 punti
La Carta dell’Enoturismo ai tempi del Covid-19 interviene in tutti gli ambiti di operatività dell’enoturismo sviluppando 38 punti di intervento: da quelli più generali, cosiddetti di supporto, perché applicabili da tutti (come la pulizia e i DPI), ai “principali o primari” che caratterizzano il settore (come le visite guidate o degustazioni, ma anche lavaggio delle stoviglie o biancheria per la tavola) agli ambiti “secondari o complementari” che possono cioè essere presenti in una struttura ma non sono caratteristici del settore (come noleggio biciclette o gestione di una piscina).
Attraverso la Carta l’imprenditore potrà identificare i servizi che offre, i processi che lo interessano e, estraendo le indicazioni relative dalla Carta, costruire un protocollo personalizzato.
“Aderire alle linee guida e mettere in pratica i nostri suggerimenti - spiega Paolo Castelletti, Segretario Generale Uiv (Unione Italiana Vini) - permetterà all’imprenditore di operare in condizioni di sicurezza verso i collaboratori e gli enoturisti, tenendosi al riparo dai rischi connessi ad eventuali responsabilità di tipo legale e infortunistico. La tenuta di un documento interno, personalizzato e aggiornato contenente i principi applicabili nella Mappa delle Attività dell’azienda, integrati da eventuali norme a carattere locale, e la registrazione delle attività implementate, renderà evidente il rispetto delle prescrizioni previste in caso di controllo e nei confronti dei terzi in generale”.
I servizi di supporto
Sono tre i servizi di supporto previsti dalla Carta per personalizzare il protocollo e verificarne la corretta applicazione. “Abbiamo previsto servizi diversificati in base alle esigenze delle varie imprese - spiega Valentina Ellero, responsabile Consulenza organizzativa e Formazione per le aziende vitivinicole Uiv, nel team autore della Carta - il servizio base è operato da remoto: l’azienda indica le sue specifiche (la regione di appartenenza, i servizi principali e gli eventuali servizi accessori) e, in tempi rapidissimi, l’Uiv genera e le invia il documento dedicato, integrato di tutti i moduli eventuali da compilare secondo la regione specifica per non incorrere in sanzioni in caso di controllo. Un servizio successivo, invece prevede l’intervento sul campo del team degli specialisti di Uiv per la verifica in loco della corretta applicazione del protocollo dopo il completamento dell’attività da remoto per la compilazione del documento. Infine, il servizio “chiavi in mano” di analisi personalizzata: uno staff di esperti Unione Italiana Vini (uiv), si reca in azienda per individuare le necessità effettive, elaborare la documentazione necessaria e condividerne l’applicazione con tempi di intervento molto ridotti”.
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