Dei miliardi di litri di vino che, ogni anno, partono dai Paesi produttori per invadere i mercati vicini e lontani, la fetta del vino sfuso è tutt’altro che marginale, specie se si parla di volumi. E lo sfuso è anche il settore che, più di ogni altro, subisce, nel bene e nel male, l’andamento vendemmiale, a livello globale. Ecco perché al centro della World Bulk Wine Exhibition, che chiude oggi i battenti ad Amsterdam e che ha premiato l’Alleanza delle Cooperative Italiane guidata da Ruenza Santandrea con il “Voice of Wine”, dedicato al riconoscimento “degli sforzi di persone, aziende, istituzioni ed associazioni che si caratterizzano per il supporto al settore del vino in generale, ed a quello dei vini sfusi in particolare”, sono finiti i dati del “Global Market Report” di Ciatti, uno dei principali broker del settore. Che, partendo dai numeri dell’Oiv, ha ricordato come la produzione enoica nel 2019 segni cali importanti nei principali Paesi produttori, dal -15% dell’Italia al -24% della Spagna, passando per il -15% della Francia, che tornano ai livelli del 2017, così come i prezzi, destinati, sul mercato degli sfusi, a crescere rispetto ad un anno fa, seppur di poco. In Italia, ne beneficeranno il Prosecco, il Pinot Grigio ed il Primitivo, anche se la competizione con i vini dell’Argentina, pronta ad una vendemmia record e di alta qualità, preoccupa, così come le dinamiche internazionali, dalla Brexit alla crisi dei dazi Usa, che rischiano di avere ripercussioni importanti sui consumi delle tre piazze più importanti per mercato enoico mondiale, ossia Gran Bretagna, Usa e Cina.
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