Tra le tante classifiche di fine anno dedicate al vino, non manca certo quella di “Decanter”, rivista di riferimento nel mercato Uk, che, per il vino italiano, vale tanto, per 602 milioni di euro nei primi 9 mesi 2023, a +3,5% sul 2022 e tra i pochi mercati in crescita, secondo i dati Istat analizzati da WineNews. E se, nei giorni scorsi, vi abbiamo segnalato i cinque vini tricolore da 100/100 segnalati dalla rivista (Fieramonte 2016 di Allegrini, Barolo Brunate 2019 di Giuseppe Rinaldi, Brunello Madonna delle Grazie 2019 Il Marroneto, Masseto 2020 e Ornellaia 1998), nella lista dei “Wines of The Year” 2023 pubblicata nel numero di gennaio 2024 del magazine, non mancano certo le etichette del Belpaese, selezionate, come le altre, non solo per il punteggio (comunque dai 90/100 in su), ma anche secondo la disponibilità sul mercato, la piacevolezza e così via.
I vini dell’anno, in realtà, non premiano il tricolore: lo spumante dell’anno è lo Champagne, Collection 243 Nv di Louis Roederer, il bianco dell’anno il greco Thalassitis 2022 da Santorini di Gaia Wines, il rosso il sudafricano Cabernet Sauvignon Simonsberg-Stellenbosch 2019 di Kanonkop, il vino “offbeat”, ovvero un po’ fuori dagli schemi classici, il greco, ancora una volta, Malagousia Achaia 2022 di Tetramythos dal Peloponneso, de il migliore per qualità prezzo lo spagnolo La Gitana Manzanilla En Rama di Hidalgo, da Jerez, non mancano certo le etichette italiane tra i “i 113 vini che hanno ottenuto un punteggio complessivo di 90 punti o più, tutti di grande piacere, a prescindere dai gusti e dal vostro conto in banca”, scrivono da “Decanter”.
E così, in quella che è una lista, più che una vera e propria classifica, tra i bianchi migliori, ecco un must come il Rarity 2010 di Cantina di Terlano, riferimento in Alto Adige, ma anche il Tenuta del Conte, Diversamente Greco Bianco 2019 di Tenuta del Conte, da Cirò, in Calabria, e l’Anas-Cëtta Nascetta del Comune di Novello 2021 di Elvio Cogno, dalle Langhe. Tra i rossi, invece, al top vengono il Bolgheri Superiore 2019 di Grattamacco del Gruppo ColleMassari di Claudio Tipa, ormai un grande classico, ma anche il Barolo Parafada 2019 di Massolino, ancora dalle Langhe, ed il pluripremiato Flaccianello della Pieve 2013 di Fontodi, passando per l’Etna Calderara Sottana 2021 di Tenuta delle Terre Nere, e per La Poja 2018 di Allegrini. E poi ancora Piemonte, con il Grignolino d’Asti Monferace 2017 di Tenuta Santa Caterina, ed il Friuli Venezia Giulia, con il passito Cràtis Verduzzo Friulano Colli Orientali 2019 di Scubla Roberto.
Se questi sono gli italiani migliori in assoluto, ancora, tra i vini “altamente raccomandati” (con valutazioni di 90 o 91 punti), tra gli spumanti sono segnalati il Trentodoc Brut della cantina di riferimento Ferrari, il peculiare Rebolium Brut Nature 2015 di Sinefinis, che nasce tra Brda e Collio, tra Slovenia e Italia, mentre tra i bianchi non mancano grandi classici dei loro territori come il Soave Classico 2022 di Pieropan, l’Etna Bianco 2022 di Pietradolce, ed il Custoza Superiore Cà del Magro 2021 di Monte del Frà. Mentre tra i rossi spiccano l’Amarone della Valpolicella Classico 2015 di Cà dei Maghi, il Taurasi 2015 di Di Prisco, dall’Irpina, il Gschleier Alte Reben Vernatsch 2021 di cantina Girlan, ancora dall’Alto Adige, e l’Igt Toscana 2015 di Orma. Questi, almeno, i verdetti della giuria, tutta al femminile, di “Decanter”, formata da Tina Gellie, Content Manager Decanter, dalla Master of Wine Anne Krebiehl, e da Michaela Morris, wine writer ed esperta di vino con focus sull’Italia.
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