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“SETTIMANA DELLE ANTEPRIME”

Dall’Appenino al Tirreno, dagli Etruschi al poeta Redi: l’“Altra Toscana” del vino si racconta

Colline Lucchesi, Cortona, Maremma Toscana, Montecucco, Orcia, Terre di Casole, Terre di Pisa, e Valdarno di Sopra, il 25 marzo, a Firenze
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Dall’Appenino al Tirreno, dagli Etruschi al Redi: l’“Altra Toscana” del vino si racconta

“Se Giara io prendo in mano di brillante Carmignano, così grato in sen mi piove, ch’ambrosia e nettar non invidio a Giove”, scriveva il poeta Francesco Redi, nel suo “Bacco in Toscana”. Il Valdarno di Sopra, invece, è piccola ma storica denominazione, divisa tra Arezzo e Firenze, con “testimonial illustri”, come Leonardo da Vinci che ritrasse il celebre Ponte a Buriano nella Gioconda. Ancora, c’è il Chianti Rufina, “sottozona” storica del Chianti assurta a Docg a se stante, o l’Orcia Doc, i cui vigneti affondano le radici in uno dei più antichi paesaggi Patrimonio Unesco d’Italia, o ancora quella Cortona che oggi è terrazza sulla Val di Chiana, ma dove la cultura del vino è presente fin dagli Etruschi, come racconta la “Tabula Cortonensis”, considerato il primo “atto notarile” della storia del vino, reperto che risale al II secolo a. C., è anche uno dei documenti più importanti della storia etrusca, la terza iscrizione più lunga arrivata sino a noi, in cui si legge la storia di Petru Scevas, che cede dei terreni pregiati a vigna ai Cusu, figli di Laris, e che, oltre alle dettagliate misure del terreno e delle viti, la tavola ricorda l’importanza del vino, non prodotto di sostentamento, ma già all’epoca uno status che ogni famiglia ricca doveva avere. Ed ancora la Maremma Toscana, territorio tra i più intatti dal punto di vista naturalistico, o il Montecucco, congiunzione ideale tra la stessa Maremma e Montalcino, o ancora i vini della Colline Lucchesi, dove si mescolano i profumi degli Appennini e del Mar Tirreno, quelli delle Terre di Pisa, che hanno come simbolo la celeberrima torre pendente, e delle Terre di Casole, una delle denominazioni più piccole d’Italia, nel Comune di Casole d’Elsa. Sono le piccole e grandi, “giovani” e antiche storie meno conosciute del vino di Toscana, rispetto ai “grandi classici” come Chianti Classico e Nobile di Montepulciano, Chianti e Bolgheri, Morellino di Scansano e Brunello di Montalcino, passando per la Vernaccia di San Gimignano, il cui racconto nel calice, sotto il titolo de “L’Altra Toscana”, il 25 marzo, a Firenze, chiuderà la “Settimana delle Anteprime”, che prenderà il via il 19 marzo, con la cena di gala inaugurale, nel “Salone dei Cinquecento”, in Palazzo Vecchio, a Firenze, per “PrimAnteprima”, con la Regione e tutti i Consorzi riuniti (dovrebbe essere confermata anche la presenza di quello del Brunello di Montalcino e di quello di Bolgheri, che non partecipano alla “Settimana delle Anteprime”, ma organizzano eventi diversi in altri momenti dell’anno, ndr), e poi gli eventi, fino al 25 marzo, tra Firenze ed i diversi territori, con le degustazioni e le presentazioni di Chianti (Chianti Lovers il 20 marzo), Chianti Classico (Chianti Classico Collection il 21-22 marzo), Vernaccia di San Gimignano (22-23 marzo) e Nobile di Montepulciano (23-24 marzo).
Con il gran finale, dunque, affidato ai 10 Consorzi (Colline Lucchesi, Cortona, Maremma Toscana, Montecucco, Orcia, Terre di Casole, Terre di Pisa, Valdarno di Sopra) che tutelano 13 denominazioni. Piccole o meno conosciute, alcune fortemente legate alla tradizione enologica toscana che reinterpretano in continuazione, altre decisamente “alternative”, che si presenteranno assieme, a Firenze, con degustazioni e un ricco programma di masterclass. In una location estremamente evocativa, e aperta al pubblico in via eccezionale, per andare a raccontare questi “gioielli enoici”, come il Refettorio e l’Atrio del complesso museale di Santa Maria Novella, tra i più spettacolari al mondo per la ricchezza delle opere d’arte ospitate, firmate da Giotto, Brunelleschi, e Masaccio, tra gli altri. Un racconto di territori in cui tante aziende, di dimensioni diverse, si lasciano guidare da un approccio sartoriale con una forte attenzione alla sostenibilità in vigna e in cantina.
“Da sempre sono convinto che l’unione faccia la forza e, quest’anno, vogliamo esaltare al massimo il nostro lavoro presentando il valore delle biodiversità in una nuova collocazione temporale nel calendario delle Anteprime e, soprattutto, in una location incredibile. “L’Altra Toscana” è un caleidoscopio di gusti e terroir, di aree vocate alla vitivinicoltura da secoli che vanno dal mare alle colline interne che siamo sicuri incuriosiranno e piaceranno agli appassionati, specie quelli alla ricerca di qualcosa di nuovo”, spiega Francesco Mazzei alla guida dell’associazione “L’Altra Toscana” e presidente del “Consorzio di tutela dei vini della Maremma Toscana” (oltre che di Avito, l’organizzazione che riunisce tutti i Consorzi del vino della Regione, ndr).
L’obiettivo, dunque, è quindi quello di raccontare una Toscana del vino con punte di qualità sempre più alte, che vanno ad arricchire l’offerta vinicola della regione. Un appuntamento, quello fiorentino, che ha sempre visto la presenza di questi Consorzi, che oggi si presentano in maniera ancora più coesa per dare il giusto peso al valore delle rispettive Denominazioni tutelate dove la vite viene coltivata con arte da secoli. A guidare le degustazioni sarà Gabriele Gorelli, primo Master of Wine italiano. Per scoprire, nel calice, una Toscana del vino diversa, e ancora sconosciuta ai più.

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