Non è più da tempo una novità quella dell’inflazione, fenomeno che sta mettendo a dura prova i consumi degli italiani, sovente costretti a delle rinunce rispetto al passato, tanto al ristorante che alle vacanze, solo per fare qualche esempio. Ma non solo perché, nel futuro, non sarà soltanto il potere di acquisto delle persone a far pendere la bilancia da una parte o dall’altra, ma anche un fattore che non è da sottovalutare e che riguarda l’andamento demografico. L’Italia è un paese che invecchia, il saldo tra nascite e decessi sta mutando velocemente, un aspetto che porta ad alcune valutazioni da parte di chi lavora nel comparto horeca (hotel, ristorazione, catering). Perché meno persone, ma anche con un’età sempre più alta, significano meno consumi e ricadute negative a livello economico. Esplorare le tendenze attuali della distribuzione nel canale horeca e analizzare come le dinamiche sociali, economiche e culturali stanno influenzando i consumi, è stato l’obiettivo del Congresso “Consumi e scenari nell’Italia che cambia”, promosso da Italgrob, la Federazione Italiana dei Distributori horeca, di scena nell’International Horeca Meeting by Italian Exhibition Group - Fiera di Rimini. Tornando ai dati sulla popolazione, il conteggio trentennale dell’Istat , fra il 1993 e il 2022, evidenzia complessivamente 2,49 milioni di morti in più rispetto ai nati, in ciascuno degli ultimi nove anni (2014-2022) la popolazione è sempre diminuita, totalizzando nell’intero periodo la perdita di quasi 1,35 milioni di residenti. Il bilancio dei primi undici mesi del 2023 segna, rispetto agli stessi mesi del 2022, un ulteriore calo di nascite del 3,3%. Estrapolando il dato per l’intero anno si avrebbero 380.000 nati e un saldo naturale negativo di -275.000 unità. L’effetto del cambiamento demografico sull’economia potrebbe dar luogo nel prossimo ventennio, a parità di altre condizioni, a una perdita di oltre 300 miliardi di Pil e a un calo delle potenziali unità di consumo del 2% su base nazionale con punte del 10% in alcune regioni del Mezzogiorno.
La distribuzione nel canale horeca è un elemento nevralgico dell’ecosistema del fuori casa e svolge una funzione essenziale per il Paese, sia sotto il profilo economico sia dal punto di vista sociale, con 3.800 imprese, oltre 60.000 addetti e 17 miliardi di euro di fatturato. Complessivamente, il mercato horeca, in Italia, conta circa 330.000 pubblici esercizi e 1.400.000 occupati, il 6,1% della popolazione lavorativa italiana. Il settore, è noto, ha un ruolo fondamentale anche perché crea valore per un comparto dell’economia, quello del turismo, che vale il 13% del Pil nazionale. Ma il momento è anche delicato perché, nonostante il merito di sapersi adattare ai cambiamenti nei consumi, nel 2023, tuttavia, le aziende di distribuzione che operano nel mercato del fuori casa non sono riuscite a ribaltare l’inflazione generata dagli aumenti di listino, registrando un’impennata degli oneri finanziari. Non mancano le sfide da affrontare e portare avanti, dalla “digitalizzazione” dei processi, fino ad una nuova competitività attraverso un efficientamento dei costi, aumentando il livello di consulenza nei servizi che si offrono alla clientela, attraverso la crescita professionale delle risorse umane.
Secondo Alessandro Morelli, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Coordinamento della Politica Economica e di Programmazione degli Investimenti Pubblici), “fra inflazione e stretta creditizia l’economia italiana attraversa una fase delicata, il potere di acquisto degli italiani è messo a dura prova da una serie di aumenti che hanno alimentato una pericolosa spirale inflattiva. Un ridotto potere di acquisto che è emerso in tutta la sua criticità nella stagione estiva nel corso della quale si sono registrate minori presenze di italiani in vacanza e minor spesa pro-capite nei consumi fuori casa. Anche per il 2024 l’economia italiana spera nelle entrate derivanti dai settori dell’horeca e dell’ospitalità che, ricordiamolo, è uno degli asset portanti del Paese. La via per continuare a crescere è quella che porta a consolidare le sinergie all’interno della filiera e in particolare con l'industria di marca. Solo cooperando, è possibile fare quell'innovazione capace di attirare anche l'attenzione dei fondi di investimento”.
Antonio Portaccio, presidente Italgrob, ha osservato come “per gli italiani il fuori casa è un booster per il benessere soggettivo e la qualità della vita in generale. Il mercato di riferimento è vivo e dinamico ma si evolve a causa di dinamiche endogene ed esogene, per cui ci troviamo di fronte ad un consumatore diverso. Di conseguenza, le nostre aziende si devono adeguare a questo cambiamento al fine di dare le risposte attese. È fondamentale, dunque, avviare un percorso di dialogo con l’industria, le istituzioni e le associazioni di categoria nell’ottica di accompagnare, attraverso lo strumento dell’informazione e della formazione, la transizione in atto. Analizzare e far comprendere il mondo che esiste dietro una banale bottiglia su un tavolo di un ristorante rappresenta quella linea sottile che segna il futuro della distribuzione horeca”. Salvatore De Meo, Presidente della Commissione Affari Costituzionali e membro della Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, ha osservato che “il fuori casa è un segmento cruciale della nostra economia. Purtroppo l’indice demografico a ribasso è motivo di grande preoccupazione per l’impatto sui consumi. Abbiamo il dovere di mettere il legislatore a fianco del settore a tutela degli operatori. Con riferimento, ad esempio, al nuovo regolamento di packaging, vogliamo arrivare a una proposta di buonsenso per declinare la sostenibilità a livello pragmatico rilanciando così la competitività”. Il demografo Gian Carlo Blangiardo, ex Presidente Istat, ha rilevato che “il cosiddetto inverno demografico impatterà in maniera profonda sulla crescita provocando delle trasformazioni strutturali nel medio e lungo periodo. Da un lato tale fenomeno rischia di provocare una consistente riduzione del Pil e una riduzione della potenziale forza lavoro. In risposta va messa adeguatamente mano alla leva migratoria e alla valorizzazione dei “diversamente giovani”, oltre a favorire il recupero della componente femminile e giovanile ancora escluse dal mercato del lavoro”.
Beatriz Colombo, membro della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, ha sottolineato che “il ruolo che la distribuzione horeca svolge nell’economia e nella società italiana è cruciale. In autunno abbiamo dato vita agli Stati Generali del settore per predisporre un piano strategico lungimirante e multilivello, al fine di dare risposte concrete e favorire un coinvolgimento attivo di tutti gli stakeholders. La diminuzione del potere d’acquisto e l’aumento del costo della vita hanno posto significative sfide al comparto impattando sui consumatori e sulle aziende. Occorre, pertanto, adottare misure per sostenere la distribuzione horeca attraverso il supporto alla digitalizzazione e il riconoscimento politico della categoria, che rappresenta un pilastro del made in Italy in quanto contribuisce in maniera rilevante al Pil nazionale e al turismo nel nostro Paese”.
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