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VINO E GUERRA

Dall’Ue via libera a nuove sanzioni contro la Russia: stop anche i vini “di lusso” verso Mosca

Fonti di Bruxelles vicine a Federvini confermano la soglia degli oltre 300 euro “ad unità”. Confagricoltura: “indennizzi ad aziende colpite”
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Dall’Unione Europea stop ai vini “di lusso” verso Mosca (ph: Cottonbro via Pexels)

“La Commissione Europea accoglie con favore l’accordo odierno del Consiglio di adottare un quarto pacchetto di misure restrittive contro la Russia in risposta alla sua brutale aggressione contro l’Ucraina e il suo popolo. Queste sanzioni contribuiranno ulteriormente ad aumentare la pressione economica sul Cremlino e a paralizzare la sua capacità di finanziare l’invasione dell’Ucraina. Sono state coordinate con i partner internazionali, in particolare con gli Stati Uniti”. Così la Commissione, guidata da Ursula Von Der Leyen, conferma il via libera alla nuova ondata di sanzioni economiche verso Mosca, che, oltre a bloccare le transazioni con imprese statali russe in diversi settori, compreso quello militare ed industriale, e lo stop all’import di prodotto siderurgici dalla Russia per un valore di 3,3 miliari di euro, stoppa anche l’export di beni di lusso, vino incluso, verso il paese di Putin, “per colpire direttamente le élite russe”, spiega una nota della Commissione. Prodotti di lusso che, come riportato ieri da WineNews, coinvolgono anche il vino.
Il testo che normerà le sanzioni non è ancora pubblicato, e con ogni probabilità lo sarà nella Gazzetta Ufficiale Ue domani 16 marzo, diventando immediatamente operativo. Ma, da quanto si apprende da fonti di Bruxelles riportate da Federvini, per il comparto enoico (e non solo) sarebbe stata approvata la soglia dei 300 euro ad “item”, ovvero unità (che potrà essere bottiglia, cassa o altro) che, di fatto, “salva” dalla misura restrittiva gran parte delle esportazioni di vino italiano in Russia (mercato che, secondo i dati Istat, nel 2021 ha portato nelle cantine italiane 149 milioni di euro, a +18,4% sul 2020). Ma in ogni caso, è un quadro che preoccupa il settore e soprattutto alcune aziende ed alcune territori più esposti in Russia, come quello dell’Asti, come sottolineato, ieri, a WineNews, dai vertici Federvini ed Unione Italiana Vini (Uiv).
Con un situazione critica, anche sul fronte logistico e finanziario, in una Russia in cui “l’Italia è il primo fornitore di vini davanti alla Francia”, ricorda Confagricoltura.
Che aggiunge: “Secondo i dati di Nomisma Wine Monitor, che tengono conto delle “triangolazioni”, vale a dire prodotti inviati ad altri Stati membri prima di essere destinati al mercato russo, le esportazioni italiane sono ammontate lo scorso anno a 345 milioni di euro. Gli spumanti, Asti e Prosecco in testa, inciderebbero per quasi la metà sul valore totale. Gli operatori interessati devono essere indennizzati per le perdite economiche provocate dalle decisioni del Consiglio Ue”, sottolinea il presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. Che aggiunge: “siamo comunque ottimisti sulla possibilità di trovare, in sostituzione di quelli russi, nuovi consumatori ed estimatori dei nostri vini a livello internazionale. Le potenzialità sono di assoluto rilievo. Lo scorso anno le esportazioni hanno raggiunto il livello record di oltre 7 miliardi di euro, con una crescita del 13% in valore rispetto al 2020”.
Confagricoltura ricorda che il blocco delle esportazioni di vini e liquori dalla Ue sul mercato russo si aggiunge al divieto di importazioni di prodotti agroalimentari dagli Stati membri dell’Unione Europea deciso nell’agosto 2014 dalle autorità di Mosca a seguito delle sanzioni Ue allora imposte per l’invasione della Crimea. Il divieto è tuttora in vigore e riguarda ortofrutticoli, prodotti lattiero-caseari, carni e salumi.

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