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Dazi, scade l’ultimatum del Presidente Usa Trump: i prodotti made in Italy rischiano 3 miliardi

Chiusa il 26 luglio la procedura di consultazione del Dipartimento del Commercio Usa sulla nuova lista di prodotti Ue da colpire, dal vino all’olio
EXPORT, TRUMP, USA, vino, Mondo
Il Presidente Usa Trump

Scade l’ultimatum del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump per l’applicazione di nuovi dazi ad una lista di prodotti europei che per l’Italia riguarda un valore dell’export di 3 miliardi di euro, e si estende tra l’altro a vino, olio e pasta made in Italy oltre ai formaggi e salumi che sono stati già colpiti. Lo afferma la Coldiretti in riferimento alla conclusione il 26 luglio della procedura di consultazione avviata dal Dipartimento del Commercio (Ustr) degli Usa sulla nuova lista allargata sui prodotti Ue da colpire a seguito della disputa sugli aiuti al settore aereonautico.

Nel sostegno Ue ad Airbus gli Usa sono stati autorizzati dal Wto ad applicare sanzioni per un limite massimo di 7,5 miliardi di dollari all’Unione Europea che tuttavia lo scorso 24 luglio, a seguito dell’annuncio del consorzio Airbus della revisione degli aiuti di Stato ricevuti, che rende i sostegni pienamente conformi alla sentenza dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), ha invitato gli Stati Uniti a rimuovere immediatamente tali dazi, che sarebbero ora ingiustificati.
Un contenzioso che per l’Italia riguarda i 2/3delle spedizioni agroalimentari totali con gli Usa che, precisa la Coldiretti, minacciano di aumentare i dazi fino al 100% in valore e di estenderli a prodotti simbolo del made in Italy, dopo l’entrata in vigore il 18 ottobre 2019 delle tariffe aggiuntive del 25% che hanno già colpito specialità italiane come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello.
L’export del made in Italy agroalimentare in Usa nel 2019 è risultato pari a 4,7 miliardi ma con un aumento del 10% nel primo quadrimestre 2020 nonostante l’emergenza Coronavirus. Il vino con un valore delle esportazioni di oltre 1,5 miliardi di euro, è il prodotto agroalimentare italiano più venduto negli States mentre le esportazioni di olio di oliva sono state pari a 420 milioni, ma a rischio è anche la pasta con 349 milioni di valore delle esportazioni.
Gli Stati Uniti sono il principale consumatore mondiale di vino e l’Italia è il loro primo fornitore con gli americani che apprezzano tra l’altro il Prosecco, il Pinot Grigio, il Lambrusco e il Chianti che a differenza dei vini francesi erano scampati alla prima black list scattata ad ottobre 2019. Se entrassero in vigore dazi del 100% ad valorem sul vino italiano una bottiglia di Prosecco o venduta in media oggi al dettaglio in Usa a 10 dollari ne verrebbe a costare 15, con una rilevante perdita di competitività rispetto alle produzioni non colpite. Allo stesso modo si era salvato anche l’olio di oliva made in Italy anche perché la proposta dei dazi aveva sollevato le critiche della North American Olive Oil Association (Naooa) che aveva avviato l’iniziativa “Non tassate la nostra salute”.
“Occorre impiegare tutte le energie diplomatiche per superare inutili conflitti che rischiano di compromettere la ripresa dell’economia mondiale duramente colpita dall’emergenza coronavirus” ha affermato il presidente Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza della difesa di un settore strategico per l’Ue che sta pagando un conto elevatissimo per dispute commerciali che nulla hanno a che vedere con il comparto agricolo.
“L’Unione Europea - ha aggiunto Prandini - ha appoggiato gli Stati Uniti per le sanzioni alla Russia che come ritorsione proprio all’inizio di agosto di sei anni fa ha posto l’embargo totale su molti prodotti agroalimentari, come i formaggi, che è costato al made in Italy 1,2 miliardi ed è ora paradossale che l’Italia si ritrovi nel mirino proprio dello storico alleato, con pesanti ipoteche sul nostro export negli Usa. Al danno peraltro si aggiunge la beffa poiché il nostro Paese - ha concluso il presidente Coldiretti - si ritrova ad essere punito dai dazi Usa nonostante la disputa tra Boeing e Airbus, causa scatenante della guerra commerciale, sia essenzialmente un progetto francotedesco al quale si sono aggiunti Spagna ed Gran Bretagna”.

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