Non solo i dazi Usa al 25% sui vini introdotti ad ottobre 2019 e mantenuti nella recente revisione del “carosello” (da cui si è salvato ancora una volta l’Italia): le incognite sulla Brexit e poi la pandemia che ha colpito duramente prima la Cina e poi il resto del mondo, è costata al vino francese 970 milioni di euro. Tanto il valore perso nelle esportazioni dai produttori francesi nel primo semestre 2020, secondo i dati delle dogane transalpine, analizzati dall’Osservatorio Spagnolo del Mercato del Vino. Si tratta di un perdita del -20,7% in valore (con il totale che si è fermato a 3,7 milioni di euro) e del -10,2% in volume (per 633 milioni di litri), con il prezzo sceso a 5,8 euro al litro sui 6,6 euro dello stesso periodo 2019. Un calo che, in percentuale, ha colpito più gli spumanti francesi (-28,5%) che i vini fermi (-18,7%), in un semestre dove, in valore, sono cresciuti, per i transalpini, solo sfuso (+11,1%) e il Bag-in-box (+0,2%).
Le perdite hanno coinvolto tutti i principali mercati del vino di Francia, dagli Stati Uniti (-30,7%, per una perdita di 287 milioni di euro) al Regno Unito (-23,5%, ovvero 145 milioni di euro), dalla Cina (-43,3%, il calo maggiore in percentuale, per 112 milioni di euro di perdite) alla Germania (-11,3%, per 41,2 milioni di euro), passando per Giappone (-8,5%), Belgio (-12,4%), Hong Kong (-20%), Svizzera (-16%) e Singapore (-33%) e Canada (-2,3%).
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024