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POLITICA E AGRICOLTURA

Di Maio ed il vino, Centinaio alle Politiche Agricole, l’agricoltura nel “contratto di Governo”

La parole del vicepresidente del Consiglio, il profilo del neo Ministro, e la road map per il settore nel patto Lega-Movimento 5 Stelle
CENTINAIO, DI MAIO, GOVERNO, vino, Italia
Luigi di Maio

“Il vino in un nostro Governo avrebbe grande attenzione, i produttori sono i veri ambasciatori dell’Italia nel mondo, la rappresentano al meglio, e dobbiamo spingere il più possibile questo comparto perchè da valore aggiunto a tutto il Belpaese. Ed è anche uno strumento di dialogo”. Così parlava, a Vinitaly, in un’intervista a WineNews, il leader del Movimento 5 Stelle e oggi vicepresidente del Consiglio e Ministro dello Sviluppo economico, Lavoro e Politiche Sociali, Luigi di Maio (https://goo.gl/kw6wyH). Che, nel recente passato, ci aveva anche raccontato il suo rapporto con il vino (https://goo.gl/GWPZQn): “ogni anno a casa mia si faceva il vino, non l’ho mai bevuto moltissimo, i miei preferiti il Fiano, il Greco di Tufo e il Grillo”. Ora, al di là dei gusti vinicoli, a mettere in pratica tutto il possibile per la valorizzazione del settore, e dell’agricoltura intera, secondo il “Contraggo per il Governo del Cambiamento” firmato da Di Maio e Salvini, sarà il leghista Gian Marco Centinaio, ovvero il nuovo Ministro delle Politiche Agricole, nei giorni scorsi dato come possibile titolare del Turismo (materia di cui si è occupato anche a livello professionale, laureato in Scienze Politiche con indirizzo Economico Territoriale, è stato direttore commerciale di tour operator), e approdato invece a Via XX Settembre.
--IMG 1 --A guidarne l’operato, in ogni caso, ci saranno i punti fissati dal “contratto”, che definisce “il settore agricolo italiano, uno dei più promettenti dell’economia, da tempo impegnato a sopravvivere nella competizione globale dei mercati. Gli agricoltori si muovono in un sistema governato da politiche di settore ormai quasi di competenza esclusiva della Politica Agricola Comune”. La cui riforma, come noto, sta iniziando in questi giorni, e dove il Governo, promette la maggioranza “non sarà più remissivo e rinunciatario in Europa”. Tra le misure più urgenti, da integrare ad una Pac che va riformata, ci sono le misure di sostegno all’agricoltura, in specie quelle di sviluppo rurale, con interventi espressamente finalizzati a realizzare obiettivi di interesse generale, quali la tutela del paesaggio, la difesa degli assetti idrogeologici, la sicurezza alimentare”. Da rivedere, secondo il contratto, l’approccio agli accordi di libero scambio con i Paesi terzi, come Ceta e Ttip. E ancora, è ritenuto “prioritario, a tutela del Made in Italy, adottare un sistema di etichettatura corretto e trasparente che garantisca una migliore tutela dei consumatori. Altro pilastro dell’azione di governo in tema di agricoltura deve essere la riforma dell’Agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura (Agea) e del Sistema informativo unificato di servizi del comparto agricolo (Sian). Una particolare attenzione sarà riservata all’agricoltura in territori, come quelli montani e in pendenza, nei quali essa rappresenta un’attività indispensabile per l’economia locale, per la gestione e tutela del territorio, del paesaggio nonché per la tutela e valorizzazione di produzioni uniche, di elevato valore qualitativo e tradizionale, che connotano il Paese”.
Insomma, diversi fronti da affrontare, dove in parte i lavori sono stati già avviati dal precedente Governo, ma dove Centinaio e la maggioranza “giallo-verde”, come è stata definita, vorranno e potranno rimettere mano. Puntando, in una visione più generale, anche su altri aspetti che si integrano con l’ambito prettamente agricolo. Dalla “green-economy”, guardando in particolar modo alla tutela dell’ambiente, alle “economie circolari” e alla gestione e riciclo dei rifiuti, alla gestione dell’acqua, anche rinnovando la rete idrica dove necessario, dalla tutela dei marchi e dei prodotti made in Italy alle riforme sul tema del lavoro, soprattutto su quello occasionale e stagionale, che in agricoltura incide in modo importante, e per il quale “la cancellazione totale dei voucher ha creato non pochi disagi ai tanti settori per i quali questo mezzo di pagamento rappresentava, invece, uno strumento indispensabile. Occorre pertanto porre in essere una riforma complessiva della normativa vigente volta ad introdurre un apposito strumento, chiaro e semplice, che non si presti ad abusi, attivabile per via telematica attraverso un’apposita piattaforma digitale, per la gestione dei rapporti di lavoro accessorio”.

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